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EMORROIDI

La Soluzione Definitiva delle Emorroidi


Chi soffre di emorroidi conosce bene il dolore e le sofferenze provocate da una '' malattia sociale''


che conduce spesso il paziente oltre che all'anemizzazione , alla invalidita' e alla perdita di giornate lavorative con costi sociali notevoli .


L' incidenza di tale patologia è tale è possibile dividere la popolazione mondiale in 3 gruppi


I gruppo CHI HA AVUTO LE EMMORROIDI


II gruppo CHI C'E' L'HA


III gruppo CHI LE AVRA' ......


Frutto di anni di esperienza in sala operatoria , di attente ricerche e dei progressi raggiunti in ambito tecnologico, il metodo THD è la risposta più efficace ai problemi legati alla patologia emorroidaria.


Chi soffre o ha sofferto di emorroidi, conosce bene i gravi disagi conseguenti alla malattia: il sanguinamento, il prolasso della mucosa e il dolore conseguente al trattamento chirurgico con metodiche tradizionali.


Il metodo THD affronta e risolve efficacemente questi problemi : riduce l'iperafflusso arterioso alle emorroidi e corregge l'eventuale prolasso riposizionando la mucosa nella sua sede naturale.


L'intervento viene effettuato in una zona priva di terminazioni nervose e in questo modo si riduce il dolore, il principale problema delle metodiche chirurgiche tradizionali.


L'intervento con il metodo THD è mini-invasivo , perché non comporta l'asportazione di tessuti, ed è sicuro.


THD è un metodo all'avanguardia nel trattamento delle emorroidi, perchè rivoluziona l'approccio chirurgico alla malattia emorroidaria, garantendo massima efficacia di risultati e riducendo al minimo i livelli di invasività, dolore e stress per il paziente.


Il metodo THD Doppler viene eseguito dal chirurgo proctologo attraverso l'utilizzo di una speciale apparecchiatura grazie alla quale si individuano con precisione e sicurezza le zone su cui intervenire, ovvero i rami terminali delle arterie che portano sangue ai cuscinetti emorroidari.


Tali arterie vengono successivamente legate al di sopra della linea dentata, in un'area priva di sensibilità al dolore.
La particolare forma dello strumento impiegato consente la standardizzazione della procedura e l' esatta e selettiva legatura delle arterie emorroidarie.


METODO THD


Il metodo THD è un approccio mini-invasivo al trattamento della malattia emorroidaria.


Esso rappresenta l’evoluzione della tecnica di K. Morinaga che, per primo (1995), pubblicò un lavoro in cui riportava 450 casi di malattia emorroidaria trattati con la legatura dei rami dell’arteria emorroidaria superiore, utilizzando un anoscopio fenestrato e una sonda doppler.


Per anni la validità della metodica è stata confermata per i casi di malattia emorroidaria di II-III grado, con assenza o iniziale prolasso, divenendo un intervento valido soprattutto quando i sintomi prevalenti della malattia emorroidaria sono il sanguinamento, la congestione, l’edema e tutti quei sintomi legati all’iperafflusso.


La novità del metodo THD consiste nell’aver trasformato un intervento chirurgico doloroso in un gold standard indolore per la malattia emorroidaria, con risultati superiori alla Milligan-Morgan , associando alla dearterializzazione emorroidaria doppler-guidata la pessia del prolasso muco-emorroidario, sintomo peculiare degli stadi più avanzati della malattia emorroidaria.


La tecnica di Milligan Morgan e le sue varianti ( tecn. di Lentini ) trova ancora indicazione nel IV stadio avanzato.


Il kit per l’esecuzione del metodo THD è formato da un anoscopio fenestrato a 5 cm. dal margine anale, auto-illuminabile, alla cui finestra si affaccia una sonda doppler per il rilievo dei rami dell’arteria emorroidaria superiore e sul cui fondo un perno, dove si introduce la testa del porta-aghi, dirige la fuoriuscita dell’ago dalla finestra, in modo da abbracciare il ramo dell’arteria emorroidaria superiore rilevato dal doppler in maniera standardizzata.


