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Il dito a scatto è una condizione patologica caratterizzata dalla difficoltà del tendine flessore delle dita nel suo scorrimento a livello della I puleggia della mano. La sintomatologia si caratterizza per il dolore localizzato a livello della metacarpofalangea (in corrispondenza della prima plica palmare), associato alla presenza di un nodulo tendineo apprezzabile alla palpazione e, nelle fasi avanzate, a un vero e proprio blocco dell’estensione del dito. Il dito infatti rimane flesso e si estende solo con forza e con dolore. Qualsiasi condizione in grado di diminuire lo spazio a livello della puleggia A1 può essere responsabile dell’insorgenza di tale condizione morbosa. A tal pro è bene fare alcuni richiami di anatomia: il tendine flessore decorre all’interno di una guaina (la guaina tendinea) la quale, in alcuni punti, è rafforzata da una sorta di ponte tendineo (le pulegge) che hanno la funzione di creare una zona di fulcro durate la flessione stessa. Una infiammazione del tendine o un’infiammazione della puleggia possono diminuire tale spazio, per cui il tendine scorrerà con difficoltà. I traumi alla mano, la gravidanza e le attività lavorative che comportano un notevole stress manuale devono essere considerati fattori di rischio. I traumi alla mano possono infatti determinare ematomi con conseguente alterazione delle strutture menzionate. La gravidanza, per alterazioni ormonali, comporta un’imbibizione tissutale e quindi un aumento delle dimensioni dei tendini flessori. Le attività manuali ripetute determinano invece un ispessimento delle pulegge nonché un ispessimento dei tendini flessori per sinovite da iperuso. Sarebbe opportuno rivolgersi alla valutazione medica sin dall’insorgenza dei primi sintomi, è opportuno rivolgersi allo Specialista in Chirurgia della Mano . La diagnosi è essenzialmente clinica. Non è di infrequente riscontro l’associazione del dito a scatto con la sindrome del tunnel carpale, in quanto, sebbene i distretti anatomici sono differenti, le cause di tali patologie sono spesso comune. Il trattamento prevede: · Terapia medica : in genere trovano impiego gli antinfiammatori. · Terapia infiltrativa: nel caso di fallimento della terapia medica si possono eseguire delle infiltrazioni con cortisonici vicino la puleggia (evitando di infiltrare il tendine) . · . Terapia chirurgica: l’intervento chirurgico prevede la sezione completa della puleggia A1 liberando così il restringimento a livello tendineo. Tale intervento in genere si esegue in anestesia locale e in regime di Day Surgery. In alcuni casi è possibile eseguire la release percutanea con ago. In questo caso la procedura viene fatta in regime ambulatoriale. I rischi dell’intervento? Oltre ai normali rischi di qualsiasi intervento (reazione allergiche, infezioni) l’ortopedico deve porre molta attenzione ad identificare e isolare i fasci vascolonervosi che decorrono vicino alla puleggia A1. Più precoce è il trattamento, migliore sarà la prognosi se accompagnate da cure riabilitative idonee per cui è consigliabile rivolgersi ad uno Specialista in Chirurgia della Mano.
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