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Policem calcestruzzo alleggerito a base di perle di polistirene espanso vergine ad alto coefficiente termico.

AIPE Associazione Italiana Polistirene Espanso


IL CALCESTRUZZO LEGGERO.



PREMESSA


Lo scopo di questo dossier è di sottolineare le sorprendenti caratteristiche di un


prodotto sicuramente non nuovo per l’edilizia, ma che non ha ancora convinto


completamente gli addetti ai lavori: il calcestruzzo alleggerito con sfere di


polistirolo espanso.


La disinformazione e la scarsa pubblicità che ha finora avuto questo tipo di


prodotto, oltre alla sua relativa “giovinezza”, ha fatto sì che nell’ambiente delle


costruzioni si continuasse a prediligere l’uso di calcestruzzi alleggeriti con la più


comune argilla espansa, vermiculite, pomice e simili, trascurando i vantaggi forniti


dal polistirolo in termini di isolamento termico, acustico e di resistenza all’umidità.


Con questo lavoro, intendiamo illustrare in maniera esaustiva, ma al contempo


semplice, le caratteristiche principali dei calcestruzzi leggeri polistirolici,


mettendole a confronto in primo luogo con quelle dei calcestruzzi tradizionali ma


anche con quelle dei calcestruzzi leggeri più comuni (con argilla espansa).


In questo modo speriamo di poter incuriosire e, perché no, soddisfare sia i tecnici


del settore che i meno esperti.


Partendo da una rapida introduzione su cosa siano i calcestruzzi, illustreremo


semplicemente i diversi tipi di calcestruzzo leggero oggi utilizzati per poi procedere


al confronto che prenderà in considerazione alcuni aspetti fondamentali per


determinare l’effettiva validità del prodotto, quali densità e peso, resistenza


meccanica, capacità termiche ed acustiche ed infine, per quanto possibile, costi.


Attraverso l’analisi parallela delle caratteristiche fisiche e tecnologiche cercheremo


di promuovere la diffusione di questi materiali a base di cemento che facilmente


possono essere usati nell’edilizia anche grazie alla loro economicità, leggerezza,


semplicità d’uso e durevolezza.


Inoltre, grazie al quadro completo di problematiche che cercheremo di fornire,


speriamo di stimolare produttori e utenti ad approfondire maggiormente le proprie


conoscenze in argomento, mediante ricerche sperimentali che ad oggi risultano


molto carenti.


L’esperienza ci dice che per sviluppare un nuovo materiale è assolutamente


necessaria la conoscenza approfondita delle sue caratteristiche fondamentali;


conoscenza che risulta ormai chiaro essere sufficiente per garantirne il successo


nel campo applicativo .


AIPE – Il calcestruzzo leggero e L’EPS


IL CALCESTRUZZO


Possiamo in poche parole definire il calcestruzzo come un materiale ottenuto dalla


miscelazione di alcuni componenti nelle giuste proporzioni, anche se in tal modo lo


facciamo sembrare più facile di quanto in realtà non sia.


Infatti, la combinazione dei componenti deve essere regolata da precise norme


relative alle caratteristiche dei componenti, alle loro proporzioni e alle modalità


d’impiego.


La corretta combinazione di cemento, inerti fini e grossi (sabbia e ghiaia) e acqua,


determina la formazione di un materiale con struttura simile ad una pietra artificiale


con massa chiusa e compatta; ciascuno degli elementi che lo compongono ha una


propria funzione ed è legato all’altro da rapporti reciproci.


“CALCIS STRUCTIO” (cenni storici)


Il termine calcestruzzo deriva dal latino calcis structio , che significa struttura

composta da calce; solamente dopo il XVIII sec. sono chiamati in questo modo


tutti i conglomerati artificiali costituiti dall’impasto tra un legante, acqua, sabbia e


frammenti di pietra di varia durezza. Il composto analogo utilizzato dai Romani


veniva invece chiamato caementum.


La differenza tra il moderno calcestruzzo e il caementum sta non solo nel metodo


di posa ma anche nel tipo di legante utilizzato: oggi si usa il cemento, mentre in


passato la calce aerea.


Il calcestruzzo viene utilizzato in tutte le epoche grazie alla notevole riduzione dei


costi del legante ottenuta grazie all’aumento del volume dell’impasto mediante


l’inserimento di uno scheletro pietroso che ne migliora anche la resistenza


meccanica.


La diffusione in larga scala di questo prodotto risale alla metà del secolo scorso,


come anche l’introduzione del cemento armato, che unisce la resistenza a


compressione del calcestruzzo con quella a trazione del ferro.


LA PASTA


Dalla combinazione di acqua e cemento si ottiene la pasta in cui si sviluppano le


reazioni fondamentali per la formazione del calcestruzzo: l’acqua, infatti, quando


entra in contatto con i granuli di cemento avvia il processo di idratazione che


determina l’indurimento della pasta. In questa fase, più che in altre, è


fondamentale utilizzare la giusta quantità di acqua in proporzione al cemento


usato in modo da determinare un corretto indurimento ma anche il giusto grado di


fluidità in funzione della lavorazione che se ne deve fare.


