La Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
La chiave di lettura che utilizzo per capire come le persone strutturano le proprie esperienze, ne traggono un senso e le mettono in relazione con quelle passate è il paradigma cognitivo. Secondo tale approccio è fondamentale concentrarsi sulle determinanti attuali che creano sofferenza ed insieme, paziente e terapeuta cercano di individuare e modificare pensieri e convinzioni “irrazionali”. Imperativi e assunti troppo rigidi finisco per portare le persone a porre richieste eccessive, a sé stesse e agli altri: una persona che crede di dover essere sempre perfetta in tutto ciò che fa, prova sentimenti estremamente negativi di fronte ad un errore; una donna che pensa di dover piacere ed essere approvata da tutti concentrerà tutte le sue risorse nel tentativo di compiacere gli altri. Per questo il fine dell’intervento è quello di aiutare le persone a mettere in discussione assunti di questo tipo sostituendoli con altre idee, come: “Sarebbe bello non commettere mai errori, ma non significa che devo essere perfetto”
La terapia cognitiva inoltre presenta alcune caratteristiche che la differenziano da altri approcci:
• E’ scientificamente fondata
Si basa sui dati della ricerca scientifica e sulle esperienze cliniche.
Studi scientifici controllati hanno dimostrato l’efficacia della terapia cognitiva nel trattamento della maggior parte dei disturbi psicologici, tra cui i disturbi d’ansia, la depressione maggiore, i disturbi alimentari.
• E’ centrata sul presente e futuro.
Lo scopo della terapia è la risoluzione dei problemi attuali del paziente (affronta il passato solo se necessario). In particolare l’attenzione è rivolta ai fattori di mantenimento del disturbo.
• E’ generalmente breve
La durata della terapia varia di solito dai tre ai dodici mesi, con cadenza settimanale.
• Si basa sulla collaborazione attiva tra terapeuta e paziente
Lo scopo è far diventare il paziente il terapeuta di se stesso. Di conseguenza il terapeuta fornisce al paziente tutte le informazioni sulla natura del suo disturbo, sui meccanismi sottostanti e sulle tecniche di padroneggiamento della sofferenza.
L'intervento è così strutturato: in seguito ad un’iniziale valutazione diagnostica, il terapeuta e il paziente, stabiliscono insieme gli obiettivi della terapia ed il percorso d’intervento più adatto, intervenendo prima sui sintomi che al momento generano maggiore sofferenza e poi sugli altri aspetti del disturbo. Il lavoro terapeutico prende avvio sulla base di un contratto condiviso fin dalle prime sedute.
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