Ipermetropia
I pazienti ipermetropi sono spesso in grado di mettere a fuoco gli oggetti lontani, ma gli oggetti vicini appaiono sfocati. L’ipermetropia si verifica quando l’occhio è più corto del normale o quando la cornea è troppo piatta. Per tale ragione, i raggi luminosi non vengono messi a fuoco prima di raggiungere la retina. In soggetti giovani, il cristallino naturale può talvolta correggere la messa a fuoco degli occhi ipermetropi. Con il passare degli anni, il cristallino perde questa capacità e la vista si annebbia. Questo è il motivo per cui molti pazienti ipermetropi non si rendono conto della propria condizione fino a quando non raggiungono i venti, trent’anni.
Un occhio ipermetrope è più corto rispetto alla norma. Le immagini non vengono messe a fuoco quando raggiungono la retina, determinando così la visione sfocata degli oggetti, specie da vicino
TECNICHE DI CHIRURGIA REFRATTIVA
La chirurgia refrattiva si può suddividere in quattro categorie:
• tecniche con laser ad eccimeri;
• tecniche con impianti intraoculari;
• tecniche ad energia termica;
• altre tecniche.
Tecniche con Laser ad Eccimeri
PRK (Cheratectomia Fotorefrattiva)
La PRK riduce miopie di grado lieve, medio ed elevato, ipermetropie di grado lieve o moderato e l’astigmatismo. Nella PRK, l’epitelio, lo strato di cellule che riveste la cornea, viene rimosso ed il laser ad eccimeri “modella” la cornea per correggere l’errore refrattivo. Una lente a contatto protettiva viene generalmente posta sull’occhio al termine dell’intervento, per accelerare il processo di guarigione dell’epitelio, che generalmente impiega tre o quattro giorni. Siccome la PRK agisce sulla superficie esterna della cornea, i pazienti provano alcuni fastidi dopo l’intervento ed il tempo di recupero visivo dura diverse settimane. La PRK è sempre da preferire alla LASIK nei soggetti che hanno cornee sottili.
L’epitelio, ossia lo strato di cellule che riveste la cornea, viene rimosso .
Il laser ad eccimeri modifica la superficie della cornea .
LASIK (Laser In Situ Keratomileusis)
La LASIK comprende due tecniche chirurgiche per correggere l’errore refrattivo. Prima, un laser femtosecondo o una lama chirurgica chiamata microcheratomo crea un sottile lembo (flap) nella cornea. Successivamente, il laser ad eccimeri modella il tessuto corneale sottostante creando una nuova forma per correggere l’errore refrattivo. Il lembo viene poi riposizionato e aderisce sull’area trattata senza suture in pochi minuti. Alcune gocce di collirio vengono poste sull’occhio per facilitare il processo di guarigione. Il recupero visivo è quasi sempre rapido, e non c’è quasi nessun dolore post-operatorio.
La lama del microcheratomo crea un sottile lembo di tessuto corneale;
il lembo viene sollevato ed il laser rimodella la superficie esposta della cornea;
il lembo di tessuto corneale viene riposto.
Epi-LASIK
L’Epi-LASIK (Epithelial LASIK) è una tecnica di chirurgia refrattiva molto simile alla LASIK. L’Epi-LASIK è un’alternativa per quei pazienti che hanno cornee sottili e potrebbero pertanto non essere candidati per le tecniche LASIK convenzionali.
La tecnica di Epi-LASIK usa un tipo specifico di microcheratomo, chiamato Epi-cheratomo. L’Epicheratomo separa con precisione il sottile strato epiteliale – molto più sottile del lembo della LASIK – dalla restante cornea. Dopo che è stato separato l’epitelio dalla cornea sottostante, il sottile strato di cellule epiteliali viene sollevato e posto di lato. Dopo aver effettuato il trattamento laser sulla cornea, lo strato sottile viene riposizionato, dove aderirà spontaneamente. Al termine dell’operazione, per favorire la guarigione, viene posta sulla cornea una lente a contatto protettiva. La cornea rimodellata metterà a fuoco i raggi luminosi in maniera più precisa sulla retina.