AIPE – Il calcestruzzo leggero e L’EPS


Questo rapporto varia infatti a seconda del tipo di calcestruzzo che si vuole


ottenere e delle caratteristiche dei materiali componenti, anche se per i


calcestruzzi tradizionali i rapporti non variano mai di molto.


LA MALTA


Se mescoliamo ora la pasta con dell’inerte fino otteniamo la malta. Queste due


componenti vanno miscelate in modo da ottenere una massa compatta e priva di


vuoti, facendo cioè in modo che i granuli dell’inerte siano completamente avvolti


dalla pasta. E’ quindi fondamentale che il rapporto pasta-sabbia sia corretto per


evitare la formazioni di pori che altererebbero le caratteristiche del prodotto. La


sabbia deve in oltre avere una granulometria vari in modo che il vuoto tra un


granulo e l’altro sia ridotto al minimo.


IL CALCESTRUZZO


L’ultimo passaggio per ottenere il calcestruzzo è quello di aggiungere alla malta


l’inerte grosso (ghiaia). Il primo è l’elemento fondamentale per determinare le


caratteristiche del composto, il secondo costituisce lo scheletro. Questo ha minor


importanza rispetto all’inerte fine, ma anche le sui caratteristiche devono essere


tenute sotto controllo.


Anche in questo caso è fondamentale che ci sia un giusto rapporto tra malta e


ghiaia, stabilito in base alle esigenze, come anche un certo assortimento delle


dimensioni dell’inerte per ridurre i vuoti e la malta utilizzata.


ACQUA 13-20%


CEMENTO 7-15%


SABBIA 32-40%


GHIAIA 32-40%


CL S


PASTA


MALT A


Figura 1 – Scomposizione di un calcestruzzo tradizionale attraverso


gli elementi componenti.


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TIPI DI CLS CEMENTO SABBIA GHIAIA ACQUA


Quantità (kg) PartiQuantità (mc) PartiQuantità (mc) Parti Quantità (l) Parti


MAGRONE 150-200 1 0,4 3 0,8 5 120-140 3 / 4 - 1


CLS MAGRO 200-250 1 0,4 2,5 0,8 4,5 100-120 2 / 3


CLS NORMALE 300 1 0,4 2 0,8 4 120 1 / 2


CLS GRASSO 350-400 1 0,4 1,5 0,8 3 140-160 2 / 5 - 1 / 2


CARATTERISTICHE PRINCIPALI


Essendo un materiale eterogeneo, le sue caratteristiche dipendono da molti fattori,


tra cui la quantità di cemento, il rapporto acqua cemento, la quantità e la


granulometria delle sabbia e della ghiaia. I requisiti richiesti si riferiscono


sostanzialmente al materiale fresco e a quello indurito.


Quando ancora fresco deve presentarsi compatto e senza vuoti, ma soprattutto


lavorabile, cioè abbastanza fluido da poter essere gettato e costipato in massa


compatta ed uniforme dentro le casseforme.


La fluidità è direttamente proporzionale alla quantità di acqua presente


nell’impasto, ma come abbiamo detto prima il calcestruzzo deve essere il più


asciutto possibile, perciò si cercherà sempre di dargli il minimo di fluidità richiesto.


Dopo il getto, per il fenomeno dell’idratazione del cemento, il calcestruzzo


indurisce; dopo la stagionatura deve possedere certi requisiti, primo dei quali la


resistenza meccanica, che significa cioè elevata compattezza della sua massa,


ovvero corretta proporzione tra i sui componenti e accurata esecuzione del getto e


delle casseforme.


IL CEMENTO


Il cemento viene prodotto in vari tipi e grazie alle loro differenti caratteristiche


permettono di ottenere calcestruzzi dalle diverse peculiarità.


I più comuni sono: il cemento Portland, quello pozzolanico, quello d’altoforno e


quello alluminoso.


L’ACQUA


L’acqua è una componente insostituibile in quanto determina l’indurimento del


cemento attraverso il processo di idratazione. Fondamentale, oltre alla quantità


utilizzata, è la purezza, cioè il contenuto di sostanze nocive come limo, argilla


humus, acidi organici e sali: l’acqua più sicura è quindi quella potabile, anche se a


volte si può usare acqua di altra provenienza se accuratamente controllata.


Tabella 1 – Quantità e rapporti delle componenti dei calcestruzzi tradizionali


AIPE – Il calcestruzzo leggero e L’EPS


Anche piccole percentuali di impurità possono ridurre la capacità di presa e


indurimento del calcestruzzo.


GLI INERTI


Gli inerti o aggregati possono essere sia di tipo naturale che artificiale e


costituiscono lo scheletro del calcestruzzo: costituiscono l’80% in volume di un


calcestruzzo tradizionale.


Possono essere distinti tra pesanti e leggeri; i primi, più comunemente usati, sono


di solito ghiaie , pietrischi e sabbie. I secondi, che vengono usati per la


preparazione dei calcestruzzi leggeri, hanno un piccolo peso specifico dovuto al


materiale di cui sono fatti e alla loro tessitura cavernosa.


