I sintomi
Il quadro clinico è rappresentato dalla comparsa di vomito irrefrenabile che talvolta, a seconda della intensità e della frequenza, può portare ad uno stato di disidratazione, talora accompagnato da cefalea o dolori addominali che possono far pensare ad una appendicite acuta. L’intolleranza alla introduzione di alimenti è assoluta ma la vista o l’odore del cibo non provoca di solito fastidio. L’alito del bambino ha il caratteristico odore di acetone o di mele dovuto proprio alla presenza di questo composto chimico che insieme all’acido acetilacetico e all’acido beta-ossibutirrico rappresenta il prodotto finale del metabolismo dei grassi. La crisi dura dalle 24 alle 48 ore e termina bruscamente come era iniziata con normale ripristino della funzionalità gastrica.
La terapia
La terapia deve soprattutto tenere conto della perdita di elettroliti con il vomito e deve consistere quindi essenzialmente nella reidratazione “a cucchiaini” con della soluzione glucosata e/o elettrolitica. Di solito il succhiare dei cubetti di ghiaccio preparati con queste soluzioni, può anche determinare la cessazione del vomito. Non vanno assolutamente somministrate sostanze alcalinizzanti (Biochetasi, Citriosodina) che possono accentuare l’alcalosi da vomito. È bene però sottolineare che il vomito rappresenta solo un sintomo che può essere presente in diverse malattie, che dovranno essere indagate dal medico nel caso che questo sintomo sia frequente o persistente, per non fare di tutti i vomiti una malattia che non esiste come l’acetone.
Dott. Giuseppe Baviera
Medico chirurgo,Pediatra di famiglia, specialista in Allergologia