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Droga: che sballo c’è, se è la tua vita in ballo?
Come tutti ben sanno, la droga è una sostanza capace di modificare lo stato di coscienza interferendo con i meccanismi mentali, tra cui le emozioni, la percezione, l’attenzione, la memoria. Essa è una spezia, uno stupefacente, una radice, un seme, ecc. eppure essenzialmente è un “veleno” il quale, in base alla dose, produce effetti sul sistema nervoso agendo da sedativo o da eccitante. Un uso abituale produce danni a diversi organi e favorisce malattie psicotiche o neurologiche poiché la droga influenza la mente riattivando episodi del passato che si trovano al di sotto del livello della coscienza. Questo può alterare la percezione di quel che succede intorno al tossicodipendente, di conseguenza le sue azioni possono sembrare molto strane o bizzarre . Inoltre, i problemi creati dalla droga non finiscono quando si cessa di farne uso, possono ad esempio intaccare la capacità di una persona di concentrarsi, di lavorare. Queste sono le conseguenze più deleterie, soprattutto per un giovane che ad esempio sta all’inizio della sua carriera, o che sta mettendo su famiglia, perché il segno indelebile degli stupefacenti vanno a colpirlo proprio nei punti di maggiore vulnerabilità, proprio laddove egli ha “investito” le sue energie cercando di crearsi una posizione, una compattezza familiare che purtroppo verranno meno quando l’aggressività o la rabbia prenderanno il sopravvento: ciò di solito accade alle prime difficoltà. Nell’immaginario comune le droghe leggere ( hashish e marjiuana ) sono meno dannose di quelle pesanti, quindi è di moda tra i giovani fumare spinelli a volontà nei bagni delle scuole, in luoghi appartati della città, tra le mura domestiche. In realtà, gli effetti collaterali che la cannabis produce sono gravi almeno quanto quelli prodotti dalle altre droghe. Innanzitutto, crea dipendenza sia fisica (crisi di astinenza che determina ansia, nausea, vomito), che psicologica (bisogno irrefrenabile di assumere quella sostanza), quest’ultima più subdola e pericolosa perché anche dopo i trattamenti rimane latente nel soggetto. In secondo luogo, può facilitare l’insorgenza di disturbi psicotici (es. schizofrenia) in soggetti predisposti o lasciare “vuoti di memoria” e mancanza di concentrazione. Dallo spinello si passa poi alla cocaina , o polvere d’angelo, pallino, neve, diffusa anche nel mondo degli adulti e, sempre più frequentemente, associata all’alcool . Gli effetti della cocaina si manifestano quasi subito dopo il suo uso provocando euforia, iperattività, riduzione della stanchezza, del sonno e della fame, accelerazione del pensiero e dell’ideazione, sensazione di grandiosità e onnipotenza. Tali effetti si amplificano in modo esponenziale se associati all’alcol poiché quest’ultimo enfatizza soprattutto l’aggressività, l’ansia e le paure indotte dalla cocaina. Diventa pertanto pericolosissimo mettersi alla guida in tali condizioni poiché lo stato di ebrezza non è avvertito dal soggetto. La cocaina, associata all’eroina ( speedball ), intensifica gli effetti eccitatori, ma aumenta il rischio di collasso. Il consumo prolungato di cocaina provoca una progressiva modifica della personalità del soggetto che potrà sviluppare paranoie, sospetti, deliri e, frequentemente, disturbi come depressione, insonnia, attacchi di panico, impotenza, eiaculazione ritardata, abbassamento della libido, irritabilità, varie forme di psicosi. Questa droga si differenzia dalle altre perché consente al soggetto che l’assume di adattarsi rapidamente ai frenetici ritmi di attività psico-fisica, propri della società moderna. Poi vi sono le pasticche allucinogene MDMA (ecstasy), il cui uso è principalmente limitato alle discoteche, che appaiono colorate proprio per sembrare innocue, come se fossero gustose caramelle “eccitanti”, queste sono pericolosissime se associate alla cocaina, poiché istantaneamente possono causare gravi danni al cervello. Principalmente questa classe di droghe, produce un’attivazione del sistema serotoninergico essendola pasticca una metanfetamina. Quindi, interviene nei meccanismi dell’umore lasciando al soggetto che ne fa uso, una sensazione generale visione rosea delle cose, del mondo. Tutto appare più bello, più buono e spesso il soggetto riferisce di provare una sorta di pace interiore che gli permette di gestire meglio le relazioni con gli altri, ecco perché appare disinibito a intraprendere manifestazioni di affetto, come un abbraccio ad esempio, anche con persone sconosciute. Anche se il consumo di eroina è in declino tra gli italiani, non va dimenticato il grave danno che produce questo tipo di sostanza, che si avvicina alla morfina per la dipendenza che genera, sebbene occorrano dosaggi minori. Inizialmente essa produce un effetto euforizzante, analgesico che comporta quindi, importanti cambiamenti dell’umore; tuttavia, tali effetti durano ben poco poiché l’assunzione continuativa di tale sostanza porta depressione, perdita della libido, apatia, quindi il tossicodipendente sentirà il bisogno di continuare ad assumere la sostanza (che ormai non gli regala più quei caratteristici flash di euforia, tipici della somministrazione endovenosa) solo per lenire i sintomi di astinenza. Non devono essere trascurate, inoltre, droghe come la caffeina , la nicotina , le quali sono legali perché il loro consumo, in dosi limitate, non è tossico per l’organismo, ma è altrettanto dannoso negli effetti a lungo termine. Si pensi ad esempio all’abuso di caffeina che può portare irritabilità, emicrania, insonnia, palpitazioni e degenerare poi in un vero e proprio disturbo d’ansia. Tali effetti peggiorano nelle donne in gravidanza e possono essere pericolose per il bambino. Lo stesso vale per la nicotina che, analogamente alla cocaina e all’eroina, agisce sui meccanismi della dipendenza generando una sensazione di piacere. Essa a lungo termine produce effetti di vasocostrizione che possono degenerare in arteriosclerosi. Lo stesso discorso vale per l’ alcool , in assoluto tra le droghe più diffuse nel mondo, che se assunto in piccole quantità (es. un bicchiere di vino dopo i pasti) può avere un effetto benefico sull’organismo, al contrario il suo abuso può portare a numerosi disturbi come neuropatie, deliri, sindrome di Korsakoff, atrofia cerebrale, cancro, ecc. L’abuso di alcol, inoltre, porta ad una sindrome patologica chiamata alcolismo le cui caratteristiche si differenziano a seconda della personalità del bevitore. Chi pensa, infatti, di non essere un alcolista solo perché non alza il gomito quotidianamente, ma aspetta il sabato sera per ubriacarsi, inizialmente per divertimento e per aderire ad una norma sociale condivisa dal gruppo, ma poi lo fa per eludere delusioni, ansie e lenire il dolore di fallimenti personali, commette un grosso errore e forse dentro di sé lo percepisce, ma non vuole ammetterlo. Sarebbe come ammettere una debolezza, un ulteriore fallimento, quindi si rifugia dietro una “maschera” che gli forgia una personalità sempre più disturbata, “ai confini” tra nevrosi e psicosi, direbbero gli psicanalisti. Si dice che le droghe facciano cose meravigliose, ma in realtà tutto ciò che fanno è rovinare chi le prende!