dermatite seborroica- diagnosi e terapia
La dermatite seborroica è una patologia cronica, che si localizza generalmente nelle aree seborroiche del volto, al cuoio capelluto, ma può interessare anche l'area presternale, le ascelle, l'inguine e i genitali esterni. Può colpire qualsiasi fascia di età. In alcuni neonati la dermatite seborroica può presentarsi solo nell’area del pannolino, confondendosi con una dermatite da pannolino o con altre dermatosi. Per cause non precisate la dermatite decorre cronicamente con fasi subcliniche e periodi di esacerbazione solo parzialmente influenzati dalla terapia.
La diagnosi differenziale della dermatite seborroica si pone soprattutto con l'eczema , le piodermiti (impetigine), la psoriasi (minore nettezza dei limiti, assenza di squame tipiche e dei tre segni caratteristici della goccia di cera, della membrana lucida, della rugiada sanguigna ecc.), la pitiriasi rosea (untuosità della squama, assenza di medaglione iniziale, diverse localizzazioni), le micosi , talvolta con il pemfigo eritematoso . Da notare una certa frequenza di associazione fra dermatite seborroica ed acne, rosacea, psoriasi che frequentemete complica il quadro clinico.
L'eziopatogenesi non è del tutto chiara si suppone che fattori infettivi, sia batterici che micotici (Pityrosporum ovale in particolare), meccanici, irritativi, psicosomatici e soprattutto una non chiarita "disfunzione sebacea" verosimilmente ereditaria, stiano alla base del cosiddetto "stato seborroico". Nella dermatite seborroica l'incremento del Pityrosporum ovale è maggiore rispetto a quanto abbiamo detto per la forfora mentre la velocità di secrezione sebacea non è necessariamente aumentata. La composizione qualitativa del sebo è invece modificata: alla riduzione di trigliceridi, squalene e cere esterificate si contrappone l'aumento degli acidi grassi e del colesterolo (con formazione di prostaglandine - soprattutto PGE2 - attivazione del turn-over cellulare, per attivazione dell'adenilciclasi di membrana, attivazione della glicolisi e infine incremento della moltiplicazione cellulare in modo non dissimile da quanto presunto per la forfora).
La terapia controlla ma non domina la situazione. Esistono numerosi prodotti per uso topico ad azione antisebo (creme, lozioni, shampoo) I cortisonici non alogenati, esclusi dal trattamento generale se non in pazienti selezionati e per brevi periodi, sono spesso utilizzabili con successo, specialmente come gel e lozioni, eventualmente associati ad antibiotici ed antifungini topici. Integratori di biotina e antifungini per uso generale, come il ketoconazolo, risultano spesso efficaci ma per breve tempo.
dott. Longobardi Raffaele specialista in dermatologia e venereologia
tel 338 3623479
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