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Storia del tattoo

Il termine tatuaggio deriva dal polinesiano tatau ; si tratta di una tecnica di decorazione anzi, di pittura vera e propria del corpo.


Sin dalle sue origini, la tecnica del tatuaggio prevedeva che la decorazione dovesse durare per sempre; tuttavia recentemente sono state inventate nuove tecniche capaci di dar vita a tatuaggi temporanei, che scompaiono mano a mano che la pelle viene lavata. Ci riferiamo ai tatuaggi all’'hennè e ai Temporary Tattoo.


Il tatuaggio permanente prevede l'inserimento di inchiostro nell'’epidermide tramite una speciale macchinetta che la fora in tante piccole punture al fine di consentire alle sostanze coloranti di penetrare .


maori Il tatuaggio da sempre accompagna la storia dell'’uomo ed è infatti presente sin dalle culture più antiche. Nel corso dei secoli il tatuaggio è andato via via evolvendosi ed assumendo significati differenti, tutt’ora oggetto di studio da parte di tanti antropologi e studiosi della cultura umana. Se oggi il tatuaggio per molti di noi ha il significato di puro strumento di decorazione della pelle (al quale spesso viene comunque attribuito un significato frutto della nostra storia personale) , anticamente veniva realizzato in occasione di riti iniziatici o come indice di appartenenza a specifici gruppi etnici, religiosi o politici.


Un salto indietro nel tempo ci porta ai complessi tatuaggi ritrovati sulla Mummia Otzi, una famosa mummia ritrovata nel 1991 sulle Alpi Italiane e risalente al 3300 a.C. Tatuaggi complessi sono anche presenti sull’uomo di Pazyryk, ritrovato nell’Asia centrale.


Il tatuaggio era molto presente sia nella civiltà egizia che in quella romana; qui, l’imperatore Costantino vietò i tatuaggi in seguito alla sua conversione al Cristianesimo. (si legge infatti nel Levitico, 19.28: “Non vi farete incisioni nella carne per un defunto, ne vi farete tatuaggi addosso.Io sono il Signore”).


Un’area geografica nella quale i tatuaggi sono stati sempre presenti è l’Oceania, area nella quale si sono sviluppate differenti tipologie di tatuaggi nel corso del tempo e nelle differenti sottoaree geografiche. Ricordiamo inoltre i tatuaggi Maori, ed i tatuaggi di differenti popoli localizzati in area giapponese e cinese.


In Europa, dopo le proibizioni di natura religiosa, il tatuaggio tornò in voga; ma ciò avvenne solamente in occasione delle prime esplorazioni oltreoceano, nell’Alto Medioevo.


Tattoo_strumenti_maori Anticamente i tatuaggi venivano realizzati con la china, che veniva fatta penetrare nella pelle tramite aghi d’osso. In area oceanica si usavano i denti di un pettine d’osso ed una tintura derivata dalla lavorazione della noce di cocco.


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Oggi i giapponesi usano una tecnica detta “irezumi” che prevede l’uso di aghi metallici per far penetrare diversi pigmenti di colorazione differente.


In occidente invece il tatuaggio viene eseguito tramite una specifica macchinetta elettrica alla quale vengono fissati degli aghi di misura differente, capaci di regalare effetti particolari. La macchinetta si muove e gli aghi penetrano nella pelle depositando i pigmenti di colore.


macchinetta La differenza tra le tecniche antiche e quelle occidentali ovviamente riguarda il dolore: se oggi si cerca di evitare che il tatuaggio sia un’esperienza dolorosa, anticamente il dolore aveva un significato ben preciso: il dolore avvicinava alla morte ed in un certo senso la esorcizzava.