Malattie esantematiche del bambino
Malattie esantematiche |
Le malattie esantematiche sono malattie infettive caratterizzata dalla comparsa di una eruzione cutanea per lo più generalizzata a tipo maculoso (piccole e fini macchie sulla cute), papuloso (rilievo solido e tondeggiante della cute) e/o vescicoloso. In genere, non comportano nessun rischio particolare. Oltre alla comparsa di macchioline rosse e pruriginose si possono presentare altri sintomi associati, per esempio tosse, dolori di gola e febbre più o meno alta. Questo stato non si protrae per più di una settimana e regredisce con un adeguato trattamento farmacologico su controllo del pediatra. Queste malattie colpiscono principalmente i bambini, anche perché loro non hanno ancora sviluppato le difese immunitarie, e perché si tratta di malattie molto contagiose. La diffusione è facilitata dal periodo d'incubazione di queste malattie, una fase di latenza tra l'avvenuto contagio e la comparsa dei sintomi. Le piccole comunità, per esempio gli asili e la scuola, sono il luogo in cui si diffondono maggiormente le più comuni malattie esantematiche (morbillo, rosolia, scarlattina, varicella, pertosse ed orecchioni). Per certi versi è anche un fattore positivo: queste malattie tipiche dell'infanzia, infatti, se prese in età adulta sono invece molto più serie e pericolose per la salute. Una di queste malattie, la rosolia, è particolarmente rischiosa per le donne in stato di gravidanza, in quanto può portare malformazioni al feto (rosolia congenita). Il contagio di queste malattie avviene molto semplicemente, dato che gli agenti patogeni che le causano si diffondono per via aerea (dai colpi di tosse agli starnuti) e sono molto resistenti nell'aria e in ambiente ostile. Il periodo primaverile è quello in cui si verificano il maggior numero di contagi: in genere, se un alunno ne viene colpito, ben presto tutta la scolaresca si ammala, nel giro di una settimana o dieci giorni. |
Sono elencate numericamente: (prima, seconda, terza, quarta, quinta, sesta malattia) secondo l'ordine con cui sono state descritte per la prima volta in letteratura.
IL MORBILLO ( prima malattia) paramixovirus: Malattia altamente contagiosa, causata da un virus della famiglia dei Paramyxovirus. Sintomi caratteristici dell’infezione sono: febbre, tosse, rinite, congiuntivite e la comparsa sulla cute delle tipiche macchioline rosse, note con il nome di “macchie di Koplik”. In particolare, le macchie compaiono dopo 2-4 giorni, prima sulla mucosa buccale. Dopo 3-5 giorni, le macchie iniziano a diffondersi un po’ ovunque, a cominciare da sotto le orecchie e da un lato del collo, fino a diffondersi (nel giro di 24-48 ore) anche al tronco e alle estremità, quando iniziano a scomparire quelle sul volto. Insorgono, poi, faringite e infiammazione della mucosa laringea e tracheobronchiale. Nella fase acuta della malattia la febbre può raggiungere anche i 40 °C, associata spesso a fotofobia, congiuntivite, tosse secca e prurito di moderata entità. La durata complessiva del morbillo è, solitamente, di 8-10 giorni, anche se la tosse può protrarsi anche oltre. La trasmissione della malattia avviene mediante contatto diretto con il muco o la saliva del paziente infetto o tramite l’inspirazione di goccioline infette immesse nell’aria con colpi di tosse, starnuti o semplicemente parlando. La possibilità di contagiare un’altra persona inizia 1-2 giorni prima della comparsa dei sintomi e, quindi, 3-5 giorni prima della comparsa delle macchie di Koplik. Il rischio di contagio, invece, termina 4-5 giorni dopo la scomparsa dell’esantema. L’incubazione dura, in media, da 8 a 12 giorni, quando iniziano a comparire i primi sintomi. La manifestazione dell’esantema (eruzione cutanea), invece, comincia dopo circa 14 giorni. Una diagnosi di morbillo è possibile solo quando si identificano le tipiche macchie di Koplik. Maggior precisione della diagnosi, poi, si ottiene quando alle macchie si rileva anche febbre alta, malessere generale e l’esantema inizia la caratteristica progressione cefalo-caudale. Oggi sono disponibili, inoltre, appositi test sierologici.
