Si ha disturbo del desiderio sessuale di natura ipoattiva quando il desiderio e le fantasie a sfondo sessuale appaiono assenti o diminuiti grandemente, tenuto conto dell’età e delle abitudini del soggetto. Nonostante il calo del desiderio il soggetto è ugualmente recettivo e, se stimolato adeguatamente, accetta l’offerta sessuale e ne trae piacere o, a limite, non prova un grande appagamento ma, comunque non esperisce emozioni negative in proposito come in vece avviene nel disturbo da avversione sessuale.
L’età di esordio negli individui con forme permanenti è la pubertà. Più spesso il disturbo si sviluppa nell’età adulta, dopo un periodo di adeguato interesse sessuale, in associazione con disagio psicologico, con eventi di vita stressanti, o con difficoltà interpersonali. La perdita di desiderio sessuale può essere continua o episodica, in relazione a fattori psicosociali o relazionali. Una modalità episodica di perdita del desiderio sessuale si verifica in alcuni individui in relazione a problemi di intimità e di fiducia. Di fatto, la relazione intima, nella quale sono in gioco gli affetti, i desideri e i bisogni, può essere tanto temuta da soffocare ogni slancio verso di essa nella paura di un disconoscimento o della perdita dell’oggetto nel quale si è investito. Più semplicemente può accadere che non si provi più attrazione per il proprio partner, adducendo le più svariate scuse per evitare l’atto sessuale.
Il calo del desiderio, raro nella forma primaria, frequente nella forma secondaria, è uno dei disturbi femminili più difficili da valutare statisticamente (le statistiche parlano di un 15%). I motivi risiedono nel fatto che la donna tende a convivere con il disturbo adattandosi alla routine sessuale, ricorre meno alle cure del medico a causa di un’educazione che la vuole “non aggressiva sessualmente” o perché esce allo scoperto solo quando la vita di coppia è gia in crisi.