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I remondini: esempio di una delle più grandi industrie dell'europa settecentesca


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Sezione 5. I Remondini: esempio di una delle più grandi industrie dell'Europa settecentesca


Fondata a Bassano verso la metà del XVII secolo e sviluppatasi in modo impressionante nel secolo successivo, l’azienda dei Remondini rappresenta uno degli esempi più sorprendenti della grande imprenditoria veneta dell’epoca legata al mondo dell’arte, presentandosi ancora adesso come una “industria”, sotto molti aspetti, già moderna. Impresa di stamperia, cartotecnica ed editoria, diffuse i propri prodotti in un territorio vastissimo, che giungeva sino alle Americhe, dando lavoro a ben più di un migliaio di persone. Nonostante l’indispensabile apporto scritto di Giorgio Tassotti, che ci dà un’idea approfondita della sua portata imprenditoriale, è chiaro da subito quanto limitativo sia, in un contesto come il nostro, trattare una realtà aziendale tanto estesa, complessa e dalle mille sfaccettature. Guardando le opere realizzate in due secoli di attività, si può facilmente constatare come, siano esse carte, incisioni, libri od oggetti, tutte mostrino una tipologia produttiva di carattere essenzialmente popolare ma, nella loro semplicità, di estremo fascino ed abilità esecutiva o, per i libri, destinati alla diffusione in grande scala tanto di pubblicazioni religiose, storiche o letterarie quanto scientifiche, mediche, agricolo-botaniche, geografiche o di altri usi pratici, di notevole importanza culturale e storica per l’epoca. Il legame col mondo dell’arte è stato sempre pressoché indiretto o di riporto, anche se vi sono stati casi di collaborazione con valenti artisti o scrittori impegnati, come fu, ad esempio con Giovanni Volpato, incisore, o con Zaccaria Seriman, i cui Viaggi di Enrico Wanton , usciti col falso luogo d’edizione di Berna perché considerati un libro “pericoloso”, rappresentano « quello che è probabilmente l’unico romanzo originale veneziano stampato dai Remondini » (G. Pizzamiglio).


Rispetto alle altre attività artistiche affrontare in mostra, quella dei Remondini è l’unica (se si esclude, ma solo in parte, la Fontebasso e la sezione di Zecchin) dove a capo dell’azienda non vi sia stato un artista bensì un imprenditore. Le scelte produttive e di mercato dell’azienda, infatti, furono sempre dettate più che da esigenze economiche che estetico-culturali, portando notevoli ricchezze alla famiglia e garantendo una continuità aziendale nel tempo. Tuttavia, e forse proprio perché, pur indirettamente, i rapporti col mondo dell’arte erano parte integrante ed essenziale della produzione, ciò non ha mai comportato scelte economiche che potessero compromettere la qualità esecutiva della loro manifattura, stamperia o tipografia; al contrario, nei limiti delle possibilità aziendali, la ditta Remondini ha sempre cercato di realizzare prodotti di qualità ma che potessero essere economicamente compatibili alla loro diffusione di massa, poiché fare una produzione popolare da diffondere su larga scala non voleva dire, come non lo vuol dire anche oggi, fare prodotti scadenti per realizzare più guadagni. Anzi, quella continuità che ha garantito circa due secoli di vita alla ditta e l’ha resa florida, è stata possibile proprio per aver saputo dosare quel giusto equilibrio tra qualità, quantità e possibilità di reddito, perché l’una con le altre erano strettamente legate (e a tal riguardo, con le debite differenze e cautele, un raffronto tra il successo di una ditta come questa e i fallimenti economici di iniziative differenti certo, ma anche con molti punti in comune, come quelle imprenditoriali di William Morris o della Wiener Werkstätte forse non sarebbero inutili, anche perché tra l’una e le altre, e con la prima in modo particolare, le separano davvero pochi anni, considerando che l’azienda di Bassano chiude i battenti verso la metà del XIX secolo e più per incapacità di rinnovo tecnico e tecnologico che per altro). Se andiamo ad osservare, ad esempio, le carte decorative prodotte, ci si accorge facilmente che la loro bellezza sta in una raffinata ricerca di motivi decorativi i quali, ed è singolare ma non casuale, per eleganze e tipologie possono essere raffrontati con le decorazioni pittoriche delle pareti e delle


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