L'onicocriptosi o unghia incarnita
L’onicocriptosi (unghia incarnita)
L’onicocriptosi è una condizione patologica in cui uno sperone o un frammento ungueale , o forse una porzione dentellata dell’unghia, ha perforato il solco ed è penetrato nel tessuto circostante detto perinichio, è un’alterazione piuttosto comune e di grande interesse podologico, in quanto può limitare seriamente la deambulazione ed indurre processi infettivi severi.
All’inizio può provocare scarsi inconvenienti ma, a mano a mano che l’unghia cresce lungo il solco, la porzione lesiva penetra ulteriormente e dà origine ad un’infiammazione acuta dei tessuti molli circostanti che quasi invariabilmente si infettano (paronichia).
La cute si arrossa, diventa lucida e tesa, e del dito appare tumefatto. Vi è un dolore lancinante e un’acuta dolenzia alla più lieve pressione. La presenza dello sperone ungueale impedisce, con un processo di granulazione della ferita nel solco, la normale guarigione ed è frequente un prolifico aumento del tessuto di granulazione (“ipergranulazione”) che, assieme alle pieghe ungueali tumefatte, sconfina sulla lamina ungueale, talvolta in misura considerevole, oscurandola parzialmente. Poiché l’infezione è quasi sempre presente, si può avere essudazione di pus dal solco ungueale.
I comuni fattori predisponenti dell’onicocriptosi sono l’iperidrosi, la compressione esercitata da una calzatura incongrua, il taglio difettoso delle unghie, alterazioni biomeccaniche, a cui si aggiungono fattori come curvature patologiche, peso eccessivo e peculiarità anatomiche come un secondo dito più lungo del primo (formula digitale greca).
L’iperidrosi determina la macerazione dei solchi ungueali, la quale può essere secondaria anche all’abuso di pediluvi caldi.
La compressione laterale esercitata da una scarpa stretta costringe la parete dell’unghia a rovesciare all’infuori il margine della lamina ungueale, mentre la pressione dorsale esercitata dalle calzature corte spinge l’unghia ancor più profondamente ai solchi.
Una pratica frequente è quella di tagliare obliquamente gli angoli dell’unghia, il che la fa incastrare profondamente nei solchi ungueali, aumentando il rischio di lasciare dopo il taglio uno sperone di unghia che può alla fine perforare il solco stesso; tale evenienza può avere una comparsa abbastanza rapida, specie se l’unghia è involuta.
Per la prevenzione ed il trattamento dell’onicocriptosi, il podologo si rivela una figura di indispensabile importanza.
Il primo passaggio che si attua è la rimozione della porzione dell’unghia che ha invaso il perionichio; il passo successivo è quello di fornire alla paziente un’ortesi in silicone (divaricatore), progettata e realizzata su misura dallo stesso podologo, per evitare il conflitto tra primo e secondo dito e quindi una recidiva.
Qualora la recidiva si verificasse, dopo un trattamento conservativo è consigliabile passare ad un intervento più invasivo, basato sull’onicectomia parziale con fenolizzazione della matrice.