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Semidigiuno

Il tema dell’incontro di oggi e’ forse uno degli argomenti piu’ antichi, piu’ semplici e
fisiologici che esistano. Abitualmente la nostra mente e’ portata alla complessita’,
l’atteggiamento scientifico ci spinge alla ricerca costante di qualcosa di nuovo, di risolutivo
che possa subentrare a cio’che e’ gia’ presente non importa se ancora utile , ma e’
comunque gia’ vecchio.
Questo e’ un concetto che anche come omeopata e agopuntore ho sempre un po’ rifiutato
pur non rinnegando l’importanza della “scientificità” assolutamente, ma ritenendo
importante pensare che tutto cio’ che esiste anche se da 1000 anni o piu’ e ancor piu’ se
espressione della nostra fisiologia puo’ avere una sua funzione, puo’ ancora apportare
qualcosa di nuovo se ben utilizzato e non messo da parte solo perche attempato.
Il digiuno e’ un argomento inflazionato se ne e’ parlato tanto da sempre, poi in questo
periodo avremo a Milano l’Expo 2015 in cui si affronteranno tutti i temi riguardanti
l’alimentazione e la sua globalizzazione , delle iniquità che portano paesi ricchi ad avere
alti tassi di mortalità per malattieda troppo cibo e paesi poveri dove la mortalita’ e’
altissima per mancanza di cibo. Si trattera’ dei rischi sderrivanti da una cattiva
alimentazione, delle potenzialita’ dei cibi, della loro produzione, delle catene alimentari, e
del rapporto alimento essere umano, che riescea trasformare cio’ che e’ vitale in veleno!
Credo che anche per questo possa essere utile rispolverare l’argomento digiuno.
Scritti che contemplano il digiunare risalgono a millenni addietro, ma probabilmente
Ippocrate e’ stato il primo medico di cui si puo’ dire con certezza prescrivesse il digiuno
come momento terapeutico e meglio ancora metteva anche in guardia chi prescriveva il
digiuno senzal’adeguata esperienza e quindi dei pericoli che ne poteva derivare. (slide4).
Nelle varie culture e religioni nei millenni troviamo riferimenti al digiuno, pensiamo anche
alle tre grandi religioni monoteiste Cristianesimo, Islamismo ed Ebraismo (slide 2-3).
Per l’Islamismo il digiuno e’ una prescrizione fondamentale , solenne e’ l’astinenza nel
mese del Ramadan, il nono dell’anno solare.
Nel Cristianesimo il digiuno era contemplato il venerdi di ogni settimana, la vigilia di Natale
, di Pasqua , dell’Assunta, e Ognissanti.
Per l’ Ebraismo il piu’ importante dei digiuni si pratica tra settembre e ottobre in occasione
del giorno dell’espiazione, il Kippur.
In questi casi il digiunare e’ un mezzo di purificazione, un mezzo per offrire la nostra vita (
visto che l’alimentazione e’ vita) , un mezzo per eliminare tutto cio’ che puo’ distogliere
dall’essenza cioe’ Dio e dall’essenziale.
Il digiuno sostenuto da motivi cosi’ forti e profondi, ha portato nel passato in molti casi ad
evoluzioni in forme di vera e propria anoressia neurogena su base mistica, pensiamo
durante il periodo di S Francesco intorno al 1200 si contarono circa 300 casi di casi di
anoressia alcuni di queste diventate sante come Santa Caterina da Siena, Santa Chiara e
cosi’ molte altre che finirono per trasformare l’offerta del digiuno nel sacrificio estremo.
Oggi il digiuno lo si usa anche per protesta come risposta individuale mediante la messa
in gioco di se stessi in cambio di una soluzione a cio’ che si ritiene un sopruso.
E se si scoprisse che chi sta protestando( vedi un Panella) entro certi termini non solo non
mette a repentaglio la propria vita , ma fa’ del bene e disintossica il suo organismo? Bhe e’
tutto relativo e nascerebbero tra i partiti i momenti di digiuno contestazione a pagamento
magari prima di mettere il costume o per il cambio stagione!
Tornando a noi vediamo cosa si intende per digiuno ( slide 5)
Per digiuno si intende un periodo che va da un giorno a diversi giorni in cui il nutrimento il
nostro organismo lo assume dalle riserve di cibo accumulate e nel contempo si
introducono acqua anche sotto forma di te o tisane.
