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Cosa è la Claudicazione intermittente? Sintomi, diagnosi e cura

E' il principale sintomo dell' insufficienza arteriosa periferica , altrimenti chiamata “Claudicatio Intermittens”. Si tratta di un dolore che insorge improvvisamente in una gamba (raramente colpisce entrambi gli arti) mentre si cammina ed è localizzato generalmente sul polpaccio o sulla coscia; il paziente allora ha difficoltà proprio nella deambulazione e l’intensità del fastidio varia sia in base a alla distanza che si percorre, sia alla tipologia del terreno (in piano o scosceso).




Questo sintomo indica che siamo in presenza di una vasculopatia periferica , che altro non è se non la conseguenza dell’aterosclerosi, malattia che determina la riduzione del flusso sanguigno e la minor presenza di ossigeno ai muscoli, preposti alla deambulazione.



Quando si cammina c’è maggiore necessità di apporto sanguigno alle gambe, ma a causa del “restringimento” delle arterie, la quantità di sangue sufficiente non può essere assicurata: ecco perché insorge il dolore, spesso in modo acuto. Alcuni esperti la chiamano anche “malattia delle vetrine” perché le persone che ne sono affette, quando non riescono più a camminare per il forte dolore, tendono a fermarsi, come quando si osserva appunto una vetrina, per far placare il fastidio. Dunque la causa più nota di questa patologia è l’ aterosclerosi (ma esistono anche altre malattie più rare), indizio di una situazione di sofferenza più complessiva delle arterie di tutto il corpo.

A seconda della localizzazione del dolore è possibile stabilire quale sia l’arteria o il segmento compromesso; se si avverte un dolore al polpaccio , ci potrebbe essere un’ostruzione del segmento dell'arteria femorale superficiale che corre lungo la coscia, mentre il forte fastidio ad una coscia o al gluteo può essere indice di un’ostruzione del tratto più prossimale (aorto-iliaco), cioè di una arteria situata nell’addome; in questo caso nell’uomo è comune l’impotenza.


La progressione della malattia è indicata dalla riduzione della distanza che il paziente può percorrere in assenza di sintomi. Alla fine, il dolore ischemico può verificarsi a riposo: insorge inizialmente a livello delle zone più distali dell'arto, è intenso, senza requie, è aggravato dalla posizione eretta e spesso impedisce il sonno; il paziente trova sollievo tenendo l'arto penzoloni fuori dal letto o rimanendo in posizione seduta.


Quando l’insufficienza arteriosa diviene grave, il Paziente presenta un piede dolente, freddo e spesso intorpidito. Nei casi cronici, la cute può essere secca e squamosa, con una ridotta crescita di unghie e peli. A mano a mano che l' ischemia si aggrava, possono comparire delle ulcerazioni (di solito sulle dita dei piedi o sui talloni e, occasionalmente, sulle gambe), soprattutto dopo traumi localizzati. Non è solitamente presente edema (gonfiore).


Come viene diagnosticata la “Claudicatio Intermittens”?



La diagnosi di questo disturbo è prevalentemente clinica, si basa cioè sulla storia del paziente e l'analisi dei sintomi. Non servono particolari indagini strumentali per arrivare a stabilire questo tipo di patologia. Il test più accreditato, ma anche il più “vecchio” è attualmente molto affidabile e consiste nella stabilire il rapporto tra la pressione arteriosa massima misurata alla caviglia e quella misurata al braccio. Se il valore è uguale o superiore a 0,95, la circolazione arteriosa alle estremità è normale, se è inferiore è probabile l'ostruzione.



E una volta accertata la patologia come si interviene?


Vengono quindi effettuati esami più approfonditi (ecocolorDoppler, eventuale AngioRMN o angiografia).
In base al risultato degli accertamenti, lo specialista vascolare deciderà il trattamento più idoneo in base alla gravità ed al tipo di ostruzione, ma anche alle condizioni cliniche del Paziente; la terapia quindi è specifica per ogni Paziente , e può essere chirurgica tradizionale oppure possono essere usate le nuove tecniche mini invasive endovascolari ; a volte entrambe le metodiche possono essere utilizzate insieme per ottenere i migliori risultati; altre volte invece può essere sufficiente solamente la terapia medica, in pratica la stessa cura che viene attuata nei pazienti che hanno una forte probabilità di infarto o ictus e quindi: stile di vita sano, niente fumo, riduzione dei grassi alimentari, terapia con farmaci specifici, in particolare per il controllo dei fattori di rischio (ipercolesterolemia, ipertensione, antiaggreganti) che già da soli possono essere sufficienti nei pazienti con arteriopatia e proteggono tutte le arterie dell’organismo. Vi sono poi farmaci specifici, quali la pentossifillina, il cilostazolo e la propionil-L-carnitina, che con meccanismi diversi possono migliorare il tempo di marcia libero, ma verranno prescritti dallo specialista sotto stretto controllo medico. Da non sottovalutare anche il ruolo della terapia fisica riabilitativa . Infatti un buon programma di esercizio, meglio sotto la guida di uno specialista, è in grado rallentare la comparsa dei sintomi e di attenuarli.


Poiché tutti i Pazienti affetti da arteriopatia ostruttiva cronica periferica sono a forte rischio cardiovascolare (è molto più frequente in questi casi avere un infarto che perdere la gamba…) è necessario effettuare una accurata visita cardiologica ed eseguire un ecocoloDoppler delle carotidi e dell’addome per escludere problemi a carico delle altre arterie (coronarie, aorta e carotidi).












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