Dermatologia e apparato gastroenetrico
DERMATOLOGIA E APPARATO GASTROENTERICO
Fegato e cute
Numerose malattie epatiche possono associarsi a manifestazioni di pertinenza dermatologica.
Ad esempio, l’ittero, definito come colorazione gialla di mucose e cute, può insorgere in corso di
epatite virale e ne rappresenta spesso un sintomo precoce. In particolare occorre sottolineare che
le manifestazioni cutaneo-mucose presentate dai pazienti affetti da disfunzioni epatiche possono
rappresentare non solo un segno/sintomo visibile della patologia sottostante (come nel caso
dell’ittero) ma anche di una sua complicanza, come nel caso, per esempio, dell’emocromatosi o della
crioglobulinemia. A volte, e non raramente, un sintomo cutaneo può rappresentare una conseguenza,
una reazione avversa, un effetto collaterale di un farmaco utilizzato in corso di epatopatia, come ad
esempio con l’ assunzione degli interferoni nelle epatiti virali . E, come anche la nostra personale
esperienza ci insegna, nel trattamento dei pazienti dermatologici con farmaci sistemici è possibile
anche il contrario, ossia l’instaurarsi di una sofferenza epatica (provata da un rialzo delle transaminasi)
come conseguenza dell’assunzione del farmaco. Quella che segue è una rapida e certamente
incompleta disamina di questi problemi .
Emocromatosi :
o “diabete bronzino”, è un disordine del metabolismo caratterizzato dal deposito
di ferro nei tessuti e negli organi di tutto il corpo che quindi frequentemente si complica con
l’insorgenza di uno scompenso multiorgano. I depositi di ferro determinano in particolare a livello
cutaneo una colorazione bronzina diffusa , oltre a perdita di capelli, alterazioni ittiosiformi
e coilonichia. Una riduzione dei livelli sierici di ferro può portare a un miglioramento delle
manifestazioni cutanee oltre che alla minimizzazione dei rischi di scompenso d’organo.
Eritema palmare:
florida colorazione cremisi del palmo di mani e punta delle dita. Si può localizzare
su tutto il palmo della mano, ma più di frequente a livello dell’eminenza ipotenar. Si manifesta in
diverse patologie epatiche, più spesso nei pazienti con cirrosi.
Iperpigmentazione
: l’iperpigmentazione cutanea può accompagnare l’emocromatosi, l’epatopatia
alcolica e la cirrosi.
Ittero e iperbilirubinemia :
l’ittero rappresenta il segno cardine dell’iperbilirubinemia ed è di solito
riconoscibile quando i livelli sierici di bilirubina superano i 2,5-3 mg/dL. Il colore della pelle di
solito riflette la severità del rialzo della bilirubina fino a diventare brunastra quando tali livelli sono
particolarmente elevati.
Lichen Planus :
condizione cronica, papulosa e pruriginosa, si presenta spesso clinicamente con le
“5 P”: porpora, papule planari, poligonali e pruriginose . Può manifestarsi in tutto il
corpo ma tipicamente coinvolge polsi e caviglie, causando prurito moderato-severo nella maggior
parte dei casi. In circa il 50% dei soggetti le lesioni si risolvono in 6 mesi, e nell’85% dei casi entro i
18 mesi. Non interessa solo ed esclusivamente la cute, infatti piuttosto frequentemente si associano
manifestazioni asintomatiche anche a carico delle mucose , sia orali sia genitali, e degli annessi, in
particolare delle unghie e del cuoio capelluto. L’associazione con l’infezione da HCV (più raramente
HBV) deve sempre essere sospettata e ricercata in questi pazienti.
Perdita di capelli e fragilità ungueale :
pazienti con disfunzione epatocellulare possono sviluppare assottigliamento o perdita dei capelli e alterazioni a carico
delle unghie come leuconichia od onicolisi.