L’epidemiologia riguardo al morbillo indica che la malattia (insieme alla rosolia) è una delle più contagiose tra quelle infettive. Colpisce, in genere, bambini tra i 3 e i 10 anni di vita. Un singolo attacco di morbillo conferisce immunità per tutta la vita. Essendo così altamente contagiosa, è molto difficile che si raggiunga l’età adulta senza aver contratto la malattia. Tra gli adolescenti e gli adulti è più probabile che si verifichi la sindrome atipica di morbillo (SAM), spesso associata a immunizzazioni precedenti mediante i vecchi vaccini antimorbillosi, con germi uccisi, ora non più prodotti. Probabilmente i virus attenuati del vaccino non impedirebbero l’infezione da virus selvaggio e riuscirebbero a sensibilizzare i pazienti in modo che l’espressione della malattia risulti significativamente alterata. La SAM, in genere, esordisce in modo brusco con febbre alta, cefalea, dolore addominale e tosse. L’eruzione cutanea inizia più tardi (1-2 giorni dopo), a partire da braccia e gambe, alla quale può essere associato edema a mani e piedi e polmonite con addensamenti nodulari nei polmoni, che possono persistere anche per 12 settimane o più.
La SCARLATTINA (seconda malattia): Malattia infettiva causata dal batterio Streptococco Beta-emolitico di gruppo A. L’incubazione dura, in media, 2-5 giorni, quando iniziano a comparire i primi sintomi. Primo fra tutti è un improvviso rialzo termico (fino a 39-40°C), associato a brividi, cefalea, vomito e mal di gola. La lingua appare prima ricoperta da una patina bianca e, poi, una volta desquamatasi, di colore rosso intenso (si parla, infatti, di “lingua a lampone”). Dopo 12-48 ore comincia a comparire la tipica eruzione cutanea (esantema), che origina solitamente dall’inguine, per poi diffondersi al collo, alle ascelle e a tutto il corpo in sole 24 ore. Il viso appare completamente rosso, ad esclusione di mento, naso e bocca che restano di colore biancastro. L’esantema tende ad attenuarsi nel giro di 3-4 giorni, mentre il completo decorso della malattia si svolge solitamente in 10-12 giorni. La trasmissione della scarlattina avviene tramite contatto diretto con la saliva o il muco di un paziente infetto o con le goccioline emesse nell’aria con tosse o starnuti. La diffusione è elevata tra i bambini di età scolare, mentre risulta essere molto insolita nei bimbi con meno di 2 anni d’età. Oggi, comunque, è in genere abbastanza rara, probabilmente perché la terapia antibiotica attualmente disponibile impedisce all’infezione di progredire o di creare epidemie. La diagnosi dell’infezione è facile già sulla base dei sintomi e, in maniera indiretta, evidenziando durante il periodo di convalescenza gli anticorpi antistreptococcici nel siero.
La scarlattina è l'unica malattia esantematica a essere causata da un batterio e si manifesta con chiazze rossastre simili a quelle del morbillo, che non interessano il palmo delle mani e la pianta dei piedi. La febbre è modesta. La terapia può utilizzare due tipi di antibiotici: la penicillina e l'eritromicina per almeno 10 giorni. Il contagio è possibile nei primi giorni di malattia, o attraverso portatori sani.
