Sei in: Altro

Depressione: il male del secolo

“La disperazione trasforma il giorno in notte d’inferno e costringe a nutrirci di lacrime e di dolore con un non so che di una voluttà tanto che a malincuore se ne distoglie.” Queste parole di Petrarca rendono appieno il significato recondito di un male implacabile universale, connaturato nell’essere umano che, almeno una volta nella vita, esperisce una condizione di angoscia pervasiva, di disperazione o di malinconia. Statistiche fornite dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) mostrano che circa che l’8% delle persone che si rivolgono al medico di famiglia soffre di depressione . In Europa circa il 14% della popolazione fa uso di antidepressivi; ma il dato più allarmante è che la percentuale italiana di pazienti depressi è in crescita, soprattutto tra gli adolescenti di età compresa tra i 15 e 17 anni. Attualmente si stima che un italiano su cinque ha vissuto almeno una volta nella vita l’esperienza depressiva (Episodio Depressivo Maggiore; DSM-V- TR) eppure, nonostante i dati siano davvero allarmanti, il problema è tutt’oggi sottostimato. Potremmo definire la depressione come la percezione d’impotenza di fronte al continuo perpetuarsi di eventi la cui risonanza emozionale pervade il soggetto in una coltre funesta di angoscia e di inerzia. Le caratteristiche essenziali, per poter definire tale disturbo, sono dunque, l’ umore depresso , la perdita di piacere e degli interessi e il ritiro sociale . Da un punto di vista psicologico, accanto all’alterazione dell’umore (tristezza, solitudine, angoscia), il soggetto sviluppa una visione negativa sul futuro , visto senza speranze, sugli altri e, soprattutto, su di . I comportamenti conseguenti a tale alterazione cognitiva sono i continui autorimproveri, le autoaccuse, i desideri autopunitivi di nascondersi, di fuga, di morte (l’80% dei suicidi avvengono a causa della depressione). Dal punto di vista neurovegetativo e psicomotorio, i sintomi frequentemente associati alla depressione sono insonnia, ipersonnia, risveglio precoce, calo della libido, inappetenza o aumento dell’appetito con conseguente calo o aumento ponderale, mal di testa, vertigini o debolezza, stitichezza o diarrea, dolori addominali, pruriti o sensazioni di “pelle d’oca”, debolezza generale, agitazione o rallentamento psicomotorio. Il depresso talvolta appare inconsapevole della propria depressione, quindi giustifica il suo allontanamento dalle attività di piacere, dagli amici, dalla famiglia, come un qualcosa di normale dipendente dalla sua volontà; il disturbo depressivo si definisce, infatti, egosintonico. Altre volte, invece, i pazienti riferiscono di sentirsi insoddisfatti, senza sapere il motivo, o nei casi più evidenti, tristi, senza speranze, malinconici o inutili. E’ molto difficile che una persona che soffra di un disturbo depressivo possa “uscirne da sola”, senza ricorrere a farmaci o psicoterapia, in quanto una delle caratteristiche tipiche della depressione è l’ anedonia , ovvero la incapacità di trarre piacere dagli avvenimenti abituali della vita: ciò favorisce l’aggravarsi ed il perpetuarsi dello stato depressivo, in una sorta di circolo vizioso. E’ dunque fondamentale e necessario (si rischia la vita!) cogliere i primi segnali di allarme per curare il male del secolo.