Porfiria cutanea tarda :
la più comune delle porfirie, condizioni che derivano dal deficit o dal difetto
di uno o più enzimi responsabili della sintesi epatica di eme, con conseguente iperproduzione,
accumulo e aumentata escrezione di prodotti intermedi della biosintesi. La porfiria cutanea tarda
deriva dal deficit dell’uroporfirinogeno decarbossilasi. Sebbene tale condizione sia associata con tutti
i disordini epatici, i pazienti con epatite C hanno un rischio maggiore di svilupparla. Tali lesioni
sono fotosensibili, vescicolo-bollose e ulcerative; coesistono ipertricosi in regione zigomatica e degli
avambracci ed infine iperpigmentazione del volto.
Porocheratosi superficiale disseminata :
disordine della cheratinizzazione caratterizzato dalla presenza di papule bianche e squamose che si fondono in placche
in tutto il corpo. Nonostante mostri una certa predilezione per i soggetti con carnagione chiara, in generale i pazienti con
cirrosi alcolcorrelata hanno una suscettibilità a tale patologia superiore a quella della popolazione generale. Studi
recenti mostrano come le lesioni si risolvano a seguito di un miglioramento della funzione epatica.
Prurito:
può essere il risultato di una condizione specifica dermatologica o sistemica. Il fegato ha il
ruolo di neutralizzare le tossine e filtrare i sali biliari. Se tale funzione è compromessa, tali materiali
possono accumularsi nell’organismo e il deposito a livello della cute determina irritazione e prurito.
Nei disordini colestatici, come colangite sclerosante e cirrosi biliare primitiva, e nella ostruzione da
calcoli, il prurito tende a essere generalizzato ma più intenso a livello di mani e piedi. Il prurito dovuto a
patologie epatiche è particolarmente resistente alla terapia.
Sanguinamenti ed ecchimosi :
le epatopatie possono determinare ipersplenismo e trombocitopenia
in aggiunta a una riduzione dei fattori di coagulazione. Tali condizioni si possono presentare con una
miriade di sintomi cutanei inclusi porpora, sanguinamenti gengivali, facilità di sviluppo di ecchimosi ed
emorragie anche per traumi minori.
Spider naevi :
dilatazioni di vasi sanguigni in prossimità della superficie cutanea. Appaiono come
piccole macchie rossastre leggermente rialzate da cui si irradiano sottili linee verso l’esterno che danno
loro un aspetto spider-like . Possono trovarsi su tutta la superficie corporea ma più di frequente su
volto e tronco. Caratteristica delle lesioni è che scompaiono con la digitopressione. Si manifestano
quando si determina un aumento dei livelli di estrogeni, come nella cirrosi, durante terapie ormonali
o in gravidanza. Frequenti in gravidanza e in età infantile, adulti che li presentano dovrebbero essere
sottoposti allo screening per malattie epatologiche. Data la natura innocua e l’asintomaticità non
necessitano di terapia.
Vitiligine interferone-indotta
: la vitiligine è una patologia autoimmune in cui si ha la distruzione dei melanociti cutanei e che risulta in una
depigmentazione delle aree affette. Sebbene non ci sia una specifica associazione con le malattie epatiche, risulta legata
alla terapia dell’epatite C a base di interferone. La condizione si risolve spesso con la sospensione della terapia
interferonica.
Xantelasma:
deposito di colesterolo al di sotto della cute, specialmente sotto la palpebra. È una
manifestazione comune dell’ipercolesterolemia. Si presenta come una placca soffice, giallastra e indolore
a margini ben definiti che può ingrandirsi nel corso delle settimane. Diverse malattie possono portare
a più forme di dislipoprotinemie secondarie. La più comune nelle epatopatie è la ipertrigliceridemia
e bassi livelli di colesterolo HDL, ed entrambe spesso si accompagnano a steatosi epatica.
L’ipercolesterolemia è caratteristica comune della cirrosi biliare primitiva e di altre malattie colestatiche.
Intestino e cute
In questo capitolo rientrano le manifestazioni cutanee in corso di patologie gastroenteriche di
natura diversa, ossia da malassorbimento (in parte già analizzate), infiammatorie, neoplastiche, che
in alcuni casi, essendo considerate altamente specifiche, rappresentano oltre che un valido aiuto al
gastroenterologo per orientare la diagnosi, uno strumento in mano al dermatologo per consentire una
diagnosi gastroenterologica precoce e non necessariamente invasiva.
