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Il nipote del Negus
13.00€
Disponibilità: ALTACodice: 9788838924538
Marca: sellerio editore
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Descrizione
In sintesi
Autore: Camilleri Andrea
In sintesi
Caltanisetta, anni '30, guerra d'Etiopia. Protagonista il nipote del Negus, il principe etiopico Grhane Selassie, che si iscrive alla Regia Scuola Mineraria di Vigata. Il personale della scuola gli riserva un trattamento degno della sua posizione sociale: asseconda ogni suo vizio e desiderio, in realtà più per salvaguardare il posto di lavoro che per cortesia. Nelle vicende della quotidianità del principe che vive tra agi, capricci e donne, si intrecciano le questioni politiche: lo scontro tra Italia e Etiopia. Mussolini infatti interviene sollecitando invano il principe a scrivere una lettera di straripanti elogi sul fascismo. Ecco che la vicenda prende la piega della farsa, e nella trama fatta di missive, telegrammi, questioni di stato, conversazioni, Camilleri presenta i fatti con la sua vena originaria, irriverente e comica.
Un romanzo dal divertimento contagioso, che mescola storia e fantasia.
Disponibile dal 25 marzo.
Contenuto Un romanzo dal divertimento contagioso, che mescola storia e fantasia.
Disponibile dal 25 marzo.
Eja, Eja, Alalà! Fu già tempo in cui si andava in camicia nera; si cantavano inni. Quando la menzogna si accasa nella storia, sono gli atti di fede, e i manganelli, che fanno la verità. Ci volevano, a Vigàta, le furberie e le mattacchiate di uno scavezzacollo principe di colore, la selvatica estrosità e il talento per gli affari di un diciannovenne ben arnesato e sessualmente senza briglie, la spudoratezza e l'inclinazione astuta di un nipote del Negus, i puntigli principeschi di uno studentello straniero senza letto e senza tetto, che allettava gli occhi e invaghiva i cuori, per umiliare l'onore, l'orgoglio virile, le mire colonialistiche, le prolisse incompetenze del regime, e il nazifascistico razzismo. Il nipote del Negus, il principe Grhane Sollassié Mbassa, è stato iscritto alla Regia Scuola Mineraria di Vigàta. Si rivela un virtuoso della bricconeria e un atleta dell'inganno: tutti brontolando, e lui bravando; promettendo molto, e ancor più pagando, senza nulla mai ottenere. Cosa non tollerano tutti, cosa non tentano. Anche il Duce schiuma e freme, e subisce a rate i tiri bassi dell'etiope: di quel tizzone d'inferno che scalcia e corvetta; e sfugge al dover suo di dar testimonianza in terra italica e in colonia del viver bello e libero e generoso della "civiltà" fascista. Un evento reale con cui Camilleri torna alla sua vena più antica, quella più irriverente e comica, che mescola con intelligente divertimento, storia e fantasia.