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Rapporto genitori-figli: la consulenza con l'adolescente

L'adolescenza è il periodo di vita in cui avvengono il maggior numero di cambiamenti, questi includono il corpo e il rapporto con la sessualità, le relazioni con gli altri, le emozioni, l'identità. E' una fase di transizione in cui l'adolescente modifica il modo di rapportarsi al proprio corpo, al proprio se, agli adulti e genitori, ai coetanei, al ai contesti sociali.

Per il ragazzo adattarsi alla nuova realtà e confrontarsi con il mondo esterno non più come bambino, ma come "giovane adulto", non è sempre facile, e questo può generare un disagio psicologico ricco di emozioni forti (paura, senso di inadeguatezza, rabbia, timidezza, vergogna) e, a volte, atteggiamenti ribelli nei confronti della famiglia e della società, legati alla sensazione di non essere compresi.. Queste si scontrano con un forte desiderio di indipendenza e di ricerca della propria identità ( chi sono io? cosa voglio? cosa pensano gli altri di me?) .

In questa delicata fase, quando c'è chiusura da parte del ragazzo rispetto al proprio disagio, il genitore può sentirsi disorientato e nutre spesso una forte preoccupazione e può sentirsi in difficoltà, sentendosi inadeguato e impotente nella relazione con il figlio. Nascono sentimenti di inadeguatezza e insicurezza rispetto al ruolo genitoriale.
Le preoccupazioni nei confronti del figlio possono riguardare:
- timore che egli compia azioni di cui non percepisca la gravità e le conseguenze;
- timore delle influenze del mondo esterno;
- timore che il figlio tenga dentro di se il proprio disagio e non ne parli con loro.

La famiglia ha un compito importante. quello di svolgere da "contenitore" e nello stesso tempo di aiutare il figlio a costruire i propri valori e la propria identità. E' importante che i genitori sappiano leggere le sue emozioni , gli diano fiducia, ma soprattutto che sappiano dare valore ai suoi sentimenti, cercando perciò di mantenere uno scambio comunicativo efficace,fatto di ascolto empatico e confronto, in quanto il disagio interiore dell'adolescente, a volte può generarein manifestazioni comportamentali che necessitano di attenzione, quali:

- uso e abuso di sostanze/alcool;
- disturbi alimentari ( anoressia/bulimia, distorsione rispetto alla propria immagine corporea, continue diete o rapporto disfunzionale con il cibo);
- disturbi depressivi;
- difficoltà scolastiche ( insuccessi, difficoltà a relazionarsi con coetanei e insegnanti, difficoltà di concentrazione, mancanza di motivazione allo studio);
- allontanamenti da casa;
- isolamento con chiusura in sè stessi ( ritiro nel mondo virtuale di internet e social network, evitamento delle situazioni sociali, mancanza di amicizie);
- conflitti con i genitori (difficoltà comunicative ed emozionali);

Di fronte a una forte preoccupazione e conflitto, spesso è il genitore a fare la prima richiesta di consulenza per il figlio, ma solo se il ragazzo ne è a conoscenza ed è d'accordo, il professionista può iniziare un percorso con lui.E' importante che anche gli insegnanti siano attenti a possibili segnali di cambiamento dell'adolescente nella direzione di un disagio o di una sofferenza degni di essere colti. I segnali possono riguardare:


- peggioramento improvviso del profitto scolastico;


- cambiamenti repentini nelle abitudini alimentari;



Nella relazione d'aiuto terapeutica con l'adolescente, sono fondamentali: accoglienza, ascolto, non giudizio, fiducia e alcuni degli obiettivi degli interventi sono quelli di facilitare un percorso di crescita e individuazione, oltre ad interventi di tipo preventivo.
In alcuni casi, quando l'adolescente non si rende disponibile, può essere importante che il terapeuta, all'interno di una relazione di aiuto e sostegno, intraprenda un percorso con i genitori, se loro ne sentono la necessità ed è presente una motivazione, al fine di prendere in carico la loro ansia e preoccupazione e aiutarli a comprendere e migliorare in modo costruttivo il loro rapporto con il figlio, aiutandolo ad elaborare il proprio senso di inadeguatezza, insicurezza e difficoltà.