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Trombofilia Pannello 13 Mutazioni

La trombofilia o stato protrombotico è un'anomalia della coagulazione del sangue che aumenta il rischio di trombosi. Questo tipo di anomalia può aversi in seguito ad una delle seguenti situazioni genetiche:


-- Il Fattore V di Leiden è un fattore della coagulazione che non può essere facilmente degradato dalla proteina C attivata e da elevate concentrazioni di Protrombina. Il Fattore V di Leiden è espressione di una mutazione del gene che codifica per il fattore V; infatti in posizione 1691 di questo gene si trova una Adenina (A) al posto di una Guanina (G) che comporta la sostituzione dell’aminoacido arginina con un altro glutammina nella proteina prodotta che risulta essere più resistente alla proteina C attivata. Tale variante genetica ( G1691A ) predispone come già detto alla trombosi.


-- Sul gene che codifica per la Protrombina (Fattore II della coagulazione) è stata individuata una mutazione in posizione 20210 dove una Guanina (G) è sostituita da una Adenina (A). Tale mutazione ( G20210A ) è associata ad elevati livelli di protrombina nel plasma che sembra avere effetto procoagulante.


-- L’enzima MTHFR (metilen-tetraidrofolato-reduttasi) svolge un ruolo importante nel metabolismo degli aminoacidi; infatti questo enzima insieme ai folati è essenzialmente coinvolto nella sintesi della S-adenosil-metionina, la rimetilazione della omocisteina in metionina, la metilazione del DNA, delle proteine, dei neurotrasmettitori e dei fosfolipidi. Una normale attività della MTHFR contribuisce a mantenere costanti i livelli di folati e di metionina circolanti prevenedo così l’accumulo di omocisteina . L'aumento di omocisteina nel plasma è uno dei fattori di rischio per patologie vascolari arteriosclerotiche e per trombosi venose. Una riduzione dell’attività dell’enzima MTHFR può essere dovuto ad un polimorfismo del gene che codifica l’ MTHFR stesso, in cui la citosina (C) in posizione 677 è sostituita dalla timina (T). Tale variazione genetica ( C677T ) ha una frequenza del 10-15% nella forma di omozigosi nelle popolazioni del Nord America e dell’Europa. Un ulteriore polimorfismo di questo gene, associato ad una riduzione dell’attività MTHFR, è quello in cui avviene la sostituzione di una adenina (A) in una citosina (C) in posizione 1298 ( A1298C ). E’ stato visto che soggetti eterozigoti per il polimorfismo C677T ed eterozigoti per il polimorfismo A1298C presentano un aumento dell’omocisteina plasmatica ed una riduzione dei folati circolanti.


-- Il sistema fibrinolitico è basato sul plasminogeno , che è convertito in plasmina dall’attivatore del plasminogeno. L’inibitore-1 dell’ attivatore del plasminogeno ( PAI-1 ) è il maggiore inibitore del sistema fibrinolitico ed è prodotto da una varietà di cellule tra cui il fegato, le piastrine, le cellule endoteliali e quelle muscolari liscie delle pareti vasali. Elevati livelli di questo inibitore sono stati associati ad un maggior rischio trombotico. Sul gene PAI-1 è presente un polimorfismo del tipo insezione/delezione di una guanina (G) ( 4G/5G ): alcuni studi hanno dimostrato che il genotipo 4G/4G è associato a livelli plasmatici di PAI-1 elevati con conseguente rischio trombotico.


-- Il fattore XIII della coagulazione (enzima chiamato Fattore stabilizzante la fibrina) e codificato da un gene Fattore XIII (F13A1). Uno stato di omozigosi per un particolare polimorfismo di questo gene, consistente nella transizione G-> T a livello dell'esone 2, comporta una variazione della leucina in valina nella proteina enzimatica prodotta con un suo aumento di attività. La presenza di tale mutazione in omozigosi, quindi, rappresenterebbe un fattore protettivo contro le trombosi venose e nello stesso tempo potrebbe essere un fattore di rischio per emorragia intracerebrale primaria.


-- La genotipizzazione dell’Human Platelet Alloantigens ( HPA ) permette di distinguere le due forme alleliche Pl (A1) e Pl (A2) determinate da variazione nucleotidica da timina (T)(A1) a citosina (C) (A2) in posizione 1565 del gene ITGB3: questo comporta la variazione aminoacidica della leucina in prolina nelle glicoproteine di membrana delle piastrine. Diversi studi hanno associato la presenza di almeno un allele Pl (A2) a stati di ipercoagulazione, con conseguenze trombotiche venose.


-- Un polimorfismo presente nel gene che codifica per il beta Fibrinigeno (FGB), consistente in una transizione Guanina -> Adenina in posizione nucleotidica 455, è associato ad elevati livelli plasmatici di Fibrinogeno che predispone a stati trombotici.


-- L’ Apolipoproteina E ( APO E ) è una proteina plasmatica legata alle lipoproteine HDL, VLDL e chilomicroni e coinvolta quibdi nel trasporto del colesterolo e trigliceridi. Sono presenti tre diverse forme (APOE2, APOE3 ed APOE4) codificate da tre diversi alleli (E2, E3, ed E4). E’ stato dimostrato che l’ allele 4 ( APOE4 ) è più frequente nelle persone affette da Alzheimer e anche in eterozigosi aumenterebbe di circa 3 volte il rischio di patologie trombotiche.


-- A livello del gene ACE che codifica per l’ Angiotensin Conveerting Enzyme è presente un polimorfismo del tipo Inserzione-Delezione (I-D). Tale polimorfismo può produrre tre differenti genotipi: II (inserzione omozigotica), ID (inserzione-delezione in eterozigosi) e DD (delezione omozigotica). Diversi studi hanno associato il genotipo DD con un aumento della concentrazione plasmatica di ACE legata ad un incremento del rischio di patologie cardiovascolari.


-- Il gene AGT codifica per la produzione di angiotensinogeno , proteina cardine nel sistema renina-angiotensina (RAS) che regola la pressione arteriosa e la funzionalità cardiaca. Tale gene presenta in una sua determinata regione un polimorfismo denominato varianti T ed M . La variante T determina la mutazione M235T che comporta la sostituzione dell’aminoacido metionina con la treonina nella posizione 235 della proteina angiotensinogeno.
Tale sostituzione, che determina la forma T235 del gene AGT, è associata con un incremento del rischio di patologie cardiovascolari (CVD).


L’individuazione delle mutazioni citate, normalmente viene eseguita con la metodica PCR-Real Time ( PCR : Reazione polimerasica a catena – Real Time : quantitativa in tempo reale). La tecnica PCR è la metodica più comunemente impiegata per la ricerca, identificazione e caratterizzazione del DNA e RNA in campo virologico, batteriologico e genetico. Il DNA in esame viene amplificato da reazioni a catena della DNA-polimerasi ( Polymerase Chain Reaction ) e, dopo ogni turno di amplificazione, il DNA stesso viene quantificato in Tempo Reale utilizzando metodi che includono colorazioni fluorescenti.


Presso la nostra struttura è possibile lo studio delle mutazioni sopra riportate effettuando un prelievo venoso.


Orario prelievi 7.45-9.30. Si consiglia un digiuno di almeno 8-10 ore.




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