Convegno jonas onlus
Il corpo estraneo – 2 ottobre 2010 – Laura Porta
Il trapianto è un’esperienza che si colloca ai limiti della possibilità di rappresentazione. Se infatti il corpo medicalizzato si presta ad essere non solo rappresentato, ma anche oggettivabile e misurabile, il corpo vissuto, il corpo inconscio, non è mai così precisamente esplorabile, esso sfugge allo sguardo dell’osservatore ma sfugge anche a chi vi risiede, chi vi abita. I soggetti che si sono sottoposti ad un intervento di trapianto percepiscono questo scarto in maniera netta: lo scarto incolmabile tra corpo vissuto e corpo medicalizzato, corpo percepito e corpo oggettivato. Un esempio clinico molto frequente è quello dei pazienti che dicono di percepire il proprio nuovo organo. Secondo la medicina questo è impossibile, perché esso non è innervato e la capsula connettivale che lo circonda è rimasta su quello vecchio. Eppure esistono diversi forum di pazienti trapiantati che affermano di avere questa percezione, contraria ad ogni logica medica. Come nota Derrida (2000, 183-208) non è possibile concepire nessuna esplorazione del corpo vissuto, neppure nel caso ‘puro’ delle mani di un individuo che si toccano fra loro (..segue).
Video al seguente link:
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