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SOLUZIONI COGNITIVE PER SUPERARE LA CRISI DI COPPIA

Di seguito sono riportate 5 trappole cognitive che possono mettere in crisi la relazione con il proprio partner. Saper identificare le trappole permette di pensare a strategie appropriate per superarle, ingegnandosi a creare soluzioni divertenti che possono rinnovare la relazione.





1 . RICHIESTE IMPOSSIBILI - Se il vostro partner esaudisce tutti i vostri desideri, avete trovato un robot, non un compagno. Quando vengono fatte richieste impossibili e si attende un immediato soddisfacimento, la relazione può incrinarsi Non è ragionevole aspettarsi che il proprio compagno le soddisfi tutte e per di più all’istante. Inoltre, molto spesso le persone non capiscono esattamente quello che vogliono e, una volta che vengono sodifatti, chiedono sempre altro: inevitabilmente le folli richieste del partner conducono all’esasperazione.



Consiglio: (…) invece di imporre bisogni irrazionali sia a se stessi sia agli altri, in modo implicito o esplicito, provate a utilizzare l’espressione “Preferirei…”, che riflette un desiderio genuino. Inoltre questa modalità morbida di esporre un problema apre anche all’opportunità di una discussione aperta e serena.





2. VERBO ESSERE - Il verbo essere, in tutte le sue forme, sembra innocuo. In realtà, se utilizzato male, può creare danni e causare problemi. Ecco qui un esempio: se dite al vostro compagno “Sei incapace”, o altre critiche di questo genere, la chiave di volta è la parola sei. Questo è un esempio di una particolare forma di pensiero definita: pensiero di identità. Il pensiero di identità consiste nell’identificare una persona esclusivamente con quel singolo attributo. Le persone frequentemente fanno questo genere di errore, cadendo nella trappola di vedere il mondo solo attraverso “etichette”.



Consiglio: sostituite le frasi che sottointendono caratteristiche “assolute” del partner e contestualizzatele nella situazione. Ricordatevi che il vostro compagno ha molteplici aspetti, molti dei quali vi piacciono e vi hanno fatto innamorare proprio di lui. In questo modo potrete esprimere la vostra opinione senza offenderlo. E’ molto più semplice discutere con qualcuno che non ha la percezione che la sua identità sia stata ridotta ad un singolo comportamento.




3. SEI ORRIBILE! - Quando si offende l’altro, per esempio usando frasi come “Ti detesto!!” o “Sei una persona orribile!” si sta utilizzando un linguaggio che esagera fortemente alcuni difetti del partner. Questo rende la situazione di litigio ancora più difficile da gestire. Parole come “orribile”, “squallido”, “tremendo” applicate in momenti di tensione sono come un fiammifero su una tanica di benzina.



Consiglio: se volete evitare un’esplosione, chiedetevi cosa intendete esattamente con la parola orribile in quella specifica situazione. Fatemi domande come “Cosa precisamente mi ha dato fastidio?”. Cercate degli aspetti oggettivi e esponeteli al vostro compagno, in modo che possa provare a modificare un po’ i suoi comportamenti.





4. RIFERIMENTO INDEFINITO - Un’altra trappola mentale è la vaghezza verbale: lasciare il soggetto o il complemento oggetto della frase indefiniti. Prendiamo ad esempio la frase “non ne posso più”: contiene un riferimento non specificato. Certamente questa frase è legata a uno stato emotivo di sofferenza, ma dove risiede esattamente il problema? Questa vaghezza porta ad aumentare la distanza con il proprio partner, in quanto l’altro, non capendo quale sia la causa (perché non vi legge nella mente!), non può trovare nessuna soluzione per migliorare la situazione.



Consiglio: andate alla ricerca di quel riferimento indefinito che vi fa stare male. E’ forse ansia? Oppure qualcuno ha violato le vostre regole personali? Vi sentite frustrati perché avete commesso un errore? Vi sentite particolarmente sovraccaricati dal lavoro? Prendete la vaghezza e trasformatela in qualcosa di concreto, che è molto più maneggevole e facile da arginare. Così facendo potete lavorare sul problema e, avendolo esposto chiaramente al partner, anche lui potrà aiutarvi.







5. È SEMPRE COLPA DELL’ALTRO? - Se non prestate attenzione a quello che fate, sicuramente creerete un danno. Lo stesso avviene quando non si presta attenzione a quello che si dice. Quando dite al vostro compagno “tu non mi rendi felice” o “tu non sei romantico abbastanza”, state attribuendo tutta la colpa del malcontento all’interno della coppia all’altro.



Consiglio: per evitare di cadere in questa trappola occorre essere più precisi nelle frasi dette, ma soprattutto fare una analisi onesta dei propri comportamenti. E’ proprio solo colpa dell’altro? Quali errori potete aver commesso anche voi? E voi, rendete felice l’altro?





IL FILO CONDUTTORE - Queste 5 trappole sono esempi di errori cognitivi connessi all’ipergeneralizzazione: una esagerazione irrazionale. L’ipergeneralizzazione è quel fenomeno per cui un comportamento non viene visto come singolo evento, ma rappresentativo di una situazione generalizzata, per dare forza ai propri convincimenti senza basi. Inoltre, capita molto spesso di attribuire al proprio partner caratteristiche stereotipate che contraddistinguono i membri del suo genere. Questo atteggiamento non consente nessuno spazio alle differenze individuali e le peculiarità del vostro compagno vengono perse all’interno di una categoria.



Già riconoscere che state facendo una ipergeneralizzazione facilita la possibilità di modificare il vostro pensiero. Facendo a meno di queste assurde esagerazioni, vi accorgerete di dare giudizi più accurati e di fare scelte più appropriate, provando così un senso di benessere. Per di più, questa nuova modalità di pensiero vi aiuterà a sviluppare un buon autocontrollo, che a sua volta contribuisce a stabilire un’intima a calda relazione di coppia.






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