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Cura dell'ipotiroidismo

Ipotiroidismo



Per capire che cosa sia l'ipotiroidismo è bene conoscere come funziona la tiroide.


La tiroide è controllata dall'ipofisi grazie ad un ormone, il TSH o ormone tireostimolante, che è in grado di modulare la funzione della tiroide stessa, la quale risponde con la produzione degli ormoni tiroidei (FT3 ed FT4).


Se la tiroide funziona poco (ipotiroidismo), l'ipofisi produce una maggiore quantità di TSH, aumentando così lo stimolo funzionale sulla tiroide stessa, che, a sua volta, sarà in grado di produrre una maggiore quantità di ormoni.


Come si effettua la diagnosi di ipotiroidismo?


Si potrebbe pensare che l'ipotiroidismo si diagnostichi quando uno dei due ormoni o entrambi siano bassi.
In realtà ciò accade raramente e solo nei casi di forte ipotiroidismo; nella stragrande maggioranza dei casi, per fare diagnosi di ipotiroidismo basta che alle analisi del sangue risultino elevati i livelli del TSH.


Ciò sta a significare che l'ipofisi , accorgendosi di un deficit funzionale della tiroide, senza aspettare che il livello degli ormoni tiroidei si abbassi, aumenta la produzione dell'ormone tireostimolante (TSH), nel tentativo di ripristinare una normale funzionalità della ghiandola.


A questo punto, una volta effettuata la diagnosi (sia con il solo aumento del TSH, sia eventualmente con gli ormoni bassi), si tratta di stabilire la cura.


La Medicina Convenzionale, abituata ad adottare la terapia sostitutiva, utilizza sempre l’ormone tiroideo, senza neanche tentare di riabilitara la normale funzione ghiandolare.


È un po’ quello che avviene, ad esempio, per la cura del diabete o dell'amenorrea, condizioni nelle quali non ci si pone l'obiettivo di "curare" l'organo impigrito e funzionalmente stanco, ma ci si limita a prescrivere un ormone sintetico che ne sostituisca la funzione: nel diabete l'insulina, nell'amenorrea gli ormoni estrogeni.


Nel caso dell'ipotiroidismo si ricorre alla tiroxina, presente in commercio sotto svariate etichette (eutirox, tirosint, tiroide amsa, ibsa, ecc.).


Il problema, però, è che con l'andare del tempo l'ormone sintetico provoca un blocco funzionale della ghiandola.


In più, questo farmaco viene prescritto sempre per tutta la vita, modificandone nel tempo solo il dosaggio, che peraltro, nella maggior parte dei casi, va via via aumentando; trovare pazienti che dopo anni di cura assumono la pasticca da 25 è quasi impossibile, come è anche raro trovare chi prende 50. Diciamo che si comincia da 25 o 50 e poi, statisticamente, si sale.


Essendo un "ormone", è evidente che ci sono anche possibili effetti collaterali: sul foglietto illustrativo si legge " tachicardia, palpitazioni, aritmie cardiache, manifestazioni anginose, cefalea, debolezza muscolare, crampi della muscolatura scheletrica, vampate di calore, febbre, vomito, alterazioni del ciclo mestruale, pseudotumor cerebri, tremore, irrequietezza, insonnia, iperidrosi, perdita di peso, diarrea, eccitabilità.


A proposito della perdita di peso, in realtà la terapia ormonale fa dimagrire solo nei primi tempi di cura. Nel 99% dei casi, però, con l'andare del tempo, il paziente sperimenta unamaggiore facilità a prendere peso.


Infatti, l'uso della tiroxina, esattamente come accade con le anfetamine (cioè sostanze chimiche ad azione catabolizzante o "distruttiva") provoca un "effetto rebound", cioè di difesa, da parte dell'organismo stesso e in modo particolare di alcune strutture cerebrali, prima tra tutte l'ipotalamo .


In Medicina Biologica la cura dell' ipotiroidismo passa attraverso una riabilitazione funzionale della tiroide, che si ottiene innanzitutto correggendo la tipologia metabolica e ossidativa del paziente attraverso un idoneo stile di vita e uno specifico piano nutrizionale.


Poi, a seconda dei casi, si può ricorrere all'aggiunta di altre terapie : dall'omotossicologia alla terapia di biorisonanza, dall'organoterapia agli oligoelementi, ecc.


A proposito di programma nutrizionale, oltre al concetto di "tipologia metabolica o tipologia ossidativa", esistono anche alcuni alimenti e alcuni integratori che rallentano la produzione di ormoni della tiroide e, quindi, la sua funzione, contribuendo così allo stato di ipotiroidismo. L’argomento è trattato anche nel sito del Ministero della Salute, a proposito delle "linee guida" da seguire in caso di ipotiroidismo.


Non sempre i pazienti curati in modo tradizionale vengono informati sulle regole nutrizionali da seguire per curare l'ipotiroidismo.


In Medicina Biologica, invece, la scelta della terapia dell'ipotiroidismo varia da paziente a paziente e a seconda dell'entità dell'ipotiroidismo stesso: in generale basta effettuare un check-up funzionale, seguire poi a casa indicazioni nutrizionali e terapie naturali.


In questo modo si riesce, per lo più con facilità, a ripristinare una corretta funzione della tiroide con la normalizzazione dei parametri del sangue, eliminando gradualmente l'ormone tiroideo , nel caso che il paziente lo assuma già da tempo.




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