L’ansia nell’animo: l’anima dell’ansia. 1.
Nella quotidianità di ciascuno di noi gli eventi che riempiono il tempo si susseguono senza soluzione di continuità, oggi più di prima, imponendoci un senso di ‘riempimento’ che quasi minaccia di soffocarci. Genericamente si parla, in questo caso, di ansia : più o meno tutti riconosciamo i segni con cui si manifesta ma pochi hanno delle risposte alle domande sul perché e sul come trattarla. Ciò che è importante considerare è comunque il fatto che l’ansia è un sintomo, cioè il segno che rende visibile la presenza di qualcos’altro, e non una malattia in sé.
In questo articolo dunque cercherò di definire brevemente cos’è l’ansia e come si manifesta, e poi fornirò una visione rispetto ai vissuti interni e alle cause del sintomo ansioso. Infine cercherò di proporre delle vie possibili di gestione efficace dell’ansia, in modo da recuperare quello stato di serenità e calma che tutti desideriamo raggiungere nonostante il ritmo di vita veloce che conduciamo.
Definizione del concetto e descrizione
La parola ansia deriva dal verbo latino ango, il cui passato è anxi , e rimanda a significati quali ‘stringere’, ‘ soffocare ’, ‘senso di soffocazione’. Per quanto possa sembrare strano a dirsi, l’ansia è un’emozione naturale (cioè prevista dalla natura nel corredo emotivo umano), ed in quanto tale svolge una funzione importantissima per il mantenimento della vita: permette di anticipare il verificarsi di un pericolo e quindi di mettere in funzione tutte le risposte specifiche adatte ad affrontarlo. A livello fisiologico sono infatti molti i sistemi che vengono attivati, da quello respiratorio a quello motorio, allo scopo da un lato di esplorare l’ambiente per identificare il pericolo e, dall’altro, di affrontarlo nel modo migliore o di scappare per evitarlo. In questo senso dunque l’ansia è il motore interno che favorisce l’acquisizione di conoscenze sul mond o ed un migliore adattamento ad esso.
Tuttavia può capitare che questa emozione si presenti in modo invadente, intenso e costante anche quando non c’è in realtà alcun pericolo che ci minaccia. L’allarme fisiologico è fine a sé stesso, è sproporzionato ed irrealistico, quindi interferisce con la capacità di portare a termine i compiti che svolgiamo e con le relazioni personali, tagliandoci fuori in modo brusco dalla normalità che vorremmo condividere con gli altri. Da una parte infatti ci accorgiamo che il nostro ‘sentire’ non è uguale a quello dei nostri familiari ed amici, dall’altra cominciamo a mettere in atto tutta una serie di comportamenti cosiddetti ‘evitanti’ al fine di tenerci lontano da tutto ciò che pensiamo possa scatenare in noi l’ansia.
In questa breve descrizione sono evidenti tutte e tre le componenti dell’ansia: la base fisiologica, quella emotivo-cognitiva e quella comportamentale.
La base fisiologica prepara l’organismo all’azione aumentando la tensione muscolare così da poter reagire velocemente; accelerando il battito cardiaco ( tachicardia ) per assicurare un maggior apporto sanguigno ai muscoli; aumentando la frequenza respiratoria ( iperventilazione ) fino a farci venire le vertigini o addirittura ad annebbiare la vista e le capacità cognitive nei casi più gravi; aumentando la sensibilità dell’organismo agli stimoli esterni (pupille dilatate e aumentata sensibilità al dolore).
La componente emotivo-cognitiva ci consente di valutare velocemente noi stessi e la situazione che ci si prospetta in modo da elaborare una strategia efficace di comportamento. L’attenzione si focalizza esclusivamente sugli elementi che riteniamo minacciosi in quel momento; la valutazione che diamo di noi stessi come non capaci ( auto-svalutazione ) di far fronte alla situazione tende a stabilizzarsi e ad estendersi a tutti gli altri ambiti di vita; la valutazione che diamo dell’ambiente esterno esita in una sovrastima ( catastrofizzazione ) degli elementi minacciosi; ci sentiamo inadeguati, oppressi, frustrati ed incapaci di far fronte alla situazione.
La componente comportamentale considera la strategia migliore per affrontare ciò che ci procura ansia. Solitamente sono solo due le scelte possibili: affrontare il problema o evitarlo . In questo secondo caso però, normalmente, si tende a ridurre progressivamente gli ambiti di vita autonoma che si ritengono sufficientemente sicuri e ad aumentare la considerazione di eventi e situazioni che potrebbero essere potenzialmente ansiogeni (cioè che creano ansia). Il problema si evita e si rimanda ottenendo così un senso di sollievo temporaneo che apre la strada ai sensi di colpa e alla diminuzione dell’autostima e del senso di autoefficacia.
Infine, secondo il manuale diagnostico di maggior utilizzo nel mondo ( DSM-IV tr ) sono tanti i disturbi riconducibili all’ansia e vanno dagli attacchi di panico alle fobie, dal disturbo ossessivo-compulsivo al disturbo post-traumatico da stress. Tutti hanno in comune gli stessi sintomi appena descritti e si differenziano semplicemente per le situazioni specifiche in cui si verificano o per le modalità personali di porre sollievo all’ansia (per. es. comportamenti compulsivi, evitamenti ecc…).
Dott.ssa Valentina Sbrescia