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Cibo: ansia o piacere?
Ognuno di noi è continuamente messo a confronto con immagini snelle ed eleganti e consigliato su come mangiare "bene" o "sano" o "perdere peso" e avere una vita felice. Questo impegno ad essere magri sta contagiando uomini e donne che, sempre più frequentemente si sforzano di fare una dieta per perdere peso anche senza essere grassi.
Negli ultimi vent'anni un numero sempre crescente di persone cerca di seguire una dieta o si sente in dieta;è stato anche coniato un nuovo vocabolo "dietodipendenza"; Negli Stati Uniti si calcola che ogni giorno 30 milioni di donne e 18 milioni di uomini seguano o tentino di seguire una dieta: in pratica il 33% delle donne tra i 20 e i 50 anni afferma di essere a dieta almeno una volta al mese e il 23% di tale gruppo si sente in uno stato perenne di dieta.
La realtà tra gli adolescenti è ancora più inquietante: studi epidemiologici recenti hanno confermato che il 60-70% delle adolescenti americane ha fatto almeno una dieta nell'ultimo anno, ed il 15-26% delle adolescenti inglesi sono costantemente a dieta. Anche in Iatlia come in tutti i paesi occidentali sta diventando una norma essere "a dieta" nell'affannosa rincorsa di un peso e di un corpo ideale.La preoccupazione per quanto e quello che si mangia e' negli ultimi anni sempre piu' diffusa, basti pensare alle frasi che si sentono piu' frequentemente alle cene e al ristorante "non dovrei mangiare il tiramisu' perchè domani me lo ritrovero' tutto sui fianchi" oppure "lo so che lo spezzatino con la polenta fa male , ma non so resistere", "stasera mangio , ma domani..dieta".
Le persone disorientate dall'overdose di informazioni che continuamente ricevono da riviste, inchieste, propagande commerciali oltremodo ricche di informazioni, non sanno piu' cosa ,quanto e come mangiare di fronte ad una grande offerta di cibo sempre piu' saporito e allettante, sono alla perenne ricerca della dieta "miracolosa" e vivono ogni trasgressione come un grande senso di colpa.
La parola dieta e' di origine greca e significa "regime quotidiano di alimentazione" o , piu' in generale , stile di vita che ogni individuo deve costruire sulle proprie personali esigenze e caratteristiche, ora invece indica, nel linguaggio comune, "limitazione", "sottrazione di cibo", schemi rigidi e preconfezionati venduti come miracolosi.
E' proprio il concetto stesso di dieta nel linguaggio comune che e' sbagliato. Qualsiasi dieta ipocalorica, infatti se seguita rigorosamente fa dimagrire, ma se una volta raggiunto il peso voluto si ritorna alle abitudini alimentari precedenti, i chili ritornano inesorabilmente uno dopo l'altro, e comincia così "l'effetto yo-yo", quando il peso va giu e su, ben conosciuto da tutte le persone che fanno sempre diete e che combattono la loro quotidiana lotta contro il cibo e la bilancia.
Il vero messaggio contenuto nella parola"antidieta" non e' anarchia alimentare, come spesso si crede, ma equilivrio e moderazion, perche' non esistono cibi "buoni" o "cattivi"ma porzioni adeguate o inadeguate alle reali necessita' dell'organismo, non sono gli alimeti a essere pericolosi ma solo un certo modo scriteriato di mangiare.
Negli ultimi vent'anni un numero sempre crescente di persone cerca di seguire una dieta o si sente in dieta;è stato anche coniato un nuovo vocabolo "dietodipendenza"; Negli Stati Uniti si calcola che ogni giorno 30 milioni di donne e 18 milioni di uomini seguano o tentino di seguire una dieta: in pratica il 33% delle donne tra i 20 e i 50 anni afferma di essere a dieta almeno una volta al mese e il 23% di tale gruppo si sente in uno stato perenne di dieta.
La realtà tra gli adolescenti è ancora più inquietante: studi epidemiologici recenti hanno confermato che il 60-70% delle adolescenti americane ha fatto almeno una dieta nell'ultimo anno, ed il 15-26% delle adolescenti inglesi sono costantemente a dieta. Anche in Iatlia come in tutti i paesi occidentali sta diventando una norma essere "a dieta" nell'affannosa rincorsa di un peso e di un corpo ideale.La preoccupazione per quanto e quello che si mangia e' negli ultimi anni sempre piu' diffusa, basti pensare alle frasi che si sentono piu' frequentemente alle cene e al ristorante "non dovrei mangiare il tiramisu' perchè domani me lo ritrovero' tutto sui fianchi" oppure "lo so che lo spezzatino con la polenta fa male , ma non so resistere", "stasera mangio , ma domani..dieta".
Le persone disorientate dall'overdose di informazioni che continuamente ricevono da riviste, inchieste, propagande commerciali oltremodo ricche di informazioni, non sanno piu' cosa ,quanto e come mangiare di fronte ad una grande offerta di cibo sempre piu' saporito e allettante, sono alla perenne ricerca della dieta "miracolosa" e vivono ogni trasgressione come un grande senso di colpa.
La parola dieta e' di origine greca e significa "regime quotidiano di alimentazione" o , piu' in generale , stile di vita che ogni individuo deve costruire sulle proprie personali esigenze e caratteristiche, ora invece indica, nel linguaggio comune, "limitazione", "sottrazione di cibo", schemi rigidi e preconfezionati venduti come miracolosi.
E' proprio il concetto stesso di dieta nel linguaggio comune che e' sbagliato. Qualsiasi dieta ipocalorica, infatti se seguita rigorosamente fa dimagrire, ma se una volta raggiunto il peso voluto si ritorna alle abitudini alimentari precedenti, i chili ritornano inesorabilmente uno dopo l'altro, e comincia così "l'effetto yo-yo", quando il peso va giu e su, ben conosciuto da tutte le persone che fanno sempre diete e che combattono la loro quotidiana lotta contro il cibo e la bilancia.
Il vero messaggio contenuto nella parola"antidieta" non e' anarchia alimentare, come spesso si crede, ma equilivrio e moderazion, perche' non esistono cibi "buoni" o "cattivi"ma porzioni adeguate o inadeguate alle reali necessita' dell'organismo, non sono gli alimeti a essere pericolosi ma solo un certo modo scriteriato di mangiare.