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PROTESI DI GINOCCHIO

L’estremità inferiore del femore e la parte superiore della tibia che formano l’articolazione del ginocchio sono normalmente ricoperti di uno strato di cartilagine. Quando la cartilagine è danneggiata da infortuni o da processi degenerative (artrosi), si osserva una sua usura fino alla sua scomparsa totale. Le due superficie ossee fanno attrito direttamente tra di loro provocando dolori e diminuzione della mobilità. L’artrosi del ginocchio viene chiamata gonartrosi . In questo caso viene indicata la sostituzione dell’articolazione con una protesi. L’indicazione all’intervento viene però valutata da paziente a paziente, secondo l’età, il grado di attività, lo stato di salute generale… Ci sono protesi del ginocchio totali o monocompartimentali, ma tutte sono composte da 3 componenti: la componente femorale metallica, la componente tibiale metallica e la componente intermedia di plastica fissa o mobile. A volte la parte articolare della rotula o patella viene pure sostituita. La chirurgia è indicata quando i vari trattamenti conservativi (medicamenti, fisioterapia, infiltrazioni, …) non permettono più di ridurre la sintomatologia dolorosa. Altri interventi chirurgici possono essere proposti quando la cartilagine non è ancora completamente danneggiata. L’osteotomia (correzione dell’asse della gamba) può portare benefici nel paziente più giovane con usura di un solo compartimento del ginocchio (spesso interno). A volte l’artroscopia con “lavaggio” dell’articolazione può migliorare temporaneamente la situazione nei casi di artrosi iniziale. I trapianti di cartilagine sono riservati ai danni localizzati della superficie articolare Il paziente viene ricoverato solitamente il giorno prima dell’intervento. Il giorno dell’ammissione in ospedale verranno effettuati gli esami preoperatori non ancora effettuati in precedenza (per es. radiografia torace, prelievo sangue, elettrocardiogramma, … a dipendenza del paziente), la visita del medico del reparto e/o del chirurgo e del medico del team responsabile dell’anestesia. L’operazione è eseguita nella maggioranza dei casi in anestesia perdurale o spinale e a volte in anestesia generale. L’anestesista illustrerà e motiverà il metodo di anestesia prescelto durante il colloquio preoperatorio. Sempre più spesso vengono associati diversi tipi di anestesia in modo da assicurare una analgesia post-operatoria continua. Una buona analgesia post-operatoria permette una rieducazione precoce e indolente. Spetta comunque all’anestesista di decidere e scegliere il metodo più idoneo a secondo del paziente. L’intervento di protesi totale del ginocchio dura da 1 a 2 ore. L’incisione cutanea è lunga circa 15 cm longitudinale sulla parte anteriore del ginocchio. L’estremità del femore e della tibia sono preparati in modo minuzioso per ricevere l’impianto protetico scelto. A volte la parte articolare della rotula è anche sostituita. Per posizionare esattamente la protesi il chirurgo utilizza degli strumenti di taglio con guida meccanica oppure è guidato dalla navigazione computerizzata sempre più utilizzata. Il giorno dopo l’intervento inizia la fisioterapia. Il paziente viene alzato autorizzando il carico totale e il ginocchio viene mobilizzato. Il fisioterapista comincerà quindi il programma di riabilitazione stimolando il paziente a camminare anche a volte senza stampelle. La durata della degenza dipende innanzitutto delle condizioni di aiuto che il paziente trova al proprio domicilio. Il ricovero dura da 5 a 10 giorni. Dopo il ricovero il paziente dovrà continuare la fisioterapia ambulatoriamente o a volta presso una clinica di riabilitazione. Dopo il ricovero Una volta ritornato a casa è raccomandato che il paziente continui ad eseguire gli esercizi insegnati dal fisioterapista. Il paziente non deve tentare a guidare la macchina fin quando non è in grado di eseguire una frenata d’emergenza. La ripresa dell’attività lavorativa è possibile dopo circa 6 settimane (lavori d’ufficio) fino 3 mesi (lavori pesanti). Il rendimento completo del ginocchio è ottenuto non prima di 6 mesi dopo l’intervento. Statisticamente dopo 15 anni più del 95 % delle protesi sono ancora in grado di funzionare bene. Raramente può essere necessario eseguire un intervento di revisione o sostituzione della protesi in caso di usura precoce o scollamento. I vari controlli post-operatori sono eseguiti dopo 1, 3, 6 mesi 1, 2, 5, 10 anni.

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