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Accompagnamento alla nascita

L’attesa di un bambino è un progetto importante che riguarda un uomo e una donna. Significa cominciare a pensarsi non più in due, ma in tre. Ogni gravidanza ha una storia da raccontare: parla di desiderio o di imprevisto, di cambiamento o irresponsabilità, di decisioni da prendere o da rimandare, di progetti conclusi o progetti interrotti.


Spetta al primo figlio chiedere a quell’uomo e a quella donna di diventare padre e madre, di prendersi uno impegno per sempre, comunque vadano le cose tra di loro. E sempre a quell’uomo e a quella donna spetta prendersi questa responsabilità, aprirsi a quell’esperienza che fino ad allora si era sempre guardati dal basso come figli e… fare il” salto”. Ed ecco che, dopo un iniziale, fisiologico momento di disorientamento, ognuno comincerà a svolgere i compiti che gli competono: mentre il bambino cresce e scambia con l’organismo che lo ospita tutte le informazioni necessarie alla sua crescita, la donna comincerà a percepire e prendersi cura del suo corpo in modo diverso. Per la prima volta scoprirà che l’ascolto e il dialogo con le tante voci che intrattiene nei suoi pensieri e con le persone che la circondano non è più lo stesso, che certe convinzioni ritenute sicure perderanno la loro forza mentre altre, mai considerate o aspramente criticate, saranno guardate con più indulgenza e simpatia. Anche lo sguardo che poserà sul suo compagno non sarà più lo stesso.


L’uomo da parte sua non ha un corpo che aiuta la sua mente a comprendere e a preparare i suoi cambiamenti. La sua gravidanza si realizza nel “fare” tutto ciò che serve alla sua compagna (visite mediche, preparazione della cameretta,…) e, se proprio lo desidera, può rallentare i suoi ritmi lavorativi per dedicarsi con lei ai corsi pre-parto e confrontarsi con altri “uomini in attesa”. Ma non è così scontato che anche gli uomini siano incinti!! La gravidanza è ancora considerata un fatto esclusivamente femminile: i corsi sono detti di “preparazione al parto” e la presenza dell’uomo diventa facoltativa. Eh già, è la donna a dover partorire e non l’uomo! Si, ma a lui chi lo prepara a diventare padre? Chi glielo spiega che anche i suoi dubbi e le sue domande sono importanti? O è sufficiente che faccia ciò che gli viene chiesto…?


In realtà ad aspettare un bambino si è in due: se la gravidanza fisica riguarda solo la donna, la gravidanza mentale è uno stato che riguarda anche il suo compagno. Non vanno sottovalutati i suoi pensieri né i suoi modelli di apprendimento… c’è una scuola culturale che abbiamo frequentato tutti dove ci hanno insegnato che i figli sono solo della mamma e il padre continua la sua vita come se niente per lui fosse cambiato . Questa scuola purtroppo ci ha anche insegnato che quando la gravidanza di un figlio per un qualche motivo si interrompe, a pagarla in termini di sofferenza è solo lei, la donna, perché è a lei che le si svuota il corpo e un pezzo di cuore.


L’accompagnamento alla nascita si rivolge alla coppia nella sua interezza per diffondere una cultura più consapevole e condivisa della genitorialità, in vista dei cambiamenti che avverranno non solo all’interno della coppia, ma anche nel dialogo e confronto con la famiglia allargata . Quando nasce una bambino, nascono infatti un padre e una madre, ma anche due nonni e due nonne: perché il bambino e la sua famiglia possano crescere in salute da una parte è bene che queste tre generazioni interagiscano e possano aver bisogno l’una dell’altra, dall’altra è importante che ognuna di loro abbia il suo spazio vitale non invaso dalle altre!


L’ordine e il rispetto dei confini tra queste tre generazioni saranno fondamentali per la salute e la crescita del bambino: rappresentano il suo ambiente psicologico e latte relazionale. Sono tutte dimensioni che meritano cura e consapevolezza per lasciare in eredità ai figli una famiglia non perfetta (che è un falso obiettivo), ma sufficientemente buona.




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