Le dimensioni determinano un’ulteriore classificazione, generalmente tra fini e


grossi, ma queste classi possono a loro volta essere ulteriormente suddivise;


secondo le norme italiane l’inerte fino ha dimensioni comprese tra 0 e 7mm,


mentre quello grosso è maggiore di 7mm. La massima dimensione dell’inerte


grosso viene stabilita in funzione dell’uso che se ne deve fare.


Per quanto riguarda le caratteristiche richieste dalla normativa, gli inerti si


classificano in base alla loro resistenza meccanica e alla assenza di impurità, oltre


cha alla granulometria eterogenea.


Per controllare la composizione di un inerte nei confronti delle sue dimensioni vengono


generalmente usate delle curve granulometriche di riferimento; dall’osservazione di alcune


di queste, si potrebbe dire che nella miscela di un calcestruzzo gli inerti debbono avere


proporzioni così definite: 50% sabbia 50% ghiaia. Bisogna però tener presente che quanto


maggiori sono i requisiti richiesti tanto più accurato deve essere lo studio della sua


composizione granulometria.


Grafico 1 – Curva granulometrica degli inerti del calcestruzzo


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I CALCESTRUZZI LEGGERI


I calcestruzzi sono ottenuti mediante la mescolanza di un legante, solitamente


cemento, di acqua, che ha lo scopo di attivare il processo di idratazione e quindi


l’indurimento, e di aggregati di vario genere e pezzatura. I calcestruzzi cosiddetti


leggeri si distinguono da quelli “tradizionali” per il fatto che sostituiscono in parte


gli aggregati naturali, pietrisco e ghiaia, con aggregati leggeri, naturali o artificiali.


Come noto, la qualità e la quantità degli inerti utilizzati può influire notevolmente


sulle caratteristiche del calcestruzzo prodotto, soprattutto in termini di:


• Densità ( γ )


• Resistenza meccanica ( E )


• Conducibilità termica ( γ )

Gli inerti si possono definire collaborativi quando le loro caratteristiche appena


elencate sono simili a quelle della pasta cementizia utilizzata; se questi invece


partecipano esclusivamente in termini di volume, cioè quando , E e λ sono

differenti rispetto a quelli della pasta, vengono detti “virtuali”. Gli aggregati che


costituiscono i calcestruzzi leggeri sono appunto di tipo virtuale.


La classificazione dei calcestruzzi viene spesso fatta in base alla loro densità; si


identificano quindi quattro categorie:


TIPI DI CLS Densità () TIPI DI INERTI


CLS PESANTI 2400< ( γ )> 3000 Kg/m^3 ad alta densità

CSL ORDINARI 2000 2400 Kg/m^3 tradizionaliCLS ALLEGGERITI


600 2000 Kg/m^3 leggeri (argilla espansa)

CLS LEGGERI 100 600 Kg/m^3 virtuali (polistirolo)


Il calcestruzzo potrà comunque ritenersi leggero anche se la sua densità γ


dovesse superare i 600 Kg/m^3, sempre che l’inerte utilizzato possa considerarsi


di tipo virtuale.


Si può a questo punto fare un’ulteriore suddivisione di quelli che sono i


calcestruzzi leggeri:


• cls cellulari


• cls polistirolici


• cls Polycem


Tabella 2 – classificazione dei calcestruzzi in base alla densità


AIPE – Il calcestruzzo leggero e L’EPS


I calcestruzzi cellulari vengono alleggeriti con l’introduzione nell’impasto di bolle


d’aria, attraverso l’introduzione di aria compressa o di schiume dense durante la


preparazione dell’impasto in betoniera.


I calcestruzzi polistirolici sostituiscono, come suggerisce il nome, il polistirolo agli


inerti classici, così come si fa normalmente anche con materiali di altra natura


come argilla espansa, pomice, vermiculite che danno invece origine ai cosiddetti


cls alleggeriti per via della loro massa più elevata.


Questo prodotto, fin dagli anni ’60, ha dato diversi problemi ai costruttori per via


dell’estrema leggerezza delle sfere di polistirolo che galleggiano sulla superficie


della malta. Il problema fu risolto già negli anni ’70, grazie al trattamento delle


sfere con dei tensioattivi in modo da appesantirle e renderle meglio miscelabili.


I calcestruzzi Polycem consistono nella combinazione di quelli cellulari con quelli


polistirolici in modo da unire la fluidità dei primi e la leggerezza dei secondi.


Ciascuno dei tre prodotti appena elencati offre caratteristiche differenti sul piano


tecnologico, su quello prestazionale e su quello economico.


I cls cellulari garantiscono resistenza meccanica e conducibilità termica simili a


quelle dei cls polistirolici, ma, a differenza di questi ultimi che si preparano con una


betoniera comune, necessitano di un macchinario apposito per la loro produzione.


I Polycem, offrono una conducibilità termica molto ridotta, ma garantiscono una


più limitata resistenza a compressione rispetto ai cellulari e ai polistirolici presi


separatamente ed inoltre, fino a qualche anno fa, necessitavano anch’essi di un


macchinario apposito per la loro preparazione,


Risulta quindi difficile stabilire quale tra questi sia il migliore compromesso, anche


perché in questi ultimi anni gli additivi e le schiume utilizzate si sono evolute molto


velocemente.