La ROSOLIA (terza malattia) : Malattia esantematica che insorge spesso con sintomi generali lievi, causata da un virus del genere dei Rubivirus, diffuso mediante i nuclei di goccioline per via aerea o per contatto ravvicinato. I primi sintomi sono caratterizzati da malessere generale e linfoadenopatia (tumefazione di linfonodi). Proprio il caratteristico rigonfiamento dolorante dei linfonodi suboccipitali e retrocervicali, insieme al tipico esantema, sono segni certi per formulare la diagnosi. L’eruzione cutanea è simile a quella del morbillo, ma è meno estesa e più leggera. Si manifesta prima sul volto e sul collo, per poi diffondersi rapidamente al tronco e agli arti. Sul palato si presenta un lieve esantema a macchie separate rosate, che più tardi si fondono in un’area rossastra che si estende alle fauci. L’eruzione dura circa 3 giorni. A seguito dell’infezione naturale l’immunità sembra perdurare per tutta la vita. La contagiosità del paziente infetto inizia da una settimana prima della comparsa dell’esantema fino a una settimana dopo la sua scomparsa. L’incubazione dura, in genere, 14-21 giorni (più spesso 16-18). Per quanto riguarda la diagnosi, la rosolia è distinta dal morbillo per l’eruzione più lieve e leggera e per l’assenza di macchie di Koplik, rinite, fotofobia o tosse. Il paziente con il morbillo, inoltre, è in genere più gravemente ammalato e la malattia ha una durata maggiore. A livello epidemiologico, è nota una maggiore incidenza di contagio tra i bambini dai 5 ai 14 anni d’età. Non tutti, però, contraggono la malattia da giovani e possono esserne colpiti da adulti. In particolare, la rosolia può rappresentare un serio rischio se contratta da donne in gravidanza (circa il 10-15% delle donne adulte risulta essere suscettibile al contagio). Nelle gestanti, infatti, un eventuale contagio può essere causa di aborto, di nascita di feti morti o di difetti congeniti nei neonati nati da madri infettate durante i primi mesi di gravidanza.
Anche la rosolia può essere prevenuta con la vaccinazione, una misura che si rivela essenziale nelle giovani donne che, senza aver mai sofferto della malattia, vogliono avere un figlio.
La SCARLATTINETTA (quarta malattia) (FILATOW - DUKES):
chiamata rosolia scarlattinosa , e’ una malattia infettiva, contagiosa a eziologia ignota. Colpisce i bambini tra i 2-8 anni senza lasciare immunita’ verso le altre malattie esantematiche. L’incubazione e’ in media di 15 giorni al termine dei quali si ha una brusca elevazione febbrile (38°- 39°C) con brividi; dopo alcune ore compare un esantema puntiforme, rosso, che inizia dal volto, e, rispettando le labbra e le zone vicine, si estende al corpo. Si esaurisce verso il 3° giorno con abbondante desquamazione che dura 10-15 giorni circa. La terapia ancora una volta è diretta a limitare la febbre o a combattere le eventuali complicanze batteriche con gli antibiotici.
Il MEGALOERITEMA INFETTIVO (quinta malattia) : un'infezione da parvovirus B19 Detta anche eritema infettivo o eritema variabile , e’ una malattia infettiva scarsamente contagiosa, provocata dal parvovirus umano B19, caratterizzata da un esantema tipico per morfologia e localizzazione; lascia una immunita’ permanente. Il periodo di incubazione e’ di 7-10 giorni. A volte all’inizio del periodo esantematico si hanno fenomeni respiratori catarrali e generali rappresentati da malessere e astenia
L’esantema, accompagnato da una febbricola, e’ caratterizzato da lesioni maculopapulari di grandi dimensioni, scarsamente rilevate, di colore rosso intenso, calde al termotatto, che ricoprono la cute delle guance in modo simmetrico, risparmia la zona periorale conferendo un aspetto "a farfalla". Dalla cute della faccia l’esantema si estende alla superficie estensoria degli arti, al tronco e alle regioni glutee; e’ rosso intenso perifericamente e rosso pallido, lievemente bluastro, al centro. Nell’evoluzione l’esantema diviene bluastro, cianotico, per inpallidire progressivamente e scomparire nel giro di una settimana; di rado possono verificarsi recrudescenze dell’eruzione.Il parvovirus puo’ provocare una artrite a lenta risoluzione nei soggetti con anemia emolitica (talassemia, anemia drepanocitica, sferocitosi) crisi aplastiche per un particolare tropismo del virus per le cellule eritroidi del midollo osseo. In gravidanza il virus puo’ essere trasmesso per via placentare e essere causa di idrope fetale. Nonostante cio’ la prognosi e’ buona; e’ bene tenere il bambino a letto per tutto il periodo esantematico e somministrare antipiretici in caso di febbre elevata. |
L'ESANTEMA CRITICO (sesta malattia) :un'infezione da herpes virus di tipo 6 e 7
Denominata anche exanthema subitum oppure roseola infantum e’ una malattia infettiva provocata dal virus erpetico HHV6. E’ scarsamente contagiosa e la trasmissione avviene mediante la saliva, di solito da adulti sani asintomatici che eliminano il virus dal faringe. Ha un andamento stagionale con maggior incidenza in primavera e in autunno. Colpisce i bambini dal secondo semestre di vita al termine dei due anni; sporadici casi possono verificarsi nel periodo scolare. L’incubazione e’ di 7-10 giorni.