Si parla invece di semidigiuno quando si introduce una piccola quota di nutriente sotto
varie forme : liquidi, spremute, frutta, centrifugati, verdure, latti vegetali.
Quando si pensa al digiuno lo si trova paradossalmente cosi’ poco naturale che e’
inevitabile non porci alcune domande (slide 4)
1) Quali sono le ragioni per iniziare un digiuno?
2) Quali le conseguenze?
3) Ci sono effetti collaterali?
4) Quali sono i benefici del digiuno?
5) Se ci sono che tipo di digiuno intraprendere?
6) Quali sono le tempistiche di un digiuno e quali le frequenze?
Partiamo dalla prima domanda con alcune osservazioni:
1) Perche’ quando stiamo , male , quando abbiamo la febbre spesso non mangiamo
nulla cioe’ digiuniamo?
2) Perche’ anche gli animali se stanno male si astengono completamente dal cibo e si
isolano?
Allora vediamo alcune ragioni almeno tra le piu’ “ragionevoli” visto la varia gamma a cui
accedere.
Abitualmente ci si accosta e si inizia un digiuno per: (slide8)
1) Prevenzione o auto guarigione
2) Per disintossicarsi
3) Per dimagrire
4) Per purificare corpo e anima
5) Per ridurre l’eta’ biologica
6) Come espediente dimostrativo
7) Per ricerca interiore
Le prime tre motivazioni rientrano in quello che viene denominato “digiuno terapeuitico”
anche se il digiuno entro certi termini ha comunque il fine di migliorare uno stato di salute
fisica o mentale.
Partiamo da uno stato di fatto cioe’ che il 65% delle patologie di qualunque genere e
gravita’ trofa anche nell’alimentazione un momento etiologico (slide 9)
Il digiuno puo’ diventare allora un’opportunita’ per intraprendere un miglior contatto col
proprio corpo.
Sappiamo che l’elemento primo dell’ osservazione e’ la messa alla prova, io osservo,
ascolto, faccio esperienza solo se mi metto alla prova, mi cimento.
il “digiunare” pur apparendo una delle condizioni piu’ naturali viene da noi percepito come
qualcosa di sconosciuto e temibile, tanto difficile da perseguire quanto dannoso, ma se
visto sotto questa buona luce si trasforma invece in una sana opportunita’ per ascoltare
meglio, dialogare meglio col nostro corpo.
Il proprio corpo ci trasmette in continuazione messaggi, ma purtroppo spesso siamo sordi
e ciechi, disattenti o assenti sicuramente spesso incoscienti e quindi continuiamo a dare
per scontato cio’ che comunemente avviene senza percepire se cosi’ e’ veramente e solo
cosi’ puo’ essere.
Dare per scontato vuol dire non apprezzare , non gioire di cio’ che siamo e delle
opportunita’ che abbiamo.
Per fare un esempio: chi si e’ mai chiesto quanto e’ fortunato per il fatto di potersi chinare
a prendere una matita a terra o allacciarsi ogni giorno le scarpe ecc.?
Sapete che apprezza ed e’ cosciente di questa grande fortuna che abbiamo sempre per le
mani?
Solo chi e’rimasto bloccato con la schiena per cui nell’avvertire forti dolori per qualsiasi
minimo movimento e trovandosi impedito prende coscienza o puo’ prendere coscienza di
cosa ha perso.
Ecco che allora ascoltando il nostro dolore percepiamo la fortuna di chi puo’ continuare a
chinarsi e quella che era la nostra fino a poco prima di bloccarci.
E’ una legge di natura, l’essere umano che si ritiene spesso al di sopra di ogni cosa parte
gia’ da questo limite cioe’ e’in grado mentalmente ed emotivamente di recepire un
qualcosa solamente mediante la negazione dello stesso.
So che tanti non accettano questa affermazione, ma fa parte dei nostri limiti ed i propri
limiti e la loro coscienza , anche laddove possono apparire come espressione di
debolezza, non devono mai impaurirci.
