A tortona il primo distributore di "biobenzina" in italia
Il carburante nato dagli scarti della produzione di agricola
o da vegetali non alimentari
roberto giovannini
TORTONA
Per adesso ce n'è soltanto uno, ma ci sono concrete speranze che quello inaugurato ieri a Tortona sia il primo di una lunga serie di distributori di “biobenzina”. La biobenzina, nonostante il nome un po’ inquietante, altro non è se non una miscela di normale carburante derivato dalla raffinazione del petrolio e bioetanolo, ovvero alcool etilico prodotto lavorando materie vegetali. La grande novità della tecnologia adottata dalla società chimica italiana Mossi & Ghisolfi che ha realizzato questo speciale distributore (con sede a Rivalta Scrivia, in provincia di Alessandria, e fortemente radicata in Piemonte) è che questa biobenzina non nasce da prodotti agricoli adatti all’alimentazione umana o animale, come i tradizionali biocarburanti derivati da canna da zucchero, mais, palma, grano o soia. Ma dagli scarti della produzione di agricola o da vegetali non alimentari come la comune canna dei fossi, la paglia di riso, lo stocco del mais, le ramaglie dei boschi. In altre parole, si tratta di un carburante veramente alternativo a quello di origine “fossile”, senza nessun impatto sulla catena agronomica alimentare (secondo molti l’aumento della produzione di biocarburanti ha contribuito ad aumentare i prezzi dei cereali e la fame nel mondo), e in grado in pratica di azzerare le emissioni di CO2 derivanti dal trasporto su gomma, visto che la CO2 rilasciata dai motori altro non è che CO2 già “sequestrata” dalle piante.
Nei giorni scorsi Mossi & Ghisolfi, in collaborazione con la società brasiliana GraalBio, ha avviato in Brasile i lavori per la realizzazione del primo impianto industriale del paese per la produzione di bioetanolo di seconda generazione, che a partire dal 2013 potrà produrre 65.000 tonnellate l’anno di bioetanolo utilizzando gli scarti della lavorazione della canna da zucchero reperiti localmente. Ma ancora prima di quella brasiliana, entro quest’anno entrerà in funzione la bioraffineria di Crescentino, in provincia di Vercelli, che sarà la prima al mondo a utilizzare la tecnologia PROESA che dal punto di vista economico è competitiva non solo nei confronti del biocarburante “alimentare”, ma anche rispetto alla benzina derivata dal petrolio. Anche se il prezzo del greggio si attestasse (e non è così) a 70 dollari al barile. Crescentino, su cui sono stati investiti 120 milioni in cinque anni, avrà una capacità produttiva di 40.000 e poi 60.000 tonnellate annue di bioetanolo, il tutto utilizzando la comunissima canna di fiume (Arundo Donax), quella che cresce lungo i canali o i margini delle strade, senza bisogno di irrigazione, fertilizzanti, disponibile tutto l’anno, in grado di prosperare su terreni marginali e per giunta autoctona. Le canne – che devono venire da zone non distanti oltre 30-40 chilometri - subiscono un processo chimico che le trasforma in carburante.
Secondo una stima del gruppo Mossi & Ghisolfi, all’Italia basterebbe impiegare una minima percentuale delle biomasse prodotte dai terreni abbandonati perché non idonei alle colture alimentari (tra 1,5 e 2 milioni di ettari), per poter raggiungere l’obiettivo per il 2020 della produzione del 10% di combustibili da fonte rinnovabile. Senza contributi statali.
Dunque, Tortona può essere soltanto il primo di molti biodistributori. Perché questa tecnologia si sviluppi serve però anche un contributo di innovazione da parte delle case automobilistiche. Attualmente la biobenzina “pura” (quella in cui il bioetanolo è presente all’85%) può essere utilizzata solo su speciali automobili “Flexyfuel”, in grado di usare più tipi di carburante. Quella al 10%, invece, va bene per quasi tutte le auto “normali” Euro4 in circolazione. L’altra domanda fondamentale – specie di questi tempi - è il prezzo: tenendo conto che il 60% e più del prezzo del carburante è fatto di accise e imposte, a regime produttivo consolidato la biobenzina potrebbe costare anche 10 centesimi meno di quella fossile. Con prestazioni motoristiche assolutamente paragonabili.