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L'ERA DELL'ALCHIMAGO di Luca Santilli

15.00
Disponibilità: ALTA
Codice: 9788865915295

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Descrizione
L’era dell’alchimago Primo libro – Axel e il Ritorno di Shaitayn



LO SCRITTORE ALCHEMICO



In uno scenario tranquillo e ridente, colmo d’ogni armonia come quello di una caratteristica cittadina di nome Perl ai confini del Piccolo Mondo, improvvisamente irrompono le forze del male che danno inizio a una serie infinita di avventure tra due mondi che volteggiano attorno a una grande voragine. Il ritorno dell’oscuro Shaitayn farà prevalere le tenebre sul pianeta? Ad Axel un giovane appassionato di arti alchemiche e ai suoi fratelli Albert e Mary non resta che accettare il loro destino e gettarsi in imprese molto più grandi della loro capacità di vincerle. Che accadrà? Lo so, lo so, vorreste sapere di più, ma per scoprirlo dovrete immergervi nella lettura di questo libro dagli sviluppi imprevedibili. Battaglie magiche, creature mostruose, simbologie mistiche, maghi potenti e conoscitori dell’arte alchemica, geografie di popoli e un immaginario storico che sintetizza la disarmonia del mondo in cui viviamo. Tutto questo e molto di più è L’era dell’Alchimago.



Il genere fantasy segna una svolta nella produzione del nostro amato scrittore, già autore di varie raccolte poetiche e di ben due romanzi epistolari, Ho raccolto un fiore nero e il sequel Gli alberi ricordano di noi. L’aspetto per cui L’era dell’Alchimago ci sembra ricollegabile alla produzione precedente dell’autore è il modo lirico con cui il linguaggio nel rappresentare l’eterno conflitto duale tra il bene e il male è teso a pacificare i contrasti col quotidiano e a disvelare l’origine poetica delle cose. Cosa dire di un caro amico di cui ho letto gran parte della sua produzione che voi già non sappiate?



Che tutto questo lo consacra come lo scrittore alchemico a cui accennavo in apertura. C’è uno scambio ininterrotto fra quel che è immaginato e l’autore, l’adempimento a un destino umano che è una continua obbedienza alle forze del bene, la possibilità immanente di trasportare in un passato solamente immaginato le contraddizioni persistenti di un presente drammaticamente reale.



Qual è il destino di ognuno che lo pone nella possibilità di essere a pieno se stesso consentendogli di procedere al di là dell’esistenza anonima? La nostra curiosità resterebbe destinata a non trovare risposta se non venissimo alla luce, perché in fondo autodeterminarsi significa obbedire a una circolarità preordinata dal cosmo. Così in mezzo al libro del nostro destino, se di destino si può parlare, viene a realizzarsi un incontro letterario inatteso, suggestivo e allettante che entra nelle nostre vite mostrandoci come a esse s’accompagnino delle situazioni necessarie. Perché noi siamo nel mondo, e tentare il dominio sulla natura significa reprimere il bene che ci governa.



Questo processo poetico dalle radici alchemiche si svolge attraverso una narrazione complessa di accadimenti, magistralmente frammentata da continui colpi di scena che tolgono fiato al lettore.



La geografia in cui il romanzo si immagina ambientato suggerisce l’idea di una lotta di classe incontrastata proprio perché la degradazione morale degli uomini si è ridotta a mera dipendenza dai beni materiali e a una sete di potere insaziabili che sono il frutto del tendere verso una morte interiore. Il Grande Mondo e il Piccolo Mondo in mezzo ai quali si apre la Voragine Eterna sono lo scenario in cui noi lettori ci muoviamo in avanscoperta coi nostri eroi. Tuttavia, i due mondi rimangono separati in apparenza perché in realtà comunicanti attraverso l’esplodere di conflitti e catastrofi che lacerandoli dall’interno mettono in atto la possibilità di una trasformazione profonda. Ciò a significare che la dimensione di mezzo che li unisce è una zona di passaggio neutra dove bene e male avvengono e confliggono, si compenetrano e si scontrano, ma appunto finiscono coll’incontrarsi come per una sorta di necessità cosmica. La Voragine Eterna ha l’evidenza della innumerevoli verità a cui ognuno di noi può aderire, ma pur sempre considerando in modo lucido tutte le conseguenze possibili che possono derivare da simili scelte. Di fatto, nel traversarla gli eroi non cambiano come fedeli al destino che hanno scelto per sé.



Così essere relati al mondo e agli altri implica un’amplificazione delle capacità percettive che si attesta proprio a partire dal contatto con la natura e la storia, dalla comprensione e dalla capacità di progettarsi. Scegliere da che parte stare, ponendoci a guardia del nostro destino di esseri umani consapevoli che è il bene ad averci generati. Il male è solo un pretesto a sfuggire dalle cure quotidiane del vivere, ma non per questo va temuto perché il nostro compito è quello di convertirlo in bene, e salvare al bene la bellezza della vita.



E tu da che parte della voragine stai?



Prefazione a cura di Pietro Romano