Malattie infiammatorie croniche intestinali
In corso di malattia infiammatoria cronica intestinale (MICI) sono state segnalate diverse
manifestazioni extraintestinali a carico di qualsiasi organo e apparato, e che possono precedere,
coincidere o seguire i disturbi strettamente gastroenterici. In circa il 10-15% dei pazienti affetti
da MICI si documenta un interessamento cutaneo, più frequentemente come eritema nodoso o
pioderma gangrenoso , ma che può essere rappresentato anche dalla comparsa di: psoriasi, eritema
polimorfo, epidermolisi bollosa acquisita, sindrome di Sweet o malattia di Crohn metastatica, o a
livello della mucosa orale di: stomatite angolare, stomatite aftosa o piostomatite vegetante. Proprio in
riferimento alla stomatite (figura 5), secondo recenti ricerche il 6-20% dei pazienti affetti da MICI
presenta lesioni di questo tipo, talvolta del tutto asintomatiche, e saliamo a circa il 50% considerando
la sola popolazione pediatrica. Infine, sempre con una particolare predilezione per l’età pediatrica, si
sottolinea anche il frequente interessamento delle mucose genitali con presenza nel sesso femminile
di: edema vulvare, fibromi penduli, pustole, ascessi, fistole, ulcere e suppurazione a livello vaginale, e nel
sesso maschile di: edema penieno e scrotale e ulcere sub-coronali.
Un primo tentativo di classificare le manifestazioni muco-cutanee in corso di MICI risale al 1992,
quando Gregory e coll. hanno proposto la distinzione in:
■ forme specifiche: fissurazioni perianali, fistole e skin tags, malattia di Crohn orale, malattia di
Crohn metastatica;
■ forme reattive: eritema nodoso, pioderma gangrenoso, ulcere aftosiche, eruzione vescicolopustolosa,
pioderma vegetante, vasculite necrotizzante, poliarterite nodosa cutanea, eritema
polimorfo, orticaria, sindrome di Sweet, sindrome dermatosi-artrite intestino-associata;
■ miscellanea 23 .
Successivamente, nel 2005, Galbraith e coll. hanno rivisto la classificazione delle manifestazioni orali
associate alle MICI suddividendole in:
■ specifiche: granulomatosi orofaciale (cheilite granulomatosa), clobblestoning (papule
sottomucose), fibromi mucosi, ulcere lineari profonde con aspetti iperplastici, piostomatite
vegetante;
■ aspecifiche: ulcere aftosiche, cheilite angolare, edema labiale/faciale, gengiviti, eritema/edema
gengivale
Al di là degli aspetti classificativi, in questo contesto descriveremo brevemente le manifestazioni
cutaneo-mucose che più frequentemente si associano alle MICI, e in particolare: eritema nodoso,
pioderma gangrenoso, piostomatite vegetante e psoriasi.
Eritema nodoso:
interessa il 10-15% dei pazienti affetti da MICI, prediligendo la malattia di
Crohn. Clinicamente si presenta con noduli singoli o multipli, eritematosi, caldi al tatto, contusiformi
(figura 6), tipicamente localizzati simmetricamente sulle superfici estensorie degli arti inferiori in età
adulta, ma nei bambini anche sulla superficie anteriore delle cosce, su arti superiori, tronco e volto, che
mostrano una patognomonica evolutività cromatica, infatti le lesioni da rosse diventano porpora, poi
giallo-verdi e infine livedoidi
Pioderma gangrenoso :
interessa dal 2 al 12% dei pazienti affetti da MICI ed in particolare
quelli con rettocolite ulcerosa. Sono state descritte diverse varianti cliniche, tra queste la forma
pustolosa, che è quella più frequentemente associata, quella bollosa e quella ulcerativa o classica.