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LA PREPARAZIONE DEI CALCESTRUZZI LEGGERI


POLISTIROLICI


Di fondamentale importanza per ottenere le massime prestazioni dal prodotto è il


corretto metodo di preparazione. Anche il corretto modo di gettare e l’attenta cura


del materiale gettato concorrono alla miglior riuscita del manufatto desiderato.


ATTREZZATURE – Le attrezzature che servono al confezionamento ed al getto


dei calcestruzzi polistirolici sono quelle normalmente usate nei cantieri tradizionali;


in particolare, in caso di getti importanti, si può far uso di autobetoniere.


E’ agevole l’uso della benna con la gru a torre, mentre per il pompaggio si può


impiegare qualsiasi tipo di pompa da calcestruzzo ed in particolare i tipi continui a


schiacciamento (squeezer); è infine possibile usare anche il nastro trasportatore


se non si supera un’inclinazione del 60%.


MATERIALI – Il legante più indicato e il Portland 325 di tipo pozzolanico, anche se


spesso, per prese più rapide si usa il 425; nel caso di preparazione di intonaci si


usa aggiungere calce idraulica e adesiva. Questi leganti sono i più adatti per


ridurre il pericolo di fessurazioni nel prodotto finito.


L’inerte utilizzato è ovviamente il polistirolo espanso e trattato; è commercializzato


in sacchi da 5 Kg l’uno ( 170 l circa), abbastanza ingombranti ma già dosati


granulometricamente. La curva granulometria del polistirolo non è significativa per


quanto riguarda la resistenza meccanica e il potere isolante, lo è invece per il


controllo del volume dei vuoti tra una sfera e l’altra. L’inerte reale da usare nei cls


polistirolici è la sabbia.


Il rapporto acqua cemento (A/C) è del tutto simile a quello dei cls tradizionali, cioè


varia a seconda del tipo di uso che se ne deve fare.


Si possono utilizzare praticamente tutti gli additivi impiegati nei cls classici:


acceleranti, fluidificanti, anticongelanti, ecc.


Densità


(Kg/m^3)


Polistirolo


espanso (m^3) Cemento (Kg) Sabbia (Kg) Acqua (Kg)


400 1 200 65 100


600 0,95 250 210 125


1000 0,8 400 375 190


1400 0,7 450 710 210


Tabella 3 – Dosaggi per cls leggeri


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PREPARAZIONE – del tutto simile a quella del calcestruzzo tradizionale


MATURAZIONE E CURA – La maturazione avviene quasi esclusivamente all’aria


e naturalmente, fatta eccezione per i casi di prefabbricazione.


Per la cura è consigliabile ricorrere alla copertura dei getti con fogli di materiale


plastico e dove non è possibile, ad esempio per gli intonaci, è sufficiente


mantenere umide le superfici.


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CARATTERISTICHE PRINCIPALI DEI CALCESTRUZZI LEGGERI


POLISTIROLICI


Le differenze sostanziali tra i calcestruzzi tradizionali e quelli leggeri sono dovute


fondamentalmente alla sostituzione degli inerti naturali con sfere di polistirene


espanso, che ne muta le prestazioni e quindi gli impieghi.


Il polistirene è una delle principali materie plastiche che derivano dal petrolio, è un


materiale rigido, incolore e trasparente; il polistirene espanso (EPS) è una delle


forme più importanti in cui viene utilizzato il polistirene.


Questo, utilizzato come “inerte virtuale”, dopo il processo di espansione, viene poi


trattato con additivi, resine e cemento che gli impediscono di galleggiare nella


pasta cementizia; le sfere sono ruvide e di colore grigiastro e hanno diametro


variabile da 1 a 6 mm.


E’ insolubile in acqua e sublima sotto l’effetto del fuoco, ma senza emettere


esalazioni nocive. All’interno dell’impasto non partecipa al processo di idratazione


dei cementi; può coesistere con inerti reali e sopporta processi di maturazione


accelerata.


Scheda tecnica dei polistiroli per calcestruzzi leggeri


Nomenclatura


Polistirolo o polistirene espanso, spesso abbreviato con EPS o


PSE


Derivazione


Derivato dal petrolio, mediante un processo chimico è


trasformato in piccolissime perle, nelle quali viene aggiunto


pentano, idrocarburo presente in natura, che funge da gas


espandente


Ottenimento


Con l'ausilio del vapore acqueo a temperature attorno ai


90°/100°C, il pentano si espande e la perla di EPS aumenta il


suo volume iniziale di 20/50 volte


Trattamento


La sintetizzazione e il processo di saldatura delle perle avviene


unicamente mediante vapore acqueo e pentano, senza l'utilizzo


di clorofluorocarburi CFC né collanti. Per la produzione di cls


leggeri si aggiungono additivi resine e cemento che


promuovono la miscelabilità con la malta


Aspetto


Sfere grigio biancastre, con superficie ruvida e granulometria


continua con diametro medio tra 1 e 6 mm


Densità In mucchio: 25 Kg/m^3


Volume dei


vuoti


98% aria 2% idrocarburo


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Disponibilità Confezione in sacchi da 200LT (5 sacchi = 1mc)