Ecco allora tornando al nostro digiuno che puo’ diventare uno strumento importante atto
come le nostre presunte esigenze, compresa la fame ed il desiderio di cibo, siano poi in
effetti piu’ espressioni di abitudini oppure abbiano spesso carattere compensatorio e
comunque espressione di quell’abbondanza che caratterizza quella che chiamiamo la
“civilta’ del benessere”!. Civilta’ del benessere che ha creato un proprio modello ideale di
alimentazione sostenendo quella che e’ l’assuefazione a esigenze richieste sempre
maggiori che alimentano e giustificano l’utilizzo di mezzi non del tutto naturali per
sostenere queste necessita’( pensiamo alle carni bovine tanto per fare un esempio,
l’eccessivo consumo di carni ha portato ad una richiesta sempre maggiore di produzione
da parte degli allevatori che si e’ scontrata con dei limiti fisiologici fatti di spazi , di
nutrimento dei bovini e di tempi di crescita per cui si e’ passati a mangimi piu’ nutrienti
rispetto il classico fieno e piu’ ingrassanti escludendo cosi’ la possibilita’ di pascolare
all’aria aperta, poi si e’ pensato di accorciare i tempi di crescita mediante l’utilizzo di
ormoni come l’ ACTH ed infine visto che la crescita piu’ rapida indeboliva l’animale e lo
sottoponeva a rischi infetti visi sono aggiunti antibiotici come prevenzione.
Questa e’ una delle tante catene alimentari che a causa delle richieste sempre piu’
pressanti e delle leggi del mercato ha subito forti e importanti stravolgimenti con le
potenziali conseguenze che si riversano sul consumatore e sulla sua capacita’ di
adattamento.
La nostra alimentazione e’ spesso squilibrata sia qualitativamente che quantitativamente.
Mangiamo male e troppo( slide 10) . Troppe calorie anche determinate dalla costante
raffinazione degli alimenti, troppi grassi saturi e colesterolo, troppi cibi gia’ pronti e trattati.
Piatti e ricette troppo elaborate , troppi condimenti, poca frutta e verdura, pochi legumi,
poca acqua, troppi carboidrati ( slide 11) e soprattutto consumati in eccessi e maldistribuiti
nel tempo e negli abbinamenti.
Ricordo che il meccanismo di regolazione della glicemia e’ basato sul controllo di due
ormoni antagonisti : insulina e glucagone.
Se la glicemia scende come durante il digiuno, il pancreas secerne glucagone che ordina
al fegato di prelevare glucosio dalle sue scorte di glicogeno e di immetterlo nel sangue. Il
glucagone inoltre, spinge le cellule all’utilizzo di grassi e proteine come fonte energetica in
questo modo si predispone l’organismo al risparmio del glucosio.
Se invece la glicemia sale, come dopo un pasto, il pancreas secerne insulina che
comanda al fegato di prelevare glucosio dal sangue e immagazzinarlo sotto forma di
glicogeno. Essendo pero’ questa capacita’ limitata quantitativamente circa 70 gr. , i
carboidrati in eccesso vengono convertiti in grassi e depositati nei tessuti adiposi.
L’insulina al contrario del glucagone , spinge le cellule ad utilizzare i carboidrati come fonte
energetica. (Slide 12)
Il meccanismo dell’insulina diventa perverso quando ne viene secreta troppa: in questo
caso la glicemia si abbassa troppo e rapidamente, il cervello va in crisi di astinenza e si
creano quelle condizioni che rigenerano la fame e soprattutto verso i carboidrati stessi.
(Slide 13)
Qui entra in gioco l’importanza della valutazione dell’indice glicemico.
L’indice glicemico misura la capacita’ di un determinato glucide di alzare la glicemia dopo il
pasto rispetto ad uno standard di riferimento che e’ il glucosio puro, e quindi di
conseguenza la sua capacita’ di indurre uno stimolo sulla secrezione insulinica. (Slide 12)
La grande maggioranza dei glucidi abitualmente consumati dall’uomo sono glucidi
complessi, composti essenzialmente da amido, e che quindi appartengono alla categoria
degli alimenti amilacei che si suddividono in 4 famiglie : Cereali , tuberi , leguminacee ,
frutta.
Tutti questi amidi per essere assorbiti e passare nella circolazione sanguigna, devono
essere trasformati in glucosio.
L’amido e’ costituto di due componenti molecolari l’amilosio e l’amilopectina i quali
possono essere poi associati a lipidi, proteine , fibre ecc.
E’ essenzialmente la proporzione di amilosio rispetto all’amilopectina che determina la
natura chimico fisica degli alimenti amilacei ed i loro effetti nutrizionali sull’uomo.
Al riscaldamento eccessivo dell’acqua, la struttura dell’amido si modifica. I granuli di amido
idratandosi si gonfiano e una frazione di amilopectina passa nella soluzione, se il
riscaldamento si prolunga anche una frazione di amilosio passa nella soluzione. Il risultato
si traduce con una viscosita’ piu’ o meno consistenti della soluzione ( gelatinizzazione
dell’amido). Piu’ la proporzione di amilosio e’ bassa maggiore e’ la gelatinizzazione.