L’esordio della malattia e’ brusco; la febbre diviene ben presto elevata (39° - 40°C) e oltre, persiste in media 3 giorni e scompare per crisi. L’esantema compare quando la temperatura rientra nella norma - da cui la denominazione "critico - inizialmente e soprattutto al tronco e si estende successivamente agli arti. E’ costituito da macule rosse separate da cute sana (esantema rubeoliforme) e regredisce in un paio di giorni. I segni generali, non costanti, sono rappresentati da stato di agitazione, irritabilita’, artralgie, interessamento delle meningi con episodi convulsivi che scompaiono rapidamente dopo la crisi febbrile. Un emocromo eseguito tra il 2° e 5° giorno di malattia mette in evidenza una leucopenia con netta neutropenia e linfocitosi relativa che puo’ arrivare al 90%; tale alterazione ematologica scompare durante la convalescenza. Non vi e’ terapia specifica, e’ sufficiente il riposo a letto, la somministrazione di antipiretici e, negli stati di agitazione e convulsivi dei sedativi .
VARICELLA: virus della famiglia degli Herpes Virus chiamato Varicella Zoster.
- Come ci si contagia? Attraverso un contatto diretto con la saliva del paziente infetto, oppure con le goccioline respiratorie emesse con la tosse, gli starnuti o anche semplicemente parlando oppure con il contatto con il liquido contenuto nelle caratteristiche vescicole. Può anche essere trasmessa, ma con minore facilità, da un individuo affetto da Herpes Zoster. Il picco di incidenza si verifica nel tardo inverno ed all'inizio della primavera. In genere colpisce bambini tra i 5 e i 10 anni di vita. È una malattia molto contagiosa per cui la maggior parte della popolazione in età adulta è immune.
- Dopo quanto tempo dal contagio si manifesta? In genere dopo 14-16 giorni compaiono i primi sintomi ma si possono anche avere casi da 10 a 21 giorni dal contagio.
- Come si riconosce? Inizia con malessere generale e febbre, in genere lieve, ma che può arrivare anche a 39°-40°C. Dopo alcuni giorni compare la tipica eruzione cutanea (in termine medico esantema), molto pruriginosa, che interessa all'inizio il cuoio capelluto, il viso e il tronco e poi si estende all'addome, ai genitali, alle braccia ed agli arti inferiori. Le manifestazioni cutanee hanno dapprima l’aspetto di macule-papule, in altre parole appaiono come macchioline di colore rosso, lievemente rilevate al tatto, del diametro di 2-3 mm, che nel giro di poche ore si trasformano in vescicole (contenenti liquido chiaro). Queste in alcuni giorni diventano torbide tramutandosi in pustole e, quando si seccano, diventano croste che si staccano spontaneamente senza lasciare cicatrici (tranne nelle forme con sovrainfezione batterica). Le lesioni cutanee si risolvono completamente in circa 10-14 giorni.
- Quali sono le complicazioni? Sovrainfezione batterica (da stafilococco o da streptococco) delle lesioni cutanee, secondaria a grattamento delle vescicole Raramente epatite, encefalite (infezione del sistema nervoso centrale), polmonite, artrite, glomerulonefrite. La varicella è raramente grave nel bambino sano, ad eccezione dei bambini molto piccoli e in quelli che presentano una grave immunodepressione.
- Per quanto tempo il bambino è contagioso? Da 1-2 giorni prima dell’inizio delle manifestazioni cutanee fino a quando le lesioni sono tutte ricoperte da croste (6-9 giorni).