Comportamento


con acqua


Permeabile al vapore ma impermeabile all'acqua. Assorbe una


minima parte dell'acqua d'impasto. Non solubile


Comportamento


al fuoco


Sublima senza esalazioni tossiche, si accende solo oltre i


450/500° C


Riciclabilità


Riciclabile al 100%; gli scarti di EPS sono particolarmente


indicati per la realizzazione di cls leggeri se macinati e usati


come inerti


Durata


Le analisi svolte sulle influenze che i fattori ambientali e le


sollecitazioni di lavoro hanno sulle caratteristiche dell'EPS


mostrano che può garantire per un periodo illimitato le


prestazioni richieste


DENSITA’


Oggi i cls polistirolici vengono prodotti con densità variabile da 200 a 1850 Kg/m^3


e oltre, anche se quelli usati più comunemente variano dai 400 ai 1000 Kg/m^3.


Ad ogni modo, quelli con densità inferiore agli 800 Kg/m^3 non si possono però


considerare omogenei per via del casuale riempimento degli spazi lasciati vuoti da


dalle sfere; questo dato influenzerà molto la resistenza meccanica del prodotto


ottenuto.


La densità del calcestruzzo ottenuto con i comuni aggregati varia in genere da


2200 a 2600 Kg/m^3; il peso delle opere in calcestruzzo è di conseguenza elevato


e può rappresentare una parte importante del carico che insiste su una


determinata struttura. A volte risulta quindi vantaggioso realizzare cls con densità


inferiore, ad esempio in applicazioni non strutturali in cui la resistenza meccanica


del conglomerato è irrilevante come nei sottofondi di pavimento; a volte invece si


deve unire alla bassa densità una certa capacità meccanica. L’obbiettivo è quindi


quello di ottenere un aggregato che garantisca una certa capacità portante ed il


minor peso possibile.


Come si può osservare dalla tabella 2, i calcestruzzi leggeri consentono riduzione


del peso da 600 fin oltre 2000 Kg in meno ogni metro cubo rispetto ai cls


tradizionali.


Alla diminuzione del peso, dovuta all’introduzione di sfere di polistirolo nel


conglomerato, aumentano, come vedremo, anche le capacità di isolamento


termico, ma diminuisce invece la resistenza meccanica.


Tabella 4 – Scheda tecnica dei polistiroli per calcestruzzi leggeri


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Per applicazioni strutturali la densità non può essere ridotta eccessivamente,


viceversa i calcestruzzi di più bassa densità sono vantaggiosi quando si deve


privilegiare leggerezza e isolamento termico.


L’American Concrete Institute fa una distinzione tra cls leggeri strutturali e non in


base alla loro densità, che per i primi è compresa tra 1350 e 1850 Kg/m^3 e che


devono garantire inoltre una resistenza superiore a 17MPa; per i secondi è invece


compresa tra 300 e 800 Kg/m^3.


Le densità indicate normalmente si riferiscono al campione asciutto poiché


durante il processo di idratazione del calcestruzzo si può osservare una perdita di


peso dell’ordine del 10%, superiore a quella dei cls ordinari.


CAPACITA’ TERMICHE


Le eccezionali prestazioni garantite da questi tipi di calcestruzzo per quanto


riguarda la conducibilità termica sono dovute alle ottime caratteristiche di isolante


del polistirolo amalgamato nella mescola.


Queste caratteristiche derivano direttamente dal fatto che il polistirolo è costituito


per il 96-99% di aria, chiusa in cellette di dimensioni tali da impedire i moti


convettivi, cosicché la trasmissione del calore può avvenire soltanto per


conduzione e per irraggiamento. Poiché l’aria interna è in equilibrio con quella


esterna, la caratteristica di conduttività termica non varia nel tempo, come avviene


con altri espansi che contengono nelle celle altri gas.


Annegare il polistirolo nei massetti, nei pilastri o nelle pareti portanti, può


permettere addirittura di eliminare lo strato aggiuntivo di isolante esterno, o


comunque di ridurne lo spessore.


Tipo di calcestruzzo Densità (γ) Conducibilità termica (λ)


Kg/m^3 W /mK


Tradizionale 2100 - 2800 0,9 - 1,5


alleggerito con argilla espansa 600 - 1600 0,15 - 0,8


leggero


polistirolico tradizionale 300 - 1400 0,1 - 0,5


polistirolico additivato (Polycem) 150 - 300 0,04 - 0,08

300 -1300 0,08 - 0,4


ASSORBIMENTO DI ACQUA


L’isolamento termico è negativamente influenzato dall’umidità; la maggior parte


dei materiali da costruzione ha grande affinità con l’acqua che può penetrarvi


Tabella 5 – Conducibilità termica relative ai diversi calcestruzzi e alle diverse densità


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alterandone le prestazioni in termini di durata e di isolamento, poiché ne aumenta


la conduttività.


