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Psicoterapia

La psicoterapia è un metodo di cura dei disturbi, psichici e psicofisici, derivati da motivi sia consci che inconsci. Oggigiorno è diventata trattamento elettivo di tutti i disturbi psichici, di quelli caratteriali e psicoaffettivi, dell’età evolutiva, dell’età adulta, di quelli sessuali, dell’umore e dell’identità. La psicoterapia viaggia dentro le modalità e le qualità della relazione interpersonale soggettiva, attraverso l’autoregistrazione emotiva del vissuto che se ne ricava. E’ un’esperienza del tutto particolare che s’instaura con il terapeuta nella relazione transferale e nel luogo del “campo analitico”. Per avviare la psicoterapia, paziente e terapeuta si accordano "sulle modalità e sulle condizioni” che definiscono il “setting”; inizialmente gli accordi vengono condivisi solo intellettualmente, poiché per fare in modo che essi diventino effettivi e includano la profondità della persona, è necessario che vi sia anche l’accordo dei rispettivi inconsci. Questo di norma si realizza sul campo man mano che si procede con il lavoro analitico. Un'importante funzione dello psicoterapeuta è quella di ascoltare, non per dimostrare che è disponibile, ma per permettere al paziente di far esprimere il suo malessere. Attraverso l’ascolto sapiente, “attenzione fluttuante”, l’analista si lascia toccare da tutto il materiale presentato dal paziente, sia da quello esposto coscientemente, che da quello rivelato attraverso le “smagliature”, gli stati emotivi e la narrazione, riuscendo così a lavorare con la realtà più viva e profonda e a cogliere i “fatti prescelti” con conseguente riformulazione di senso. Dopo aver “monitorato” la generale condizione psichica del paziente e del particolare momento analitico, il terapeuta si muove elaborando, apportando e dosando il materiale emotivo e intellettivo. Sto parlando di quando lo psicoterapeuta funziona come se fosse un “modulatore dinamico” che permette la fioritura nel campo terapeutico di maggiore o minore ascolto, di presenza o assenza di interpretazioni, di sostegno esplicativo, di prudenza difensiva, di affiancamento, di compagnia, etc... In sintesi nel processo terapeutico, l’analista opera servendosi di tutto ciò che dispone; utilizza, dunque, quella che è la sua “strumentazione” analitica: interpretazione, controtransfert, setting, empatia, ascolto. Egli, infatti: - apporta e favorisce evoluzioni, coltiva atmosfere, eventi e manovre benefiche, salutari e curative. - aiuta il paziente a prendere in mano la sua cura e a capire che può disporre del suo terapeuta se non riesce a “sbrogliarsi” da solo. - Il calore affettivo, l’autenticità e l’empatia (intesa come capacità di comprendere emotivamente l’altro) sono qualità indispensabili per un buon processo psicoterapico. - Lo psicoterapeuta deve assumersi il dramma della responsabilità del caso anche quando il paziente offre solo il suo corpo e la sua mente sofferente, senza compartecipazione evidente, senza collaborazione analitica, senza motivazione né speranze. - Deve trovare, in quella specialissima situazione “buia”, la via o il metodo che porta a “schiarire” la sofferenza, il verso che offre maggiore comprensione e pensabilità, la porta che accede alla guarigione.

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