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SINDROME DI MUNCHAUSEN CLASSICA O DIPENDENZA DA OSPEDALE

La MS (SINDROME DI MUNCHAUSEN CLASSICA) è la parte estrema dei Disturbi Fittizi, con segni e sintomi fisici predominanti, i cui elementi nucleari sono la pseudologia fantastica, la peregrinazione e i ricoveri ricorrenti. Nonostante questa rigida impostazione c’è molta confusione quando viene fatta la diagnosi soprattutto nel riconoscere una malattia legittima da una che non lo è, e, diventa più difficoltoso ai fini di un trattamento adeguato la distinzione tra Disturbi Fittizi in generale e MS. Alla base di entrambi vi è la produzione intenzionale di sintomi ma mentre nei Disturbi Fittizi la motivazione è una ricerca di gratificazione affettiva, nella MS l’auto-induzione a malattie, che possono portare alla morte, diventa il fulcro della loro vita. Ma perché si sceglie proprio quel ritratto di malattia? È una cosa biologica? È una cosa situazionale? È causata dalle prime esperienze di vita? O è una combinazione di tutto ciò? Ci possono essere predisposizioni genetiche o biologiche per disturbi affettivi o per un particolare stile della personalità che interagisce con le esperienze della persona durante gli anni della formazione. Lo sviluppo di comportamenti ‘anomali’ appare in questo determinato sviluppo della personalità e questo processo avviene in un contesto di influenze culturali, sociali e familiari. Tra queste variabili i soggetti sviluppano la loro singolare visione del mondo. Qualunque sia la miscela di variabili presenti, è probabile che eventi o cause significative della vita corrente complichino il quadro. La miscela si fonde e le contraffazioni vengono alla superficie. La trafila dei comportamenti fittizi e le risposte mediche e sociali influenzeranno positivamente o negativamente le azioni future dell’autore. La verità è un insieme di tutte queste spiegazioni con una maggiore o minore enfasi sui diversi aspetti del caso personale e ognuno di questi fattori contribuisce a casi specifici dei Disordini Fittizi. Un centinaio di casi di Disordini Fittizi appare nella letteratura medica, ma questi rapporti sono di solito incompleti a causa della caratteristica che questi soggetti hanno di prendere “il volo” non appena sono scoperti. Per alcuni soggetti è differente perché riconoscono la propria malattia e accettano il trattamento. Forse il loro è un altro tentativo di ottenere nuovamente delle cure, cercando di difendersi da una possibile condanna? I soggetti affetti da MS sono coscienti di farsi del male e che la loro malattia non è reale ma non sanno controllare i loro impulsi e non sanno spiegare perché lo fanno. Non ci sono farmaci per la sindrome di Munchausen. Si agisce sul disturbo soggiacente(più spesso un Disturbo di Personalità Borderline) con una combinazione di terapia farmacologia e terapia di gruppo, con eventuali momenti individuali, per controllare gli effetti negativi e distruttivi, per se stessi e per gli altri, che la sindrome porta con sé. Il caso della letteratura che è stato presentato(il caso di Jenny) è esplicativo delle caratteristiche ambigue e labili del Disturbo, delle difficoltà insite nella diagnosi per capire se si tratta di Disturbi Fittizi o di MS, la cui prognosi non sempre dà risultati soddisfacenti. Infine, tale caso, chiarifica le dinamiche che si possono sviluppare nei soggetti che subiscono l’imbroglio e come queste possono essere contenute. Non bisogna pensare che i pazienti con la MS siano repulsivi: sono persone malate, e non è una questione di ciò che hanno fatto, poiché loro hanno bisogno d’aiuto. Il processo di confronto, di valutazione del rischio, di protezione e di cura richiede l’utilizzo e la definizione di un approccio multidisciplinare coordinato. La gestione efficace della situazione e la protezione della vittima, del perpetratore(in caso di MBP) e dei professionisti della salute dipendono dalla volontà di tutti i partecipanti al processo di rispettare i punti di vista di ciascuno, comunicare apertamente e fare una corretta e adeguata programmazione, quindi può essere necessario formare un team per gestire la situazione. Visto che ogni trattamento inizia con la diagnosi, è importante ricordare che questa deve essere considerata una finestra sul processo: ogni membro del team deve dare spazio dentro di sé per la co-costruzione dei sintomi del soggetto e dei significati che ne sono alla base. La MS è una malattia poco conosciuta, di cui si parla poco e di cui si sa ben poco. Questo dovrebbe incoraggiare, ulteriormente, le realtà che più sono state messe in discussione ad interessarsi e adoperarsi per far fronte all’avanzare di questo problema: la comunità medica, la famiglia e la nosografia psichiatrica. Si potrebbe partire da una sorta di propaganda, che si estenda non solo all’ambito medico ma anche a quello sociale, per diffondere l’esistenza di questa malattia, mobilitare ogni ambito attinente, e potenziarne la ricerca e le eventuali soluzioni alternative.

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