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Psicodiagnosi

La Psicodiagnosi (o Diagnosi Psicologica) è un processo indispensabile sia quando si è perfettamente consapevoli della natura del distubo, sia quando non lo si è.


Durante questo processo vengono somministrati (a giudizio del clinico) diversi questionari che valutano il livello di ansia di stato (cioè in quel preciso istante), il livello di ansia di tratto (cioè la tendenza a reagire in modo ansioso in molteplici situazioni), i tratti di personalità come l'introversione, i disturbi psicosomatici, le paure o fobie, la depressione, i comportamenti ossessivo compulsivi, le preoccupazioni per la propria salute, la rabbia, l'impulsività, il cinismo, le tendenze antisociali, l'arrivismo, l'autostima, l'assertività (cioè la capacità di esprimere le proprie opinioni senza provare sensazioni spiacevoli), il disagio sociale, i problemi nell'ambito scolastico o lavorativo, nell'ambito familiare, la fiducia o sfiducia nella possibilità di ricevere aiuto di tipo psicologico, la vita sessuale, il livello di soddisfazione personale e di qualità percepita della propria vita, l'eventuale uso o abuso o dipendenza da sostanze stupefacenti o psicotrope incluso l'alcol, la storia scolastica e lavorativa ed eventuali altri problemi che sorgono durante i colloqui.


La somministrazione di test computerizzati o cartacei , infatti, è sempre accompagnata da colloqui clinici, condotti secondo una tecnica specifica che ha un duplice compito: quello di creare una alleanza terapeutica con la cosiddetta "parte sana" del paziente, cioè quella che vuole guarire, e l'indagare in maniera non invasiva sulla presenza di altri problemi non rilevati dai questionari. Inoltre i test non sono "infallibili" e non rivelano "verità assolute", per cui discutere insieme i risultati aiuta ad inquadrare meglio la situazione reale della persona e ad individualizzare il trattamento.


Alla fine dell'iter psicodiagnostico (che richiede in media tre o quattro sedute) il clinico può formulare una o più diagnosi, attenendosi ai criteri pubblicati sul DSM-IV-TR o sull'ICD-10, i due sistemi di classificazione nosografica maggiormente usati.


E' molto utile formulare le diagnosi secondo il sistema "multiassiale" del DSM-IV-TR, che esprime la valutazione su cinque "assi":


Asse I: Disturbi clinici - Altre condizioni che possono essere oggetto di attenzione clinica


Asse II:Disturbi di Personalità - Ritardo Mentale


Asse III: Condizioni Mediche Generali


Asse IV: Problemi Psicosociali ed Ambientali


Asse V: Valutazione Globale del Funzionamento


Spiegare al paziente in parole semplici e chiare la diagnosi è un DOVERE dello psicoterapeuta, in modo da poter introdurre con altrettanta chiarezza quali saranno i metodi e le tecniche del trattamento, oltre ai costi e alla sua (probabile) durata.


Ricordiamoci sempre che il paziente ha anche il diritto di non essere trattato e noi abbiamo sempre il diritto di non accettare un certo tipo di paziente in trattamento. Noi Psicoterapeuti non siamo onnipotenti, e talvolta capita che non sappiamo trattare un certo tipo di disturbo o non lo abbiamo mai fatto.


Questo è uno dei motivi per cui esiste la Supervisione Clinica (Vedi Voce).




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