PRK (o LASIK) guidata dal “fronte d’onda” (aberrometria)
Una delle chiavi per il successo di una tecnica di chirurgia refrattiva è la misurazione che fa l’oculista per la determinazione precisa dell’errore refrattivo. Piccole imperfezioni dell’occhio possono causare il passaggio della luce all’interno dell’occhio con angolazioni differenti, facendo sì che la luce colpisca la retina in diversi punti; complessivamente, queste imperfezioni sono chiamate aberrazioni ottiche.
La misurazione del fronte d’onda può essere definita come “l’impronta digitale dell’occhio.” Le misurazioni del fronte d’onda rivelano lievi, fini variazioni dell’occhio del paziente. Tali variazioni possono essere uniche, proprio come le impronte digitali.
La tecnica del fronte d’onda usa un dispositivo di misurazione per creare una “mappa” (aberrometria) che descrive il modo in cui l’occhio focalizza la luce, per determinare con precisione le irregolarità specifiche e le variazioni rispetto alla media dell’occhio del paziente in esame.
La mappa aberrometrica è molto dettagliata: anziché creare una semplice descrizione generale della capacità di messa a fuoco dell’occhio (per esempio se è miope, ipermetrope o astigmatico), la mappa registra ogni lieve distorsione nel percorso che la luce compie passando attraverso l’occhio. In aggiunta, fini misurazioni della conformazione corneale possono essere effettuate con un topografo di superficie.
Il vantaggio di avere una PRK o LASIK guidata dal fronte d’onda, in luogo di una tecnica tradizionale, sta nel fatto che si riduce la possibilità di avere disturbi nella qualità della visione, come la scarsa visione notturna, difficoltà nella guida notturna, abbagliamenti (glare), aloni e immagini offuscate nel post-operatorio. Ci sono, inoltre, alcune aberrazioni ottiche che possono distorcere la visione e che non possono essere corrette con occhiali o lenti a contatto. Queste possono essere svelate solo con l’analisi del fronte d’onda.
Come viene fatta l’aberrometria (o analisi del fronte d’onda)?
Nei pazienti che devono sottoporsi ad intervento con laser ad eccimeri con la tecnica del fronte d’onda (detta anche aberrometria), l’oculista crea una “mappa” di entrambi gli occhi utilizzando uno scanner del fronte d’onda chiamato aberrometro. L’aberrometro produce una mappa molto dettagliata dei raggi luminosi che passano attraverso l’occhio, mettendo in evidenza le imperfezioni visive.
Uno specifico flusso di luce viene inviato attraverso l’occhio e viene messo a fuoco sulla retina. Un onda di raggi luminosi viene riflessa dalla retina e passa attraverso il cristallino, la pupilla e la cornea. Un sensore, quindi, misura le irregolarità delle immagini del fronte d’onda luminoso che emerge dall’occhio. Con questo tipo di misurazione, il computer che analizza il fronte d’onda crea un’accurata mappa tridimensionale dei raggi luminosi che si creano all’interno del sistema ottico di ciascun occhio.
I dati ottenuti dalla mappa aberrometrica vengono poi utilizzati per impostare il laser, consentendo così all’oculista di personalizzare il trattamento corneale durante la procedura chirurgica.
LASEK (Laser Epithelial Keratomileusis)
La LASEK corregge la miopia, l’ipermetropia e l’astigmatismo. E’ simile alla PRK, ma lo strato superficiale della cornea (epitelio) viene riposizionato sulla superficie corneale dopo la chirurgia. La PRK e la LASEK sono simili alla LASIK per il fatto che tutte utilizzano il laser ad eccimeri per modellare la cornea. PRK e LASEK sono preferite alla LASIK nelle persone con cornee sottili, perché penetrano meno profondamente nella superficie dell’occhio.
Nella LASEK, l’epitelio viene indebolito e poi sollevato per esporre la cornea. Il laser ad eccimeri, successivamente, rimodella la cornea, e l’epitelio viene poi riposizionato. Infine, per facilitare la guarigione, viene posta sull’occhio una lente a contatto protettiva.