Il comportamento dell’EPS a fronte dell’acqua non da adito a limitazioni per gli


impieghi edilizi e per l’isolamento termico in particolare. L’acqua non scioglie


l’EPS, né attraversa le pareti delle celle chiuse e non può quindi venire assorbita,


garantendo un elevato grado di isolamento anche nelle condizioni più estreme.


Nel caso specifico dei calcestruzzi alleggeriti con polistirolo, possiamo quindi dire


che grazie alla permeabilità al vapore, piuttosto elevata rispetto agli altri cls a


bassa densità, l’impreganzione è ostacolata dalla idrorepellenza delle sfere di


polistirolo e dalle forma labirintica della struttura della malta cementizia. Questo


garantisce grande resistenza ai fenomeni di capillarità e, come detto, ridotta


resistenza alla diffusione del vapore acqueo in surplus, che così non condensa


anche con sbalzi di temperatura elevati.


Inoltre, grazie alla sua impermeabilità, durante le fasi di preparazione non è


necessario considerare nell’acqua totale d’impasto anche quella che normalmente


viene assorbita dagli altri aggregati leggeri; operazione di norma molto delicata in


quanto un errore di valutazione potrebbe compromettere sia la resistenza


meccanica che la lavorabilità del calcestruzzo.


RESISTENZA MECCANICA


L’impiego di aggregati leggeri naturali o artificiali consente di ottenere calcestruzzi


leggeri di varia densità e di conseguenza di varia resistenza meccanica.


Grafico 2 – Rappresentazione dell’andamento delle densità e della resistenza a


compressione in funzione dell’aggregato utilizzato.


AIPE – Il calcestruzzo leggero e L’EPS


Data la scarsa rispondenza dei cls polistirolici alla legge di Hooke, non è possibile


utilizzare i metodi di calcolo dei cementi amati tradizionali; questo determina un


certa difficoltà nel fornire indicazioni utili al dimensionamento di questi prodotti.


I dati di riferimento comunemente utilizzati sono ottenuti per via analitica poiché


fino a qualche anno fa i dati sperimentali delle prove di laboratorio non erano


disponibili in quantità sufficiente.


Come si può notare dal grafico 2, i dati relativi alla resistenza meccanica a


trazione e a compressione sono normalmente più bassi rispetto a quelli dei cls


tradizionali per via dello scarso aiuto fornito al cemento dello scheletro in


polistirolo.


Qualche piccolo accorgimento, come rendere l’impasto con polistirolo il più


omogeneo possibile o usare cementi più lenti per minimizzare le fessure per ritiro,


può migliorare le cose anche se in maniera limitata.


I risultati sperimentali hanno però confermato che il modulo di elasticità è inferiore


a quello di un calcestruzzo ordinario per via della minor rigidità degli inerti rispetto


a quelli correntemente utilizzati. Questo, da un lato riduce la rigidezza dei


manufatti realizzati in cls leggero, dall’altro determina una riduzione delle tensioni


interne di origine termo-igrometrica riducendo quindi la tendenza alla


fessurazionie.


AIPE – Il calcestruzzo leggero e L’EPS


ALTRE CARATTERISTICHE


ISOLAMENTO ACUSTICO


La trasmissione di energia sonora attraverso un generico componente può


avvenire secondo due distinte modalità: per via aerea e per percussione diretta del


componente stesso. E’ questo il caso dei solai che entra in vibrazione ad esempio


per colpa dello scalpiccio e che, a causa della sua rigidità, è in grado di


trasmettere il suono anche a grande distanza dalla sua fonte.


Anche se per ridurre questo tipo di diffusione del suono, le soluzioni migliori sono


quelle multistrato o a pavimento galleggiante, non si deve trascurare che, grazie


alle elevate prestazioni fonoassorbenti dell’EPS, i calcestruzzi polistirolici sono in


grado di ridurre la trasmissione se utilizzati per realizzare sottofondi leggeri o


blocchi per murature.


Oltre però ad essere superiore in prestazioni acustiche ai cls tradizionali,


presentano un maggior potere fonoassorbente per i rumori di ambiente (echi e


rimbombo) anche in confronto agli altri cls leggeri e alleggeriti.


COMPORTAMENTO AL FUOCO


L’EPS è un materiale che brucia completamente e i prodotti della sua combustione


completa sono soltanto anidride carbonica e acqua; pertanto non risulta


assolutamente tossico. Per l’accensione spontanea è necessaria una grossa


Grafico 3 – Effetti dell’isolamento acustico di cls polistirolici a seconda della


densità


AIPE – Il calcestruzzo leggero e L’EPS


quantità di energia (450 – 500° C ), quindi scintille o piccole braci incandescenti


non sono in grado di avviare la combustione. Sotto l’azione del calore le particelle


espanse tendono a contrarsi e quindi ad allontanarsi dalla fonte di calore prima di


incominciare a decomporsi. Ad ogni modo non si può ritenere che il polistirolo a


vista sia un materiale in grado di soddisfare le norme di prevenzione incendi.


