Psicoterapia
Mi occupo prevalentemente di
- T erapie Individuali
- T erapie di Coppia
- T erapie Familiari
Sarebbe opportuno, prima di usufruire di uno di questi servizi, avere un'idea di che cosa è la psicoterapia e a che cosa serve .
Che cos'è?
La Psicoterapia è uno strumento per la cura dei disturbi psicopatologici di varia natura ed entità. Il disagio psichico può assumere varie forme ed andare da quelle meno gravi quali le nevrosi (in cui il rapporto con la realtà è disturbato ma esiste e si manifesta con ansie, fobie, ossessioni) a quelle più gravi come le psicosi (in cui il rapporto con la realtà è seriamente compromesso e può manifestarsi con deliri, allucinazioni, etc). Etimologicamente la parola psicoterapia significa "cura dell'anima" ed utilizza strumenti quali l'ascolto, la parola, la relazione in un'ottica di cambiamento consapevole dei processi psichici che generano il malessere.
In Italia e all'estero esistono differenti approcci teorici volti a trovare in queste tecniche una cura. I principali sono:
- Filone Sistemico-Relazionale
- Filone Cognitivo-Comportamentale
- Filone Psicoanalitico
Si rimanda a delle ricerche specifiche per capire le differenze di tali approcci. Sarebbe troppo lungo ampliare anche questo aspetto.
A cosa serve?
Ormai è conoscenza comune che ogni individuo può attraversare momenti o periodi più o meno lunghi di disagio psichico dovuti a fattori differenti (lutto, malattie, perdita del lavoro, separazioni/divorzi, rotture di legami affettivi significativi quali anche amicizie, trasferimenti in altre città, etc). Le persone in questi contesti utilizzano le risorse che hanno a disposizione per far fronte a questi eventi ma, come spesso accade, trovano vie che non sono sempre adattive per se stessi. Questo genera sofferenze che prendono "forma" di sintomi che possono strutturarsi anche per anni. La psicoterapia e lo psicoterapeuta offrono così un valido supporto e contenimento affettivo per affrontare questi momenti e per capire, attraverso un percorso guidato, come "uscire fuori" da queste sofferenze e come attingere alle risorse più profonde della persona e del contesto nel quale si vive. Secondo un'ottica sistemico relazionale, il contesto di appartenenza della persona (la famiglia, l'ambiente lavorativo, etc) che si trova a richiedere una terapia riveste particolare importanza in quanto, insieme alla figura professionale dello psicoterapeuta accelera/facilita il processo di guarigione. A questo va aggiunto che però delle volte è necessario confrontarsi e lavorare in "tandem" anche con un'altra figura professionale, quella dello psichiatra . Questi infatti, con la somministrazione di farmaci, supporta e stabilizza proprio quelle risorse interne che, soprattutto in una fase iniziale (di richiesta di aiuto o della psicoterapia), la persona non riesce a trovare. Questo non vuole dire che ogni persona che soffre ha bisogno di una psicoterapia o del supporto farmacologico, ma che quando tali disagi si strutturano nel tempo invalidando la vita delle persone possono fornire una valida alternativa . Di prassi, accanto ad ogni percorso farmacologico dovrebbe essercene uno psicoterapico in quanto, se è vero che i farmaci aiutano a gestire in modo migliore i sintomi, la psicoterapia accompagna la persona a trovare delle strade alternative al dolore utilizzando le proprie capacità e competenze in maniera consapevole . L'unione di tutte le possibili risorse aumenta, infatti, le possibilità che la persona sofferente possa trovare e applicare delle modalità adattive alla propria vita .
Da questo si evince come un percorso terapeutico non prometta nè miracoli nè magie ma l'impegno di due persone, una che soffre e una che ha delle competenze nel settore del disagio psichico, che consapevolmente fanno un viaggio di scoperta volto al benessere psicofisico. Sulla base di quella che in gergo viene chiamata " alleanza terapeutica " e cioè la relazione che si stabilisce tra terapeuta e paziente, quest'ultimo può trovare e costruire delle alternative efficaci al superamento dei momenti di empasse e di dolore che a volte li rendono "inabili" alla vita. Da numerosi studi, infatti, si è verificata l'efficacia più che del metodo, della relazione terapeutica che si stabilisce tra queste due figure.