L’epitelio viene indebolito e sollevato;
il laser ad eccimeri scolpisce la superficie corneale esposta
l’epitelio viene infine riposizionato
Procedure d’impianto
Segmenti d’anello corneali intrastromali (INTACS)
I segmenti d’anello corneali intrastromali (INTACS) sono pezzetti di plastica semicircolari che vengono impiantati nella cornea per trattare le forme lievi di miopia. Sono anche utilizzati per altre patologie che colpiscono la cornea, come il cheratocono. Sono in grado di modificare la curvatura corneale, regolando così il potere focale dell’occhio in modo che la luce possa convergere proprio sulla superficie retinica. Gli Intacs vengono inseriti attraverso una piccola incisione vicina al margine superiore della cornea. L’incisione viene poi chiusa con due piccoli punti di sutura che generalmente vengono rimossi da due a quattro settimane dopo l’intervento.
A differenza delle chirurgie oculari che vengono effettuate con il laser, gli Intacs sono reversibili: se vengono rimossi, la cornea torna alla sua forma originale nel giro di poche settimane.
Gli Intacs sono inseriti nella cornea per cambiarne la forma
Immagine degli Intacs in un paziente
Lenti Fachiche
Fino a poco tempo fa, la chirurgia refrattiva per persone con elevati livelli di miopia o ipermetropia non era possibile. L’entità della correzione di cui avevano bisogno non poteva essere ottenuta con sicurezza tramite procedure chirurgiche che richiedevano il rimodellamento della cornea. Ciononostante, i pazienti sottoposti a chirurgia della cataratta erano stati trattati con successo tramite l’impianto di piccolissime lenti artificiali (chiamate lenti intraoculari o IOL). Nella chirurgia della cataratta, infatti, la lente naturale (o cristallino) viene rimossa ed al suo posto viene inserita la cosiddetta IOL, restituendo la possibilità di messa a fuoco della lente naturale, consentendo anche al paziente affetto da cataratta di correggere la pre-esistente miopia o ipermetropia.
Con un approccio simile, un tipo particolare di IOL che e stato poi battezzato come IOL fachica, può essere utilizzato per trattare pazienti che non hanno la cataratta ma che hanno bisogno di una correzione per difetti di refrazione che vanno oltre il livello di sicurezza delle procedure che utilizzano il laser ad eccimeri. Per preservare l’abilità di messa a fuoco della lente naturale, necessaria per la visione da vicino, la lente naturale non viene rimossa dall’occhio. La lente fachica, talvolta indicata come “lente a contatto impiantabile (ICL)”, viene inserita chirurgicamente all’interno dell’occhio, al davanti del cristallino (o lente) naturale.
Le lenti fachiche vengono utilizzate in tutto il mondo con differenti tipi di impianti. Dal momento che le lenti fachiche richiedono la necessità di entrare all’interno dell’occhio, cosa che non avviene con la PRK e la LASIK, il rischio di complicazioni è maggiore.
Una piccola incisione viene fatta nella parte periferica della cornea;
la lente fachica viene posta al davanti della lente naturale dell’occhio;
l’incisione viene chiusa con alcuni punti di sutura.
Procedure Termiche
Cheratoplastica Conduttiva (CK)
La CK viene generalmente indicate nei pazienti ipermetropi o in quelli che hanno superato i 40 anni ed hanno difficoltà a mettere a fuoco gli oggetti troppo vicini (affetti cioè da quel processo noto come presbiopia o, più brutalmente, “invecchiamento dell’occhio”). La CK non necessita di incisioni, ma viene effettuata applicando del calore per determinare il restringimento, come una cintura, dell’area periferica della cornea (sul margine esterno) creando così una cornea più curva al centro. La CK determina solo un lieve disconfort o irritazione nel post-operatorio, e la vista migliora in maniera quasi istantanea. In ogni caso, a differenza di altri tipi di chirurgia refrattiva, la correzione tramite la CK può essere temporanea e possono essere necessari dei ritrattamenti successivi.
Con la CK, una sonda sottile rilascia quantità controllate di radiofrequenza per applicare calore alla parte periferica della cornea.
Altre Procedure di Chirurgia Refrattiva
Lenti Intraoculari Accommodative e Multifocali
Le IOL accommodative e multifocali sono lenti artificiali che vengono impiantate nell’occhio, sostituendo le lente naturale, per correggere la miopia, l’ipermetropia e la presbiopia. Queste lenti consentono ai pazienti che lo desiderano, di riprendere la capacità di mettere a fuoco gli oggetti e di risolvere i problemi di rifrazione.
