L’importanza del binomio “tecnica/velocità” nel calcio
La velocità è tutto nel calcio? Certo che no, però riveste un’importanza crescente, molto più nel calcio moderno che in quello di 30 anni fa. Basta guardare la classifica, stilata dalla Fifa, dei calciatori d’élite più veloci: tutti nomi di blasone. Il più veloce è Antonio Valencia del Manchester United che corre a 35.1 km/h , secondo mister 100 milioni Gareth Bale , solo sesto Lionel Messi . Anche nel calcio dilettantistico bisogna entrare nell’ottica della specificità dell’allenamento. Per specificità si intende l’allenamento mirato per quel determinato sport, per quel meccanismo energetico (aerobico, anaerobico ecc.), per quel gesto atletico, per quel gesto tecnico. Per intenderci, un grande maratoneta durante una partita di calcetto tra amici, farà una gran fatica e non sarà performante pur avendo una sportività accentuata, ma specifica e aerobica. Ovviamente anche il calciatore professionista, correrà la maratona con grandissima fatica e probabilmente non riuscirà a terminarla. Occorre perciò modernizzare gli allenamenti anche nelle squadre di periferia. Non ha senso correre chilometri e chilometri attorno al campo da calcio, magari a ritmo costante e lento: bisogna preparate un calciatore ai 90 minuti, non alla maratona. Altrimenti, si creano adattamenti fisiologici non necessari e funzionali al calciatore. Certamente la resistenza va allenata, ma vanno inseriti esercizi funzionali ai cambi di direzione, scatti e “frenate”, stacchi da terra, potenziamento muscolare. Meglio se in abbinamento alla tecnica. In definitiva, allenatore e preparatore atletico, devono entrare sempre più nell’ottica di progettare insieme l’allenamento, coadiuvando specificità atletica e tecnica calcistica. Più sudi in allenamento, meno fatichi sul campo. Buona prestazione!
Foto tratta da Soccer Debate in Facebook
Dr. Lorenzo Girodo
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