Piu’ un amido si gelatinizza ( bassa percentuale di amilosio) piu facilmente e’ idrolizzabile
dalle alfa-amilasi ed e’ piu’ facilmente trasformabile in glucosio.
Cosi’ la patata che ha una bassissima percentuale di amilosio ha un indice glicemico alto
mentre le lenticchie che hanno una percentuale di amilosio alta hanno un indice glicemico
basso.
L’idratazione ed il calore aumentano l’indice glicemico di un alimento. La carota cruda ha
un I.G. pari a 20 , se si fa bollire l’ I.G. sale a50.
Anche alcuni processi industriali possono influenzare l’indice glicemico.
La pastificazione riduce l’ I.G. , la pasta fresca lo alza.
Anche le proteine e fibre modificano l’indice glicemico cio’ accade per esempio per i
cereali. Riguardo la pasta la presenza di glutine rallenta l’azione dell’amilasi e quindi limita
l’assorbimento del glucosio.
Una banana acerba avra’ un I.G. piu’ basso rispetto a quella matura.
Per finire sono importanti le dimensione delle particelle. Quando un amilaceo e’macinato,
piu’ le particelle di amido sono sottili piu’ l’idrolizzazione delle molecole e’ favorita e piu’
l’indice glicemico e’ alto. Questo e’ valido soprattutto per i cereali quando sono ridotti a
farina.
Un pane macinato a pietra come una volta puo’ avere un I.G. da 60 a 65. Se integrale
scende a 35 - 45 . Con l’utilizzo di tecniche di macinazione sofisticate oggi le farine sono
sempre piu’ pure il che si traduce in meno fibre, meno micronutrienti, meno proteine e
particelle sempre piu’ sottili con indice glicemico molto pèiu’ alto.
Il digiuno puo’ curare?
Spesso cio’ che intendiamo per cura e’ il tentativo di far tornare il malato in apparente
buona salute senza rimuovere le cause della malattia ma solo eventualmente i suoi
sintomi.
Il concetto che solo quando si modificano le condizioni che hanno portato allo squilibriomalattia
il nostro corpo puo’ da solo iniziare a guarire, rimane fondamentale , medicalmente
pensando. Guarire a differenza di curare e’ un processo biologico non e’ un’arte e quindi
risponde e sottostà alla capacita’ vitale di risposta soggettiva.
Solo afferrando questo concetto si comprende quanto sia importante mettere l’organismo
nelle condizioni migliori possibili per svolgere il proprio ruolo di auto guarigione.
Da questo punto di vista il digiuno non e’ una cura, ma e’ una delle condizioni per rendere
piu’efficace lo svolgimento dei processi di guarigione intrapresi dal nostro organismo.
Si potrebbe quindi azzardare il concetto che ogni vera guarigione passa anche attraverso
un processo di auto guarigione
“ quando l’organismo perde ogni desiderio per il cibo e lo respinge , si comprende come
l’astinenza forzata fa parte del processo generale, per mezzo del quale, si cerca di
ristabilire un miglior equilibrio”
Quando e dove digiunare?
In realta’ non esiste un momento destinato al digiuno a prescindere da uno stato.
Possiamo intravedere come comuni i cambi di stagione che richiedono una maggiore
attenzione perche momenti di reattivita’ maggiore del nostro organismo in primavera e
minore in autunno. I momenti a seguire un periodo molto impegnativo o un forte stress sia
emotivo che fisico , in ogni modo quando si sente la necessita’ di lasciare a riposo
l’organismo, lasciare che si depuri per farlo lavorare meglio .
Dove attuare il digiuno?
Se con soli liquidi e se piu’ di un giorno va eseguito a casa in condizioni di riposo , se
invece un semidigiuno si puo’ contemplare il mantenere una normale attivita’ lavorativa
sempre che non estremamente pesante, anche perche supportato in ogni modo da un
introito minimo essenziale.