Sono presenti inoltre uno spinginodo, nel caso le dita del chirurgo non riuscissero a stringere il nodo fino in fondo; sei fili di sutura a lento riassobimento, intrecciati, con ago 5/8, studiato per ruotare comodamente e in sicurezza nell’anoscopio; un porta-aghi, con indicato il punto di inserimento dell’ago, studiato per poter ruotare comodamente nel perno dell’anoscopio; un divaricatore anale “surgy”, auto-illuminabile, che quando introdotto nell’ano, con un “effetto tenda”, espone bene la porzione di canale anale da trattare con la pessia del prolasso muco-emorroidario; un tampone emostatico anale a base di collagene suino, da introdurre nel canale anale alla fine dell’intervento.


La tecnica chirurgica consiste nel rilevare mediante la sonda doppler, dopo aver introdotto nel canale anale l’anoscopio fenestrato, i rami dell’arteria emorroidaria superiore, che vengono legati dopo aver passato una doppia ansa di filo. A questo punto si estrae l’anoscopio fenestrato e si introduce il “surgy”, esponendo la porzione di canale anale a valle della legatura effettuata e, utilizzando lo stesso filo, si procede a sopraggitto muco-sottomucoso, comprendendo nelle anse la mucosa prolassata. Si consiglia un’ampiezza dell’ansa di un centimetro e una successione di anse distanti mezzo centimetro fra loro, fino ad arrivare al peduncolo del cuscinetto prolassato, nei punti in cui sono presenti i cuscinetti, o a due centimetri dalla linea dentata, nei punti in cui è presente solo prolasso mucoso.


Ripetendo questo procedimento per i sei rami dell’arteria emorroidaria superiore (alle ore 1-3-5-7-9-11), otteniamo non solo la decongestione e la cessazione del sanguinamento dei cuscinetti emorroidali, ma riduciamo anche il prolasso muco-emorroidario, riposizionando i cuscinetti emorroidali nella loro sede naturale.


Controlli colonscopici effettuati a 1-6-12 mesi dall’intervento dimostrano non solo che la fibrosi secondaria determina una stabile fissazione alla parete muscolare dei punti trattati, ma anche che la retrazione cicatriziale accentua l’effetto lifting.


Con il metodo THD si ottiene quindi non solo la risoluzione dei sintomi della malattia emorroidaria dal II al IV grado, inserendo di fatto il metodo fra i gold standards per la malattia emorroidaria, ma l’intervento, se correttamente eseguito, è scevro da dolore post-operatorio (il paziente accusa nell’immediato post-operatorio tenesmo, secondario alla riduzione del prolasso, che si risolve nel giro di 24-48 ore), risparmia i cuscinetti emorroidali riposizionandoli nella loro sede naturale, non asporta tessuti, risultando il metodo migliore per quanto riguarda la mini- invasività, per cui di conseguenza le complicanze sono sporadiche e di scarsa gravità.


La diffusione in tutto il mondo della metodica ha prodotto numerosi lavori pubblicati sulle maggiori riviste internazionali.


Attualmente in Italia sono in corso due importanti lavori randomizzati e a doppio cieco, rispettivamente versus PPH e versus Milligan-Morgan, a cui hanno aderito qualificati centri colon-proctologici.


L’ultima evoluzione del THD è rappresentata dal THD SLIDE: questo nuovo device consiste in un anoscopio fenestrato con perno e sonda doppler come il precedente, solo che la parte superiore, dove è presente la finestra, è scorrevole, per cui, dopo aver dearterializzato, il chirurgo non deve più rimuovere il primo device e introdurre il surgy per poter procedere alla prolassopessia ma è sufficiente far scorrere la parte superiore del device perché il prolasso si affacci dentro il suo lume e il chirurgo possa procedere alla pessia con sopraggitto, senza bisogno di rimuovere il device. Quando il chirurgo ritiene di essere vicino alla linea dentata, bisogna che rimuova completamente la parte scorrevole per poter procedere sotto visione della linea dentata all’applicazione degli ultimi punti, in modo che risultino adeguatamente distanti dalla linea dentata.


RISULTATI ED EFFICACIA DELLA METODICA


NELLE EMORROIDI I II III STADIO GUARIGIONE 100 % DEI CASI TRATTATI


NELLE EMORROIDI IV STADIO 90 % DEI CASI TRATTATI


DOTT.GEO GRECO












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