Si comprende come un tale servizio sia consigliato a tutti coloro i quali hanno difficoltà relazionali , disturbi d'ansia , fobie , depressione , disturbi dell'alimentazione (anoressia, bulimia, obesità, disturbo da abbuffate incontrollate, etc), correlati a sostanze (dipendenze da farmaci, droghe, nicotina, etc) e altri tipi di dipendenze (gioco d'azzardo patologico), disturbi della sfera sessuale (pedofilia, masochismo, sadismo, etc) o dell' identità di genere (persistenti sentimenti di disagio per il proprio sesso, desiderio di possedere il corpo dell'altro sesso e di essere considerato dagli altri come membro dell'altro sesso) e disturbi della personalità (ossessivo-compulsivo, antisociale, narcisistico, borderline, etc).
Quanto dura?
La durata della psicoterapia è molto fluttuante a seconda del tipo di paziente, di sintomatologia e di risorse alle quali si possono accedere. L'esito positivo della terapia non è un fatto di “volontà” come spesso si dice (“ mia/o moglie/marito/figlio/genitore starebbe bene se solo volesse uscire dalla sua malattia e si applicasse di più”) anche perché questo presupporrebbe che il paziente volutamente resta in questa sintomatologica per chissà quale vantaggio. Sicuramente i sintomi “aiutano e facilitano” in alcune cose (se ad esempio si è depressi non ci si può prendere cura della casa, dei figli e del coniuge e questo solleva da molte responsabilità) ma nessuno trova in queste condizioni un soddisfacimento o un benessere. Tutte le persone che sviluppano una sintomatologia stanno quindi male e non riescono a trovare altre vie di fuga se non quelle che hanno già sperimentato...se no le avrebbero attuate con successo! Di base però ritengo che ci vogliano almeno 3 mesi per vedere anche un piccolo miglioramento e si deve lavorare sodo col terapeuta. È qui che diventa importante non la volontà ma la motivazione della persona e, di contorno, anche il contesto nel quale vive la persona in quanto tutto ciò che la circonda può facilitare od ostacolare il suo percorso di guarigione.
A seconda del tipo di terapia (individuale, di coppia o familiare) poi i tempi assumono durata e significati diversi e si rimanda ai servizi specifici per ottenere queste informazioni. È buona regola però:
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non saltare gli appuntamenti perché più la terapia viene fatta con costanza e più si comprendono le dinamiche disadattive che si utilizzano e che generano sofferenza e più si sviluppa competenza e consapevolezza
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essere puntuali perché il tempo che si perde della seduta non lo perde solo lo psicoterapeuta (anche ovviamente e lo potrebbe invece utilizzare per lavorare meglio) ma sopratutto il paziente che è arrivato da lui proprio perché sta male. La psicoterapia è si un lavoro e una responsabilità ma è in primo luogo un'opportunità per risolvere dei conflitti intrapsichici e interpersonali
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avvisare almeno con 24 ore di anticipo il terapeuta se si è costretti a saltare un appuntamento per motivi importanti altrimenti si corre il rischio di perdere l'appuntamento e di doverlo pagare. Questo è un punto molto spesso motivo di dibattito nella categoria psicoterapeuti e in quella degli psichiatri. Io ritengo che sia fondamentale stabilire nella fase iniziale della terapia queste regole onde doversi poi confrontare con problematiche che minano l'alleanza che si verrà a stabilire. Vedo questa regola importante per tutelare entrambe le figure, quella del paziente e quello del terapeuta. Se il paziente non si presenta alla seduta o chiama poco prima per disdire l'appuntamento (a meno che non sia dovuto a motivi importanti come un malore o lutto o improvvisi come ad esempio restare in panne con l'auto) il terapeuta avrà perso la possibilità di lavorare col paziente ma anche quella di poter gestire il proprio tempo e lavoro in modo diverso (ad esempio dare spazio ad un altro paziente che come lui soffre). Avvisare in tempo della propria assenza inoltre permette al paziente, qualora sia possibile per gli impegni di entrambi, di recuperare l'incontro nella settimana stessa. Allo stesso modo, se il paziente dovesse recarsi allo studio del terapeuta e non trovarlo o venire avvisato all'ultima ora della sua assenza (è ovvio che i motivi importanti e improvvisi valgono per il paziente quanto per il terapeuta in quanto anche lui “essere umano”) avrebbe, a mio avviso, diritto ad avere una seduta gratuita. La terapia è un impegno tra due persone basato su fiducia e rispetto reciproco .
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