MAGNETOTERAPIA: una risorsa nel recupero di molte malattie
Gli effetti antalgici e antiflogistici dei campi magnetici sono stati confermati da rigorose sperimentazioni scientifiche e da numerosi test clinici.
Per trattare zone di piccole dimensioni (mano, polso, ginocchio, spalla, gomito)
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La magnetoterapia è una terapia fisica strumentale che utilizza i campi elettromagnetici per trattare patologie ossee e muscolari, di tipo acuto o cronico. Ristabilisce l’equilibrio cellulare quando le cellule vengono danneggiate. E’ particolarmente indicata e utilizzata nel caso di pazienti che soffrono di osteoporosi, artrosi, artrite o dolori articolari. Ma anche per il consolidamento osseo a seguito di fratture, per il riassorbimento di un edema osseo e in tanti altri casi.
Come funziona la magnetoterapia
La magnetoterapia sfrutta i campi elettromagnetici per curare alcune patologie. Questa terapia si serve di un apparecchio costituito da un solenoide, all’interno del quale si genera un campo elettromagnetico di frequenza variabile: da pochi hertz a qualche migliaio. Le frequenze utilizzate dipendono dal disturbo da curare. Le nostre cellule sono in grado di generare un campo elettromagnetico in risposta ad uno stimolo meccanico: questa capacità si chiama piezoelettricità e la magnetoterapia è in grado di riprodurla, velocizzando così la guarigione.
L’efficacia della magnetoterapia per fratture si basa su tre meccanismi di carattere biologico.
Il primo è il meccanismo cellulare, in quanto la terapia agisce sulla membrana cellulare, depolarizzata in seguito ad un trauma con edema ed infiammazione.
Il secondo meccanismo è un meccanismo interstiziale e tissutale, agendo sulle proteine del collagene, mentre il terzo è il meccanismo tangenziale, in quanto la terapia magnetica agisce sul tessuto osseo.
Le frequenze utilizzate dipendono dal disturbo da curare : quelle basse stimolerebbero l’attività biologica dei tessuti, mentre le alte avrebbero effetto analgesico. La medicina non ha ancora stabilito in base a quali meccanismi agirebbe la magnetoterapia e, salvo il caso delle fratture, non ha espresso parere su una eventuale efficacia in caso di altri disturbi. Generalmente la magnetoterapia è utilizzata per stimolare la formazione di nuovo tessuto nelle fratture delle ossa.
Le nostre cellule presentano una carica elettrica, che sembrerebbe diminuire in caso di patologie e disturbi di vario tipo. Gli impulsi elettromagnetici servirebbero a ripolarizzare la membrana cellulare, ripristinandone il fisiologico funzionamento. Le onde utilizzate nella magnetoterapia sono del tipo non-ionizzanti e non invasive (non presentano cioè rischio biologico per il paziente e per l’operatore di radiologia) e dunque non vengono assorbite dagli organi o dai tessuti.
Le onde utilizzate nella magnetoterapia sono del tipo non-ionizzanti e non invasive, non presentano cioè rischio biologico per il paziente e per il professionista che applica la terapia dato che non vengono assorbite dagli organi o dai tessuti.
La magnetoterapia è una terapia fisica strumentale che utilizza i campi elettromagnetici per trattare patologie ossee e muscolari, di tipo acuto o cronico. Ristabilisce l’equilibrio cellulare quando le cellule vengono danneggiate. E’ particolarmente indicata e utilizzata nel caso di pazienti che soffrono di osteoporosi, artrosi, artrite o dolori articolari. Ma anche per il consolidamento osseo a seguito di fratture, per il riassorbimento di un edema osseo e in tanti altri casi.
Come funziona la magnetoterapia
La magnetoterapia sfrutta i campi elettromagnetici per curare alcune patologie. Questa terapia si serve di un apparecchio costituito da un solenoide, all’interno del quale si genera un campo elettromagnetico di frequenza variabile: da pochi hertz a qualche migliaio. Le frequenze utilizzate dipendono dal disturbo da curare. Le nostre cellule sono in grado di generare un campo elettromagnetico in risposta ad uno stimolo meccanico: questa capacità si chiama piezoelettricità e la magnetoterapia è in grado di riprodurla, velocizzando così la guarigione.
L’efficacia della magnetoterapia per fratture si basa su tre meccanismi di carattere biologico.
Il primo è il meccanismo cellulare, in quanto la terapia agisce sulla membrana cellulare, depolarizzata in seguito ad un trauma con edema ed infiammazione.
Il secondo meccanismo è un meccanismo interstiziale e tissutale, agendo sulle proteine del collagene, mentre il terzo è il meccanismo tangenziale, in quanto la terapia magnetica agisce sul tessuto osseo.
Le frequenze utilizzate dipendono dal disturbo da curare : quelle basse stimolerebbero l’attività biologica dei tessuti, mentre le alte avrebbero effetto analgesico. La medicina non ha ancora stabilito in base a quali meccanismi agirebbe la magnetoterapia e, salvo il caso delle fratture, non ha espresso parere su una eventuale efficacia in caso di altri disturbi. Generalmente la magnetoterapia è utilizzata per stimolare la formazione di nuovo tessuto nelle fratture delle ossa.
Le nostre cellule presentano una carica elettrica, che sembrerebbe diminuire in caso di patologie e disturbi di vario tipo. Gli impulsi elettromagnetici servirebbero a ripolarizzare la membrana cellulare, ripristinandone il fisiologico funzionamento. Le onde utilizzate nella magnetoterapia sono del tipo non-ionizzanti e non invasive (non presentano cioè rischio biologico per il paziente e per l’operatore di radiologia) e dunque non vengono assorbite dagli organi o dai tessuti.
Le onde utilizzate nella magnetoterapia sono del tipo non-ionizzanti e non invasive, non presentano cioè rischio biologico per il paziente e per il professionista che applica la terapia dato che non vengono assorbite dagli organi o dai tessuti.
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