Patognomoniche ed importanti per la diagnosi sono la presenza di un bordo violaceo della lesione
ulcerativa, la marcata tendenza a estendersi centrifugamente, anche con eventuale remissione centrale,
sia spontaneamente sia in seguito a manovre di debridement o medicazioni aggressive ed infine la
guarigione con formazione di tessuto cicatriziale cribrato con partenza dalla zona centrale .
Piostomatite vegetante:
rara malattia cronica pustolosa del cavo orale, considerata da alcuni Autori
come l’equivalente orale della malattia di Crohn vista la sua abituale associazione con quest’ultima
condizione. Clinicamente caratterizzata dalla comparsa di pustole multiple fragili in corrispondenza
di labbra, tonsille, gengive, palato molle e duro, che esitano, rompendosi, in ulcere superficiali. In circa
la metà di questi pazienti viene comunque riferita la presenza di vescico-pustole essudanti e placche
vegetanti anche a livello cutaneo e in particolare a livello di ascelle, genitali e cuoio capelluto
Psoriasi:
malattia infiammatoria di cute, articolazioni e unghie caratterizzata da lesioni eritematose a
limiti netti, ipercheratosiche e coperte da squame bianco-argentee facilmente asportabili, localizzate
prevalentemente a livello di cuoio capelluto, gomiti, ginocchia e regione sacrale. La sua associazione
con le MICI è piuttosto comune, sebbene più frequente con la malattia di Crohn
Celiachia e “non-celiac gluten sensitivity”
Tra le patologie intestinali che più frequentemente si associano a manifestazioni cutanee la
celiachia occupa una posizione di indiscusso rilievo. Conoscere l’ampia gamma di manifestazioni
dermatologiche che i pazienti celiaci possono presentare è utile sia per migliorare la qualità della
loro vita, sia perché sempre più spesso nella pratica clinica capita di far diagnosi della patologia
gastrointestinale solo dopo aver riconosciuto le manifestazioni cutanee associate.
Da alcuni anni inoltre accanto alla celiachia, ormai largamente caratterizzata, si colloca una nuova
entità patologica, la non-celiac gluten sensitivity , che attualmente, sebbene ancora con qualche remora,
L’eritema nodoso interessa il 10-15% dei pazienti affetti da MICI, prediligendo la malattia di Crohn.
Clinicamente si presenta con noduli singoli o multipli, eritematosi, caldi al tatto, contusiformi, tipicamente localizzati
simmetricamente sulle superfici estensorie degli arti inferiori.
Viene definita come un corteo di segni e sintomi gastrointestinali che rispondono positivamente alla
dieta priva di glutine in pazienti con sierologia, endoscopia e genetica negative per la celiachia
In realtà anche in questi pazienti presumibilmente affetti da non-celiac gluten sensitivity spesso
vengono osservate manifestazioni a livello cutaneo, più spesso di tipo psoriasiforme o eczematiforme,
che rispondono alla dieta priva di glutine. Purtroppo essendo ancora lontani dalla definizione univoca
di questa nuova entità nosologica, saranno necessari anche studi di caratterizzazione di tutte le
possibili manifestazioni extraintestinali associate, pertanto in questa sede ci limitiamo a considerare le
manifestazioni dermatologiche che più frequentemente si associano alla celiachia.
Attualmente le manifestazioni extraintestinali cutaneo-mucose della celiachia vengono classificate
secondo i criteri proposti da Humbert e coll. nel 2006, che in particolare le ha suddivise in prima
istanza come malattie migliorate dalla dieta priva di glutine e malattie sporadicamente associate alla
celiachia ed inoltre in quattro categorie: autoimmuni, allergiche, infiammatorie e miscellanea
Tra queste è noto ormai da tempo che l’espressione fenotipica cutanea specifica della celiachia
è rappresentata dalla dermatite erpetiforme , definita come dermatite infiammatoria
morfologicamente polimorfa, in quanto caratterizzata da eritema, pomfi, vescicole, bolle, papule,
spesso contemporaneamente presenti (polimorfismo vero ed evolutivo), intensamente pruriginosa
e caratterizzata da un tipico decorso cronico-recidivante. Le sedi di localizzazione elettive delle
lesioni sono rappresentate dai gomiti e dalle superfici estensorie degli arti più in genere, dalla regione
glutea e nucale. Contrariamente a quanto si credeva in passato, questa patologia non si presenta in
una fascia di età caratteristica, ma possono essere interessati sia bambini, sia adulti, sia anziani non
necessariamente con una diagnosi di celiachia, ma sempre con alterazioni dei villi intestinali, che
possono essere anche minime. In questi pazienti è tipica la responsività delle lesioni alla dieta priva di
glutine, sebbene richieda di norma da 6 mesi a 1 anno, con la necessità spesso pertanto di associare
dei sintomatici che migliorino la qualità della loro vita .
