Sei in: Servizi: BAMBINI - ADOLESCENTI: Gestire le emozioni e il conflitto - Comunicazione Assertiva

Gestire le emozioni e il conflitto - Comunicazione Assertiva

Tuo figlio ti sembra isolato dai compagni?


Ha pochi veri amici?


Hai l’impressione che non sappia gestire bene nuove relazioni?


Quando gli chiedi come sta non riesce a spiegartelo?


Ha spesso scatti d’ira o al contrario ti sembra chiuso in se stesso?



Potrebbe avere dei problemi nel riconoscere e gestire le sue emozioni e nel relazionarsi con gli altri in modo assertivo .


COSA SI INTENDE ESATTAMENTE PER DIFFICOLTA’ NELLA GESTIONE DELLE EMOZIONI?


Con il termine “emozione” viene indicata un’esperienza complessa, multidimensionale, che induce prontezza ad agire e che media il rapporto tra l’organismo e l’ambiente. Le emozioni hanno valore adattivo che permette una reazione agli stimoli ambientali. E sono caratterizzate da diversi livelli:


  • espressivo : le emozioni implicano dei cambiamenti nell’espressione (ritenute in gran parte innate vedi ad es. Ekman), nella postura e nel comportamento (possono essere socialmente appresi)
  • fisiologico : cambiamenti nell’attivazione e relativi ai processi biochimici (es. aumento del battito cardiaco, vasocostrizione…)
  • dei sentimenti : ossia la consapevolezza di come ci sentiamo e di come si sentono gli altri
  • cognitivo : valutazione del significato dato ad un determinato pattern di attivazione fisiologica sulla base del contesto esterno ed interno nel quale è esperito.

Bambini e ragazzi che non riescono a gestire bene le emozioni possono presentare difficoltà in uno o più di questi livelli . Possono quindi non riconoscere alcune emozioni sulla base del comportamento non verbale degli altri e di conseguenza comportarsi in modo non adeguato alla situazione; possono non dare voce alle loro emozioni, percepite alle volte come un vago disagio che li porta a reagire con esplosioni di rabbia verso l’esterno; possono infine sperimentare eccessiva ansia, tristezza, paura o rabbia in molte situazioni a causa di interpretazioni troppo rigide o non funzionali delle stesse.


Questo tipo di difficoltà è piuttosto frequente, contrariamente a quello che si ritiene secondo il senso comune. Infatti non tutti i bambini sperimentano un buon livello di benessere psicologico ed autostima e la loro percentuale diminuisce all’aumentare dell’età:


  • 70% degli alunni in 1^ elementare
  • 30% degli alunni in 5^ elementare
  • 15% degli alunni in 1^ superiore

Questo influenza lo sviluppo e la qualità di vita dei bambini/ragazzi , infatti solo coloro che hanno un buon equilibrio sul piano emotivo hanno buone probabilità di instaurare soddisfacenti relazioni sociali ed interagire in modo adeguato sia in ambito famigliare che scolastico.


COM’È POSSIBILE INTERVENIRE?


Nel nostro Centro l’intervento si basa sull’educazione razionale emotiva (ERE), una procedura psicoeducativa che mira ad insegnare al ragazzo ad affrontare le proprie emozioni disfunzionali potenziando le proprie capacità di pensare in modo costruttivo e razionale (Ellis, 1956).


L’ERE si basa sul presupposto che sia possibile favorire il benessere del bambino/ragazzo attraverso la trasmissione di conoscenze sul meccanismo delle emozioni e sulle modalità di pensiero più corrette. Si parla in questo caso di alfabetizzazione emozionale che, attraverso l’apprendimento di specifiche abilità di monitoraggio dei propri pensieri automatici, porta il bambino/ragazzo a riconoscere gli aspetti più rilevanti delle sue emozioni , favorendo la capacità di gestire le emozioni spiacevoli (minimizzandone l’impatto nella vita) e massimizzare le emozioni piacevoli.


Un altro aspetto importante su cui intervenire, dopo l’acquisizione delle abilità di base legate al riconoscimento delle proprie ed altrui emozioni, è l’ assertività .


Per comportamento assertivo si intende un comportamento di relazione che implica un’onesta espressione dei propri bisogni, desideri, sentimenti e opinioni adeguatamente e coerentemente alla situazione specifica in cui ci si trova senza sensi di colpa, imbarazzo e paura nell’esprimere il proprio pensiero.


La struttura concettuale dell’assertività è composta da cinque livelli: al primo si colloca l’abilità di riconoscere le emozioni, al secondo vi è la capacità di comunicare emozioni e sentimenti attraverso diversi sistemi comunicativi ( ad esempio il comportamento non verbale), al terzo c’è la consapevolezza dei diritti della persona , al quarto vi è la disponibilità ad apprezzare sé stessi e gli altri ed al quinto vi è la capacità di auto realizzarsi in modo da poter decidere sui fini della propria vita (Silvana Cilia).


Il comportamento aggressivo è nel giusto mezzo tra un comportamento passivo da un polo, e quello aggressivo nell’altro.


Una risposta assertiva dipende da componenti cognitive (immagine di sé, eliminazione di pensieri disfunzionali, ecc..), componenti verbali (domande chiuseed aperte, domande riflesse, ecc..) e componenti non verbali (mimica, postura, contatto oculare, ecc..).



Per maggiori informazioni: www.centrophoenix.net




Richiedi info