Sostituzione del Cristallino (RLE)
La sostituzione del cristallino viene indicata per il trattamento di miopia ed ipermetropia di grado medio o elevato nei pazienti che non sono buoni candidati alla chirurgia con il laser ad eccimeri. E’ una procedura che non utilizza il laser, ed il cristallino naturale viene sostituito da una lente artificiale intraoculare (IOL). Proprio come accade con le IOL accomodative o multifocali, la cornea non viene rimodellata col la tecnica RLE.
Cheratotomia Radiale (RK)
La RK è una procedura chirurgica che talvolta è ancora utilizzata per correggere miopia o astigmatismo di grado lieve. Usando un bisturi di diamante, vengono fatti dei tagli radiali sulla superficie corneale per appiattire e rimodellare la cornea, riducendo così l’errore refrattivo. La RK è stata ampiamente sostituita dalla PRK e dalla LASIK, che sono procedure molto più precise, capaci di correggere un più ampio range di miopia senza indebolire strutturalmente l’occhio.
Un numero variabile di incisioni radiali vengono fatte sulla superficie corneale per rimodellarla.
Monovisione
La monovisione è una tecnica di chirurgia refrattiva che è adatta a persone affette da presbiopia. Molte persone usano occhiali da lettura per correggere la presbiopia e li tolgono quando hanno bisogno di vedere da lontano. Anche se esistono tecniche di chirurgia refrattiva per correggere la miopia e l’ipermetropia, queste non aiutano a correggere la presbiopia. La monovisione è un compromesso che la chirurgia refrattiva può offrire a persone affette da presbiopia. La tecnica usa la chirurgia refrattiva per consentire ad un occhio di mettere a fuoco a distanza ravvicinata, mentre l’altro occhio non viene trattato, o se necessario, viene trattato per mettere a fuoco gli oggetti a distanza. Avendo ciascun occhio configurato per differenti distanze focali, si può così ridurre o eliminare il bisogno di occhiali o lenti a contatto. Può sembrare difficile adattarsi all’inizio, ma dopo circa sei o otto settimane dalla procedura di monovisione il cervello tende ad abituarsi alla differente capacità di messa a fuoco dei due occhi. Può essere utile una prova preoperatoria con lenti contatto per stabilire se un paziente è in grado di adattarsi al risultato refrattivo impostato.
Per acquisire la Monovisione usando la chirurgia refrattiva, un occhio viene corretto per la visione da vicino e l’altro non viene corretto o, se necessario, viene corretto per la visione da lontano.
SONO UN BUON CANDIDATO PER LA CHIRURGIA REFRATTIVA?
Per essere un buon candidato per la chirurgia refrattiva, bisogna avere dei requisiti fisici, di salute e di età. Bisogna comprendere appieno la procedura ed essere consapevoli dei rischi e dei possibili effetti indesiderati. Le linee guida generali esposte di seguito possono aiutare a valutare la propria “congruità” per la chirurgia. In ogni caso, è prima necessaria una consulenza con il proprio chirurgo refrattivo per determinare se si è realmente dei buoni candidati.
Requisiti Fisici, di Salute e di Età
Per tutte le procedure di chirurgia refrattiva si devono possedere i requisiti fisici, di salute e di età. Bisogna pertanto avere almeno 18 anni di età ed avere:
• occhi in buona salute;
• una prescrizione di occhiali stabile da almeno un anno;
• vista entro un range correggibile per ogni determinata procedura.
La maggioranza delle procedure non possono essere effettuate se il paziente:
• è affetto da malattie autoimmuni;
• è in gravidanza o allattamento;
• è affetto da malattie oculari o ha avuto traumi oculari;
• assume farmaci che possono interferire con il processo di guarigione o, più in generale, con la vista.
Comprendere la Procedura
E’ opportuno leggere accuratamente l’informativa che viene offerta dall’oculista, e fare domande se si sente il bisogno di ulteriori spiegazioni. Bisogna inoltre esser certi di aver letto con attenzione il consenso informato ed averlo compreso, prima di porre la firma.