Questa versione del semidigiuno affronta anche le resistenze che spesso si generano in
casa tra i famigliari quando si propone un digiuno. E’ comune pensare erroneamente che
se una persona si mette a digiuno vada incontro a perdita delle forze, svogliatezza ,
malessere, svenimenti, irritabilita’ e rischi di deviazione della mente!. Per questo motivo
chi decide di digiunare e’ difficile che trovi un ambiente favorevole e stimolante, anzi
abitualmente viene boicottato caricato di sensi di colpa , minacciato poi di non riuscire a
fare cio’ che deve, di rischiare di mettere a repentaglio la propria salute, magari col rischio
di diventare anoressico , anche se magari pesa 100 kg , ecc.
Quale deve essere la durata del digiuno?
E’ in funzione dello stato della persona, del motivo per cui l’ha intrapreso e delle
motivazioni che lo sostengono.
In alcuni casi e’ preferibile attuare una serie di digiuni brevi piuttosto che un digiuno piu’
lungo anche se quelli di durata maggiore danno i risultati migliori , ma sottopongono per
cio’ che si diceva prima a limiti piu’ restrittivi e difficili da gestire se non in condizioni
particolari.
Cosa possiamo avvertire col digiuno?
Diverse persone riescono a digiunare rimanendo rilassate senza particolari disturbi.
A volte inizialmente si attribuiscono al digiuno tutti i disturbi e i dolori che si manifestano
durante il suo svolgimento , poi proseguendo gran parte dei disturbi cessano.
Inizialmente puo’ essere una vera e propria crisi di astinenza. Le persone possono
divenire piu’ irritabili, insonni, deboli si possono manifestare dolori diffusi, possono essere
tormentati da forti mal di testa. Tutti questi sintomi si smorzano col semidigiuno. Altre
manifestazioni iniziali possono essere lingua con patina, alitosi qualche volta persino un
po’ di febbricola, andando avanti la lingua si ripulisce prima sulla punta poi ai lati ed infine
in centro.
L’urina diventa spesso piuttosto scura e con odore forte . Dopo una settimana
generalmente inizia a schiarirsi e perdere il cattivo odore.
La perdita di peso che si verifica durante il digiuno e’ dovuta all’utilizzazione delle riserve
per nutrire gli organi principali e all’escrezione dei depositi tossici. Durante i primi giorni la
perdita’ e’ piu’ abbondante. Paradossalmente la persona magra che compie un digiuno
non dimagrira’ molto , ma in seguito fara’ meno fatica ad ingrassare una volta terminato.
La sensazione debolezza che si pio’ provare durante il digiuno e’ soprattutto dovuta alla
maggior inattivita’, spesso si confonde la sensazione di debolezza col rilassamento, si puo’
avere un po’ di bradicardia , tutti gli organi lavorano un po’ a rilento. Questa forma di
rilassamento-debolezza e’ manifestazione dell’effettiva messa a riposo dell’organismo e
ne e’ testimonianza il fatto che continuando le forze poi vanno in crescendo.
Vertigini, sensazione di mancamento, palpitazioni possono anche presentarsi nella fase
iniziale ma se pur controllate non sono un pericolo per il proseguo. Nel digiuno a sola
acqua a volte si presenta invece nausea e vomito. La diarrea e’ meno frequente del vomito
, ma puo’ capitare.
Alcuni concetti importanti:
pi’ le malattie sono croniche e piu’richiedono tempo, piu’ i sintomi sono frutto di anni di
errori , maggiore e’ l’importanza di fare una buonae profonda pulizia-
Se si riesce a comprendere la razionalita’ del digiuno, se si libera la mente da tutte le
paure allora si fa meno fatica. Bisogna essere convinti che il digiuno sara fortemente
benefico.
Il freddo inibisce l’eliminazione, aumenta i disturbi e provoca una piu’ rapida eliminazione
delle riserve , per cui e’ importante durante il digiuno mantenersi al caldo.
Come mantenere una condizione di salute?
Non esiste lo stato di salute , esiste la ricerca continua del miglior equilibrio possibile in
funzione del come ci sentiamo, di cio’ che accade, del bagaglio che ci portiamo appresso
ecc.
Il digiuno e’ un mezzo naturale che abbiamo a disposizione da utilizzare ai fini di ripulire e
lasciare a riposo il nostro organismo in contrapposizione a tutte le condizioni di stress , di
tossicita’ endogena ed esogena a cui quotidianamente ci sottoponiamo.
Importante sara’ a seguito dei digiuni rivedere i nostri modelli di vita .Sara’ anche
attraverso una revisione e messa a punto di questi che garantiamo un miglior utilizzo del
digiuno ed un proseguo dei benefici derivanti ed il possibile mantenimento di un miglior
equilibrio.