LA VALUTAZIONE PSICODIAGNOSTICA

La valutazione psicodiagnostica o psicodiagnosi consente di operare un approfondimento rispetto alla valutazione psicologica. Essa mira infatti anche alla rilevazione di sintomatologia psicopatologica.

Attraverso un esame psicodiagnostico è quindi possibile individuare la presenza di un disturbo psicologico e formulare una diagnosi differenziale, ovvero circoscrivere il disturbo in una categoria diagnostica definita e distinguerlo da tipologie di disturbi con manifestazioni sintomatologiche similari.

Un esame psicodiagnostico viene condotto attraverso il colloquio clinico e la somministrazione di strumenti di misurazione standardizzati (tests), che possono essere di differenti tipologie:

• Inventari di personalità (come per esempio il noto MMPI utilizzato nella selezione per il servizio militare) che prevedono la possibilità di riconoscersi o meno in specifiche caratteristiche o atteggiamenti.
• Test proiettivi (come il Rorschach) che prevedono la possibilità di interpretare stimoli destrutturati, come delle macchie di colore, o stimoli strutturati come delle scene di vita.
• Test grafici che prevedono appunto la possibilità di rappresentare delle figure con specifico significato ( es. la famiglia) o meno (es. l'albero).
• Test di livello che permettono di misurare aspetti cognitivi specifici ed il livello di intelligenza globale (Quoziente intellettivo, Q.I.).
• Test propriamente diagnostici orientati ad approfondire specifici sintomi inquadrabili in precise categorie diagnostiche (es. test per la misurazione di sintomi d'ansia, test per la misurazione di sintomi depressivi, ecc.).