Bisogna inoltre considerare che le tecniche di chirurgia refrattiva non fermano i naturali cambi che avvengono con l’invecchiamento dell’occhio. Anche dopo la chirurgia refrattiva, è probabile che arriverà poi il momento in cui ci sarà bisogno di lenti correttive. La chirurgia refrattiva modifica solo la parte anteriore dell’occhio, mentre la restante parte continua a cambiare naturalmente con l’invecchiamento.
Un buon esempio di ciò è la presbiopia, che fa perdere la capacità di mettere a fuoco da vicino alla maggioranza delle persone intorno ai 40 anni. Coloro i quali si sottopongono a chirurgia refrattiva svilupperanno comunque la presbiopia, e quindi avranno bisogno di lenti correttive per alcune attività come la lettura.
Comprendere i Rischi ed i Possibili Effetti Collaterali
Oltre a spiegare la tecnica chirurgica, l’oculista dovrebbe anche provvedere ad un’adeguata informazione circa i possibili rischi e gli effetti indesiderati della procedura. Effetti collaterali tipici della chirurgia refrattiva possono essere:
• Aberrazioni visive . In alcuni casi, i pazienti riportano la visione di aloni o scie luminose attorno alle luci di notte.
• Occhio secco . I sintomi dell’occhio secco sono comuni per molti pazienti dopo la chirurgia, e vengono solitamente alleviati con l’uso di lacrime artificiali. La condizione generalmente svanisce dopo alcune settimane o mesi dall’intervento chirurgico. In alcuni casi, l’occhio secco è un problema persistente, specie in pazienti che avevano problemi di occhio secco già prima dell’intervento.
• Disconfort o irritazione . Alcuni pazienti lamentano fastidi (bruciore, senso di corpo estraneo) durante l’intervento chirurgico, e irritazione oculare dopo la chirurgia.
• Sensibilità alla luce . Alcuni pazienti riferiscono di essere più sensibili alla luce per alcuni giorni dopo l’intervento chirurgico.
• Tempo per la stabilizzazione della visione . Con alcune procedure, la migliore visione viene acquisita immediatamente dopo la chirurgia. Con altre tecniche, il risultato si può acquisire dopo alcune settimane o mesi.
• Ipo- o ipercorrezione . Lo scopo della chirurgia è acquisire il risultato visivo desiderato con una sola procedura chirurgica, ma talvolta può realizzarsi una sotto-correzione o una sovra-correzione. In molti casi di sotto- o sovra-correzione, viene effettuato un trattamento chirurgico addizionale, comunemente chiamato ritocco, dopo che il primo intervento si è stabilizzato, per ottenere un miglior risultato.
Effetti collaterali meno comuni sono:
• Perdita dell’acutezza visiva massima . La perdita della massima acutezza visiva vuol dire che, dopo la procedura, si potrebbe vedere meno, anche usando occhiali o lenti a contatto, rispetto a quanto si vedeva con occhiali o lenti a contatto prima dell’intervento.
• Complicazioni del “flap” (o lembo corneale). Le complicazioni del flap sono possibili con la tecnica LASIK. Quando il flap viene riposizionato sull’occhio dopo che si è eseguito il trattamento con il laser ad eccimeri, è fondamentale che il flap sia liscio e pulito. Difficoltà nella creazione o nel riposizionamento del flap possono portare ad un calo della acutezza visiva massima.
• Infezione o infiammazione . Seppur rara, ogni infezione o grave infiammazione dell’occhio può causare problemi dopo la chirurgia. L’infiammazione o l’infezione può essere curata con colliri antibiotici o con compresse da assumere per via orale.
• Cicatrizzazione corneale . La cicatrizzazione corneale è un’altra complicanza rara della chirurgia refrattiva, più spesso associata alla PRK.
Le tecniche di chirurgia refrattiva hanno aiutato milioni di persone a diventare meno dipendenti da occhiali o lenti a contatto. Un’ampia parte del successo di ogni tecnica dipende dalla comprensione della procedura da parte del paziente e dalle sue aspettative. Con l’aiuto del proprio oculista, è in definitiva dovere di ciascun paziente soppesare i rischi e gli effetti collaterali rispetto ai benefici.
Se stai considerando di sottoporti ad intervento di chirurgia refrattiva, consulta il tuo oculista, leggi tutto quanto è offerto in letteratura, ed effettua, infine, una decisione consapevole.
In bocca al lupo (che non guasta mai)!
Antonio Pascotto