Radon (fonte Istituto Superiore di Sanità)
Il radon è responsabile di un incremento statisticamente significativo di rischio di tumore al polmone anche in caso di esposizioni relativamente basse e interagisce con il fumo di sigaretta esponendo a un più alto rischio di tumore al polmone i soggetti che consumano o hanno consumato tabacco.
È quanto emerge da “ Who handbook on indoor radon. A public health perspective " (pdf 600 kb), il manuale realizzato nel 2009 nell’ambito del progetto "International Radon Project" (lanciato dall'Oms nel 2005), alla cui stesura hanno partecipato oltre 100 esperti di 35 Paesi.

L'esposizione al radon in casa e sul posto di lavoro è uno dei principali rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti che, ogni anno a livello globale, sono causa di decine di migliaia di decessi per tumore al polmone. Questo rapporto intende fornire un supporto alle politiche sanitarie dei vari Paesi in tema di protezione dai rischi connessi all’esposizione al radon e rispecchia l'evidenza epidemiologica che l'esposizione a questo gas in ambienti chiusi è responsabile di un numero considerevole di tumori al polmone nella popolazione generale. Il documento si basa sui più recenti risultati di studi epidemiologici sugli effetti sanitari dell’esposizione al radon nelle abitazioni e, in particolare, sull’analisi complessiva di 13 studi condotti in Europa, 7 in America settentrionale e 2 in Cina.
Organizzato in sei capitoli, ciascuno introdotto da messaggi chiave, il manuale fornisce informazioni sulla selezione dei dispositivi per misurare i livelli di radon e sulle procedure per la misurazione affidabile di questi livelli. Sono inoltre discusse le metodologie per controllare il radon nelle nuove abitazioni e per ridurlo in quelle esistenti, nonché gli aspetti relativi ai costi e ai benefici delle diverse modalità di prevenzione e azioni correttive. Ampio spazio è dedicato anche ai temi della comunicazione del rischio da radon e dell'organizzazione dei programmi nazionali in questo ambito.
Il radon è un gas radioattivo naturale inodore e incolore prodotto dal decadimento dell’uranio. Viene generato in alcune rocce e, in misura maggiore, in lave, tufi, pozzolane, in alcuni graniti e talvolta in alcune rocce sedimentarie. In spazi aperti il gas è diluito dall’aria e raggiunge solo basse concentrazioni, mentre in ambienti chiusi, come gli edifici, il radon può accumularsi e raggiungere alte concentrazioni. Una parte dei prodotti di decadimento del radon possono essere inalati dall'uomo e fissarsi all’interno di bronchi e polmoni danneggiandone le cellule e aumentando il rischio di possibili processi cancerogeni. Questo rischio è proporzionale alla concentrazione di radon e al tempo trascorso in ambienti dove è presente.
L'opinione pubblica è spesso inconsapevole: il radon non è molto conosciuto e può non essere percepito come un rischio per la salute da parte dei cittadini. Per questo, la comunicazione del rischio da radon deve essere incentrata sull’informazione di diverse fasce di popolazione e sulla raccomandazione di azioni appropriate per ridurre il radon in ambienti chiusi.
L’Oms ha stimato che, dopo il fumo, il radon è la causa principale di tumore polmonare e, per questo, molti Stati hanno adottato normative e raccomandazioni che prevedono la realizzazione di interventi per ridurre la concentrazione di radon nei casi in cui superi determinati livelli. Non è nota una concentrazione di radon al di sotto della quale l’esposizione non presenta alcun rischio. La percentuale stimata di tumori polmonari legati al radon è compresa tra il 3% e il 14%, a seconda della concentrazione media di radon nel Paese considerato e dei metodi di calcolo.
La maggior parte dei tumori al polmone dovuti a questo gas si verifica tra i fumatori e gli ex fumatori, a causa di un forte effetto combinato del fumo e radon. Tuttavia, tra le persone che non hanno mai fumato, il radon è la prima causa di cancro ai polmoni.
I programmi nazionali sul radon
I programmi nazionali sul radon devono ridurre sia la popolazione a rischio, sia il rischio individuale per le persone che vivono in zone con alte concentrazioni. Per limitare il rischio individuale, viene raccomandato un livello nazionale di riferimento di 100 Bq/m3. Laddove non sia possibile rispettare questo limite, il livello non deve comunque superare i 300 Bq/m3. Il problema del radon va affrontato tanto nella costruzione di nuovi edifici (prevenzione) quanto nel risanamento (o bonifica) di quelli esistenti. A questo proposito, sarebbe auspicabile inserire norme edilizie per installare misure di prevenzione nelle case in costruzione e per misurare il radon durante l'acquisto e la vendita di case (allo scopo di identificare gli ambienti con elevate concentrazioni di radon).
Materiali utili
- il rapporto “Who handbook on indoor radon, a public health perspective” (pdf 600 kb). Oms, 2009
- link e risorse sul radon : una rassegna dei principali siti italiani e internazionali, ma anche articoli e documenti (in italiano e in inglese) e materiali di seminari e convegni.
- la scheda del progetto Ccm "Avvio del Piano nazionale radon per la riduzione del rischio di tumore polmonare in Italia" .
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