Tra le malattie infiammatorie associate alla celiachia deve essere menzionata sicuramente la
psoriasi , comune dermatosi a decorso cronico-recidivante caratterizzata da lesioni eritemato-squamose
, meno frequentemente da pustole, che in alcuni pazienti può interessare anche le unghie
e/o le articolazioni. Le sedi più frequentemente colpite sono rappresentate anche in questo caso
dalle superfici estensorie degli arti, in particolare gomiti e ginocchia, dalla regione sacrale, dal cuoio
capelluto e in linea di massima da tutte le zone sottoposte cronicamente a trauma fisico (isomorfismo
reattivo di Koebner). Alcuni pazienti lamentano prurito, altri dolore, soprattutto in forme particolari.
che interessano le superfici palmo-plantari in cui si osserva la tendenza alla ragadizzazione delle
lesioni. Anche la psoriasi, quando ovviamente associata alla celiachia, mostra una certa sensibilità alla
dieta priva di glutine e nella nostra personale esperienza clinica spesso si tratta di pazienti affetti da
forme di psoriasi non responsive alle terapie standard, talvolta senza una diagnosi di celiachia e che,
con la diagnosi della patologia intestinale e quindi la dieta priva di glutine, ottengono un beneficio
anche dal punto di vista cutaneo
Un’altra patologia dermatologica frequentemente associata alla celiachia e che peraltro appartiene al
corteo delle malattie autoimmuni associate, è l’ alopecia areata e, sfortunatamente, soprattutto nelle
forme più gravi ed estese e quindi difficili da trattare . In particolare si tratta di forme di alopecia
areata totale (estese a tutto il cuoio capelluto) e di alopecia areata universale (estese a tutta la superficie
corporea), che purtroppo non traggono beneficio, secondo le conoscenze attuali, né dalla dieta priva di
glutine né dalle terapie normalmente in uso per l’alopecia areata.
Tra le manifestazioni cutanee associate alla celiachia e classificate come allergiche troviamo sia
l’ orticaria cronica sia la dermatite atopica . La prima si caratterizza per comparsa su superfici
corporee più o meno estese, in genere con risparmio delle zone palmo-plantari, di lesioni elementari
definite pomfi, che si presentano come rilievi solidi estremamente fugaci (da alcuni minuti ad alcune
ore), che risolvono con completa restitutio ad integrum . La dermatite atopica invece si caratterizza
per l’insorgenza di lesioni eritemato-crostose precedute da piccole vescicole pruriginose ed essudanti,
che possono localizzarsi in sedi diverse in funzione dell’età del paziente, così di solito prediligono
le superfici flessorie nei bambini, mentre le superfici estensorie nei soggetti adulti. Effettivamente
nella nostra esperienza clinica si tratta di patologie piuttosto comuni nella popolazione generale, ma
che si presentano con effettiva maggior frequenza nei pazienti celiaci rispetto ai controlli sani e che
risentono positivamente della dieta priva di glutine.
Accanto alle suddette ricordiamo per completezza anche le stomatiti aftose recidivanti del cavo orale
e le vasculiti cutanee tra le manifestazioni dermatologiche che si associano con maggior
frequenza alla malattia celiaca, oltre a quadri aspecifici correlati a deficit di assorbimento di vitamine e
minerali.
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