Questo però vale per lastre di polistirolo montate in modo che possano entrare in


contatto diretto con fiamme o grosse fonti di calore. Per quanto riguarda le


particelle disperse all’interno di un complesso, come nel caso dei calcestruzzi


polistirolici, il comportamento è da ritenersi completamente diverso. Infatti in


questo caso l’EPS è sottratto ad un possibile contatto diretto con una possibile


causa di innesco, oltre che al contatto con aria necessaria per la sua combustione.


In generale si può addirittura affermare che dalle prove di laboratorio risulta che


questo tipo di cls leggero resiste al fuoco molto meglio di un cls tradizionale; basti


pensare che dopo oltre 2,5 ore a 150° C la struttura rimane inalterata, fatta


eccezione per i primi centimetri (non più di 2) in cui le particelle incominciano a


rammollire ed a temperatura di circa 450°C si trasformano in CO – CO 2 vapore

acqueo.


Nel prove di contatto diretto con fiamma il cls resiste per oltre 2 ore mantenendo


anche in questo caso inalterata la struttura, fatta eccezione per la sublimazione


delle particelle superficiali (non più di 3 cm).


COSTI


Non è possibile quantificare in termini monetari il costo del calcestruzzo leggero


poiché si dovrebbe tener conto dei numerosi prodotti presenti sul mercato, delle


differenti caratteristiche da questi offerte, degli additivi utilizzati, ecc.


In generale però possiamo dire che un metro cubo di calcestruzzo leggero costa


mediamente di più di quello ordinario, sia per la scarsa distribuzione nel territorio


dei fornitori di inerti leggeri, che fa alzare i costi di trasporto, sia per il maggior


costo di produzione degli aggregati leggeri rispetto a quelli naturali.


L’uso di cls leggero può però risultare conveniente in quanto, grazie alla sua


leggerezza, si riducono i carichi permanenti delle strutture e si può quindi ridurre le


dimensioni degli elementi portanti in c.a.. La riduzione del peso permette inoltre di


costruire su terreni di scarsa portanza senza dove ricorrere a fondazioni speciali,


estremamente costose; per lo stesso motivo è possibile quindi costruire edifici più


alti in cui la maggior superficie abitabile compensa di gran lunga il maggior costo


del calcestruzzo leggero


AIPE – Il calcestruzzo leggero e L’EPS


CAMPI D’IMPIEGO


Oltre ai settori d’impiego tipici dei calcestruzzi ordinari, esiste un’estrema varietà


applicazioni propria dei calcestruzzi leggeri. E’ inoltre facile assimilare certe


attitudini dei cls alleggeriti a quelle dei cls leggeri, ma alcuni aspetti della


tecnologia di questi ultimi risultano assolutamente unici.


I getti diretti su liquidi liberi ed anche i getti subacquei; i grandi getti di bloccaggio e


i grandi getti in zone dove gli inerti tradizionale e quelli alleggeriti sono difficili da


reperire, sono solo alcuni esempi.


I cls polistirolici sono generalmente poco fluidi, quindi si prestano bene a getti di


alcuni metri di spessore con una discreta resistenza meccanica; se additivati, si


può aumentarne la fluidità, per quegli impieghi che richiedono maggior lavorabilità,


ma bisogna però tener conto della segregazione degli inerti.


Certo è che non si può far assomigliare a tutti i costi il calcestruzzo leggero a


quello classico aumentandone densità e dosaggio; è necessario


capirne la natura e sfruttarne le caratteristiche all’interno del loro ambito


specifico, mantenendo resistenze comprese tra 5 e 50 Kg/cm^2, del tutto


simili a quelle delle murature tradizionali.


Nell’edilizia residenziale ome in quella industriale i calcestruzzi leggeri sono solitamente indicati per


realizzare pendenze e sottofondi leggeri o solamenti termici. Usati


  • come intonaci sono adatti per tagliare ponti termici, acustici e per proteggere

le strutture dal fuoco.


Figura 2 – Possibili impieghi dei cls leggeri nell’edilizia


residenziale tradizionale


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Anche se questi sono gli usi più frequenti, esistono numerosissimi altri campi


d’impiego:


�� Riempimento di vani laminati


�� Riempimento di cavità più o meno profonde (quando serve colmare

grosse con un materiale resistente, stabile nel tempo e che non assesti)


�� Ripristini o risanamenti in costruzioni antiche (per ridistribuire i carichi

di una pavimentazione su una struttura o volta in mattoni)


�� Fondazioni antivibrazione


�� Bloccaggio e isolamento di condutture interrate (per posare tubi di varia

natura sul fondo di scavi irregolari, evitare i problemi di riassestamento del


rinterro o isolare tubi sotterranei in temperatura senza ulteriori


coibentazioni)


�� Bloccaggio di vasche interrate (offre una buona protezione alle eventuali

pareti metalliche e costituisce una valida barriera dalle correnti vaganti)


�� Strutture con bassa resistenza meccanica


�� Fondazioni in zone paludose (grazie alla capacità di galleggiare sui liquidi

e indurire su qualsiasi tipo di terreno)


�� Blocchi per murature e solai (forati e non forati)


