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Art. Sulla Comunione 1

Art. Sulla Comunione Titolo VII DELLA COMUNIONE


Capo I DELLA COMUNIONE IN GENERALE


A rt.1100. (Norme regolatrici).
Quando la proprieta' o altro diritto reale spetta in comune a piu' persone [c.c. 920], se il titolo o la legge [c.n. 258, 872] non dispone diversamente [c.c. 215], si applicano le norme seguenti [c.c. 1350, nn. 1, 2 e 3, 2643, n. 3, 2711] . c.c. art. 1108. Innovazioni e altri atti eccedenti l'ordinaria amministrazione.


Art.1101. (Quote dei partecipanti).
Le quote dei partecipanti alla comunione si presumono eguali [c.c. 1118]. Il concorso dei partecipanti, tanto nei vantaggi [c.c. 1103, 1105] quanto nei pesi [c.c. 1104, 1123, 2263; disp. att. c.c. 68] della comunione, in proporzione delle rispettive quote.


Art.1102. (Uso della cosa comune).
Ciascun partecipante puo' servirsi della cosa comune, purchè non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto [c.c. 1073, 2256]. A tal fine può apportare a proprie spese le modificazioni necessarie per il miglior godimento della cosa [c.c. 1103]. Il partecipante non puo' estendere il suo diritto sulla cosa comune in danno degli altri partecipanti, se non compie atti idonei a mutare il titolo del suo possesso [c.c. 714, 1164].


Art.1103. (Disposizione della quota).
Ciascun partecipante puo' disporre del suo diritto [c.c. 1059, 1104] e cedere ad altri il godimento della cosa [c.c. 1102] nei limiti della sua quota [c.c. 1101, 1113; c.n. 873]. Per le ipoteche costituite da uno dei partecipanti si osservano le disposizioni contenute nel capo IV del titolo III del libro VI [c.c. 1108, 2808, 2825].


Art.1104. (Obblighi dei partecipanti).
Ciascun partecipante deve contribuire nelle spese necessarie [c.c. 1101] per la conservazione e per il godimento della cosa comune e nelle spese deliberate dalla maggioranza a norma delle disposizioni seguenti, salva la facolta' di liberarsene con la rinunzia al suo diritto [c.c. 882, 888, 1070, 1118, 1128; disp. att. c.c. 63]. La rinunzia non giova al partecipante che abbia anche tacitamente approvato la spesa. Il cessionario del partecipante è tenuto in solido [c.c. 1292] con il cedente a pagare i contributi da questo dovuti e non versati.


Art.1105. (Amministrazione).
Tutti i partecipanti hanno diritto di concorrere nell'amministrazione della cosa comune [c.c. 1101, 2257]. Per gli atti di ordinaria amministrazione le deliberazioni della maggioranza dei partecipanti, calcolata secondo il valore delle loro quote, sono obbligatorie per la minoranza dissenziente [c.c. 918, 920]. Per la validita' delle deliberazioni della maggioranza si richiede che tutti i partecipanti siano stati preventivamente informati dell'oggetto della deliberazione. Se non si prendono i provvedimenti necessari per l'amministrazione della cosa comune o non si forma una maggioranza, ovvero se la deliberazione adottata non viene eseguita, ciascun partecipante puo' ricorrere all'autorita' giudiziaria [c.c. 899]. Questa provvede in camera di consiglio [c.p.c. 737] e può anche nominare un amministratore.


Art.1106. (Regolamento della comunione e nomina di amministratore).
Con la maggioranza calcolata nel modo indicato dall'articolo precedente, puo' essere formato un regolamento per l'ordinaria amministrazione e per il miglior godimento della cosa comune [c.c. 918, 1107, 1138, 2257]. Nello stesso modo l'amministrazione puo' essere delegata ad uno o più partecipanti, o anche a un estraneo, determinandosi i poteri e gli obblighi dell'amministratore [c.c. 1129]. Ciascuno dei partecipanti dissenzienti puo' impugnare davanti all'autorita' giudiziaria il regolamento della comunione [c.c. 1106, 1137] entro trenta giorni [c.c. 2964] dalla deliberazione che lo ha approvato [c.c. 1138]. Per gli assenti il termine decorre dal giorno in cui è stata loro comunicata la deliberazione. L'autorita' giudiziaria decide con unica sentenza sulle opposizioni proposte. Decorso il termine indicato dal comma precedente senza che il regolamento sia stato impugnato, questo ha effetto anche per gli eredi e gli aventi causa dai singoli partecipanti.


Art.1107. (Impugnazione del regolamento).
Ciascuno dei partecipanti dissenzienti puo' impugnare davanti all'autorità giudiziaria il regolamento della comunione [c.c. 1106, 1137] entro trenta giorni [c.c. 2964] dalla deliberazione che lo ha approvato [c.c. 1138]. Per gli assenti il termine decorre dal giorno in cui e' stata loro comunicata la deliberazione. L'autorita' giudiziaria decide con unica sentenza sulle opposizioni proposte. Decorso il termine indicato dal comma precedente senza che il regolamento sia stato impugnato, questo ha effetto anche per gli eredi e gli aventi causa dai singoli partecipanti.


Art.1108. (Innovazioni e altri atti eccedenti l'ordinaria amministrazione).
Con deliberazione della maggioranza dei partecipanti che rappresenti almeno due terzi del valore complessivo della cosa comune, si possono disporre tutte le innovazioni dirette al miglioramento della cosa o a renderne più comodo o redditizio il godimento [c.c. 1115], purche' esse non pregiudichino il godimento di alcuno dei partecipanti [c.c. 899, 903] e non importino una spesa eccessivamente gravosa [c.c. 1120, 1121]. Nello stesso modo si possono compiere gli altri atti eccedenti l'ordinaria amministrazione, sempre che non risultino pregiudizievoli all'interesse di alcuno dei partecipanti. E' necessario il consenso di tutti i partecipanti per gli atti di alienazione o di costituzione di diritti reali sul fondo comune e per le locazioni di durata superiore a nove anni [c.c. 1350, n. 8, 1572, 2643, n. 8]. L'ipoteca puo' essere tuttavia consentita dalla maggioranza indicata dal primo comma, qualora abbia lo scopo di garantire la restituzione delle somme mutuate per la ricostruzione o per il miglioramento della cosa comune [c.c. 1103, 2825; c.n. 260, 262, 872].


Art.1109. (Impugnazione delle deliberazioni).
Ciascuno dei componenti la minoranza dissenziente puo' impugnare [c.c. 23, 1137, 2377] davanti all'autorita' giudiziaria le deliberazioni della maggioranza [c.c. 899]: 1) nel caso previsto dal secondo comma dell'articolo 1105, se la deliberazione e' gravemente pregiudizievole alla cosa comune;
2) se non e' stata osservata la disposizione del terzo comma dell'articolo 1105;
3) se la deliberazione relativa a innovazioni o ad altri atti eccedenti l'ordinaria amministrazione e' in contrasto con le norme del primo e del secondo comma dell'articolo 1108. L'impugnazione deve essere proposta, sotto pena di decadenza, entro trenta giorni dalla deliberazione [c.c. 2964]. Per gli assenti il termine decorre dal giorno in cui è stata loro comunicata la deliberazione. In pendenza del giudizio, l'autorita' giudiziaria puo' ordinare la sospensione del provvedimento deliberato [c.c. 2378]


Art.1110. (Rimborso di spese).
Il partecipante che, in caso di trascuranza degli altri partecipanti o dell'amministratore, ha sostenuto spese necessarie per la conservazione della cosa comune, ha diritto al rimborso [c.c. 1134].




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