- Come si cura? Nel bambino sano è solitamente una malattia autolimitantesi e la terapia è solo di supporto. Si somministrano antifebbrili (escludendo quelli a base di acido acetilsalicilico come l'aspirina, che possono provocare gravi reazioni nel paziente) e antistaminici per il prurito. È consigliabile tenere corte e pulite le unghie del piccolo per evitare che infetti le vescicole grattandosi. Esiste un farmaco specifico per la varicella, chiamato Aciclovir, che, somministrato per bocca entro 24 ore dalla comparsa delle prime manifestazioni cutanee, provoca una diminuzione della durata e dell'entità della febbre, e del numero e della durata degli elementi cutanei. Il suo uso non è raccomandato nel bambino sano, ma può essere preso in considerazione nei bambini maggiormente a rischio di complicazioni come quelli di oltre 12 anni di età, o con malattie respiratorie e cutanee croniche gravi o nei casi secondari che avvengono in famiglia (e che di solito hanno un decorso più grave).
- Come si previene? Con il vaccino anti-varicella, che in genere viene somministrato in un'unica dose sotto i 13 anni di vita e in due somministrazioni sopra tale età. La vaccinazione è indicata nella prima infanzia, nei bambini più grandi e negli adolescenti ancora suscettibili, che non hanno cioè contratto la malattia.
- Quanto tempo si deve stare assenti da scuola? La legge italiana prevede la riammissione a scuola dopo 7 giorni dalla comparsa delle prime manifestazioni cutanee.
- Lo sapevate che ...? Una volta contratta la varicella, il virus rimane per tutta la vita nel nostro organismo, annidato nei gangli delle radici dei nervi spinali, pur senza dare sintomi (si dice, in questo caso, che rimane latente). Può accadere che, soprattutto negli adulti e negli anziani, in corrispondenza di situazioni stressanti o di immunodepressione transitoria, il virus si riattivi, causando lesioni cutanee che prendono il nome di Herpes Zoster o "fuoco di Sant'Antonio" e che sono costituite da grappoli di vescicole spesso dolorosi, localizzati lungo il decorso di un nervo sensitivo.
HERPES ZOSTER
L’herpes zoster o zona , e’ provocato dalla riattivazione del virus della varicella e e’ caratterizzato dalla comparsa di una eruzione vescicolare, dolore nevralgico; di solito limitato a un dermatomero. Tale affezione e’ relativamente poco comune nei bambini al di sotto dei 10 anni di eta’ e la sua incidenza aumenta progressivamente negli anni successivi. Il paziente ha di solito una storia di infezione di varicella ma vi sono anche casi in cui essa puo’ manifestarsi in forma lieve (denominata anche varicella "ambulatoriale") e quindi passare inosservata. Clinicamente la malattia ha un esordio piuttosto brusco; dolore ed iperestesia del dermatomero colpito e, non di rado, malessere generale e febbre. Entro pochi giorni compaiono gittate di papule rossastre che evolvono attraverso le stesse fasi di quelle della varicella.
L’eruzione scompare, nei soggetti al di sotto dei 20 anni, in 1-2 settimane. Analogamente alla varicella le gittate successive continuano fino a una settimana, con distribuzione lungo il decorso del nervo. Le localizzazioni piu’ frequenti in soggetti giovani vanno dal 2° nervo dorsale al 2° nervo lombare, ma nei bambini anche lo zoster cefalico e l’infezione dei nervi sacrali sono una evenienza non rara e di cui si debbono temere le possibili complicanze che sono nel primo caso l’uveite e la cheratite, nel secondo, le lesioni agli arti inferiori e ai genitali. L’herpes zoster colpisce di frequente bambini affetti da leucemia o altre affezioni che comportano una immunodepressione.La diagnosi e’ clinica e con la comparsa dell’eruzione, la sua distribuzione e l’evolversi delle lesioni, relativamente semplice. Il dolore puo’ essere controllato con analgesici, mentre l’aspirina deve essere possibilmente evitata a causa del rischio di insorgenza della sindrome di Reys. Nei soggetti immunocompromessi, con zoster grave e generalizzato, si e’ dimostrato efficace il ricorso all’acyclovir .
La visita dermatologica è importante per distinguere una malattia esantematica da problemi cutanei di altra origine.
dott. Longobardi Raffaele specialista in dermatologia e venererologia
cell. 3383623479
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