�� Elementi prefabbricati (pannelli di tamponamento e solai misti in metallo e

cls leggero)


�� Applicazioni speciali e grandi getti (per riempire cavità tra le murature

dei tunnel e la roccia riducendo al minimo il peso)


Oltre ai gia elencati:


�� Isolamento termico


�� Isolamento acustico


�� Formazione di pendenze


�� Sottofondi molto leggeri


�� Riempimento di sottotetti


�� Protezione delle strutture dl fuoco


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ALCUNI CONFRONTI


Il confronto tra le prestazioni dei cls leggeri, alleggeriti e tradizionali utilizzati nelle


applicazioni appena elencate, non è sempre facile; il più delle volte deve essere


compiuto caso per caso a seconda delle contingenze, soprattutto quando si parla


di costi.


Diverso è quando si parla di caratteristiche quali il peso o la trasmissione termica.


SOLAIO IN LATEROCEMENTO


Spessore


(m)


Peso al m^2


(Kg)


Conducibilità


(Kcal/mhK)


1 Manto impermeabile 0,01 10 0,16


2 Cls strutturale 0,085 200 1,25


3 Blocchi in laterizio 0,14 120 0,3


4 Intonaco civile 0,02 40 0,8


5 Massello in malta ordinaria 0,08 180 1,15


6 Massello in Cls alleggerito

con argilla espansa


0,08 114 0,3


7 Massello in Cls leggero 0,08 24 0,084


Peso totale per m^2:


Manufatto tradizionale: 550 Kg


Manufatto con cls alleggerito con argilla espansa: 484 Kg


Manufatto con cls leggero: 394 Kg

Coefficienti di trasmissione termica:


Manufatto tradizionale: 1,12 Kcal/m^2hK


Manufatto con cls alleggerito con argilla espansa: 0,90 Kcal/m^2hK


Manufatto con cls leggero: 0,56 Kcal/m^2hK

Come si può osservare dai risultati ottenuti, la riduzione del peso si aggira


attorno al 30% rispetto a quello di un manufatto tradizionale; non vi è


Figura 3 – Solaio in laterocemento


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nemmeno una riduzione della resistenza a compressione poiché il cls legger


è stato sostituito ad una parte non portante della struttura. Risulta inoltre


evidente il vantaggio in termini di resistenza al passaggio del calore; si può


infatti notare come il coefficiente di trasmissione termica sia inferiore del


50% rispetto a quello di una struttura di tipo tradizionale.


MURO A CASSA VUOTA


Coefficienti di trasmissione termica:


Manufatto tradizionale: 1,13 Kcal/m^2hK


Manufatto con cls alleggerito con argilla espansa: 0,86 Kcal/m^2hK


Manufatto con cls leggero: 0,37 Kcal/m^2hK

Anche in questo caso il manufatto eseguito con cls leggero garantisce una


un isolamento termico tre volte superiore (quasi 70%) a quello di una


normale intercapedine utilizzata nelle murature tradizionali e due volte


superiore a quella del manufatto eseguito con cls alleggerito


Spessore


(m)


Conducibilità


(Kcal/mhK)


1 Intonaco per esterno 0,02 0,85


2 Muratura in mattoni semipieni 0,12 0,55


3 Muriccio in mattoni forati 0,08 0,4


4 Intonaco in interno 0,02 0,45


5 Intercapedine 0,08 raddoppia fatt. lim.


6 Cls alleggerito con argilla

espansa


0,08 0,3


7 Cls leggero 0,08 0,04


Figura 4 – Muro a


cassa vuota


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COPERTURA INCLINATA IN LAMIERA GRECATA


Spessore


(m)


Peso al m^2


(Kg)


Conducibilità


(Kcal/mhK)


1 Manto impermeabile 0,015 15 0,16


2 Lamiera grecata in acciaio 0,0008 11 50


3 Lana di roccia 0,06 10 0,04


4 Massello in Cls alleggerito

con argilla espansa


0,045 65 0,3


5 Massello in Cls leggero 0,045 15 0,084


Peso totale per m^2:


Manufatto tradizionale: 36 Kg


Manufatto con cls alleggerito con argilla espansa: 91 Kg


Manufatto con cls leggero: 41 Kg

Coefficienti di trasmissione termica:


Manufatto tradizionale: 0,77 Kcal/m^2hK


Manufatto con cls alleggerito con argilla espansa: 2,43 Kcal/m^2hK


Manufatto con cls leggero: 1,25 Kcal/m^2hK

In questo caso il peso del manufatto in cls leggero è di poco superiore a


quello isolato con la lana di roccia; non bisogna però sottovalutare


l’aumento della resistenza meccanica garantito dal rivestimento in cls,


l’elevata impermeabilità che, al contrario della lana di roccia, richiede una


semplice guaina impermeabile, la più lunga durata nel tempo. Anche il


coefficiente di trasmissione termica è più elevato del manufatto eseguito


con lana di roccia, che comunque rimane uno dei materiali maggiormente


isolanti, ma risulta essere la metà del più simile manufatto eseguito con cls


alleggerito con argilla espansa.