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Luigi merlo: incisioni


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LUIGI MERLO: incisioni


di Marco Mondi


Purtroppo da un lato, ma per fortuna dall'altro, considerato che ciò è legato ad un lieto evento, la nascita di un bambino, la mia presenza per la presentazione della mostra di incisioni di Luigi Merlo è stata chiesta con urgenza appena l'altro ieri, a causa di un leggero malore della dottoressa Carla Chiara Frigo, causato dal suo stato di gravidanza, che avrebbe dovuto essere qui al posto mio. Gli auguri pertanto di chi scrive, dell'artista e degli organizzatori di quest'esposizione vanno con tutto cuore alla futura mamma.


Il poco tempo avuto a disposizione, ha costretto a questa breve presentazione, che ha come oggetto l'attività di un artista, Luigi Merlo, che vive ed opera nella vicina Cittadella. Luigi Merlo è, essenzialmente, un incisore (sebbene la sua attività artistica si sia espressa anche in poesia: si veda LUIGI MERLO, Imperturbabile ambiguità , Rebellato Editore, 1974). E, a tal proposito, vorrei soffermarmi velocemente per richiamare l'attenzione su due considerazioni. La prima, riguarda proprio la tecnica scelta. Tra i molteplici modi nei quali l'arte si esprime, quello dell'incisione, per un artista, è una scelta di carattere ben precisa, in quanto costringe alle restrizioni e a limiti che il mezzo tecnico stesso impone; mezzo tecnico che si avvale, il più delle volte, di medium ai quali non si può rinunciare: una lastra metallica (o di altro materiale), uno strumento per inciderla (o disegnarla), sovente combinato con un acido per "morderla", il colore (o l'inchiostro) ed un rullo per stenderlo, una superficie da imprimere (quasi sempre un foglio di carta) ed il necessario torchio per la pressione della matrice. Da qui, se è concesso, le principali restrizioni oggettive. Tuttavia, e non è contraddittorio, proprio movendosi all'interno di questi limiti "pratici", l'artista può aprirsi ad una libertà assoluta di espressione a patto che, e qui introduco la seconda considerazione, sia perfettamente padrone dei mezzi tecnici che si accinge ad usare. Ogni linguaggio artistico ha le sue regole, la sua "ortografia", la sua "grammatica", la sua "sintassi", la sua "morfologia": l'incisione, a livello tecnico, ne ha più di altri, specie per chi, come appunto Luigi Merlo, non affida a terzi la fase pratica (le operazioni di stampa vere e proprie) dedicandosi essenzialmente a quella creativa (lavoro di studio e traduzione sulla matrice), ma praticamente assolve l'intero ciclo produttivo dell'opera incisoria: dall'ideazione e dal "disegno" sulla matrice alla fisica pressione del torchio. In generale, tutto questo vuol dire che l'approccio all'incisione sembra vanificare sin dall'inizio quel dilettantismo che troppo spesso, purtroppo, si riscontra in altri campi dell'arte. Nove volte su dieci, infatti, chi pratica da anni l'incisione, per ottenere dei buoni risultati, oltre che artista, deve essere anche un bravo tecnico. Solo chi è in grado di padroneggiare ogni fase della complessa procedura incisoria, prevedendone in anticipo il risultato, può servirsi liberamente del mezzo espressivo che adopera, senza nulla lasciare al caso, dominandone la tecnica e costringendola alle proprie volontà poetiche. Ecco allora che quelle limitazioni iniziali, quasi per incanto, svaniscono e, osservando un'opera grafica perfettamente riuscita, si ha subito l'impressione che tutto sia stato facile, pur nella complessità del risultato. Non è forse anche questo che caratterizza quegli straordinari capolavori grafici che sono le incisioni di D ü rer o di Rembrandt, di Picasso o dei nostri Morandi e Bartolini! E sono poi proprio i grandi tecnici dell'incisione a portare le maggiori innovazioni in questo campo artistico, rendendolo del tutto autonomo, sebbene in relazione sempre con le altre arti visive. Osservando i lavori di Luigi Merlo, si ha subito la certezza della sua capacità di padroneggiare abilmente il mezzo tecnico, in modo quindi da manifestare liberamente e senza restrizioni la propria indole poetica.


Luigi Merlo si avvicina all'incisione andando in un primo momento ad ammirare e a studiare l'opera dei maestri incisori del passato e quelli a noi più vicini, concentrando particolarmente la sua attenzione nei riguardi, tra gli altri, di un Giuseppe Viviani o di un Luigi Bartolini, nonché, com'era logico, dei nostri Giovanni Barbisan, in primis , Tono Zancanaro e Lino Bianchi Barriviera. Nel 1973 ha inizio la sua vera attività di incisore, sostanzialmente da autodidatta, attrezzando il suo primo laboratorio-stamperia a Cittadella, in casa propria. I suoi primi tentativi, com'è nel suo carattere schivo, riservato e discreto, non hanno altra presunzione se non quella di imparare, capire, gestire il mezzo espressivo tanto amato, sperimentandone le varie tecniche al fine di assimilarle, farle proprie per adattarle alle proprie esigenze; solo dopo aver raggiunto un certo grado di maturità tecnica, si permette di sperimentare nuove soluzioni e possibili varianti realizzative al fine di meglio dar forma alla propria visione artistica. Negli anni Ottanta, la frequentazione del Centro Internazionale di Arte Grafica di Venezia, gli consente di ricevere ulteriori stimoli approdando ad un personale linguaggio figurativo che lo convince ad esporre i propri lavori in sempre più numerose occasioni, portandolo ben presto al conseguimento di otto primi premi in altrettanti Concorsi Nazionali di grafica. Da allora, le sue qualità di artista grafico, con continue personali e partecipazioni a mostre collettive, son sempre andate crescendo nell'apprezzamento del pubblico, soprattutto nei riguardi di quel pubblico particolare e ristretto quale è quello dei conoscitori di stampe, raffinato ed esigente, aristocratico e chiuso, quasi si trattasse di un paradiso per pochi iniziati.


Una esauriente panoramica dell'opere grafica di Luigi Merlo la si può trovare nella recente pubblicazione di Luca Baldin, Luigi Merlo - Opera incisa 1986-1999 , Dosson di Casier, Treviso, 1999, testo dal quale sono stati presi anche alcuni spunti per la realizzazione del presente scritto.


La coerenza del percorso artistico svolto fino ad oggi da Luigi Merlo è piuttosto sorprendente e apprezzabile anche in questa sede, dalla prima all'ultima opera esposta. Vale subito la pena sottolinearne un aspetto importante: nell'esaminare anche solo i lavori qui presentati, non si può non rilevare un'evoluzione espressiva ben rimarchevole, che parte da una poetica figurativa ancora legata ad una tradizionale visione artistica per svilupparsi gradualmente verso un "non figurativo" talvolta più, talvolta meno marcato, attraverso il quale la sua poetica si apre in svariate direzioni, che rivelano quasi, nel loro complesso, una sorta di bipolarità, travalicando essa tanto nella direzione dell'introspezione, indagando in un universo (continuain: //xoomer.alice.it/stmondi/luigimerlo.htm )



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