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Bisogni fondamentali dei bambini


I Bisogni Fondamentali dei bambini (e degli adulti)



Psicologo, psicologia Cecina (Livorno)










Oggi è scientificamente provato che i bambini, per crescere e conservare condizioni di benessere, di salute, di armonia, hanno bisogno che siano soddisfatte alcune condizioni determinate di vita. La vita può esistere solo all’interno di parametri precisi abbastanza ristretti; e non solo dal punto di vista strettamente fisico o chimico (temperatura, umidità, radiazioni), ma anche emotivo, affettivo, relazionale.


Dunque tutti gli esseri umani hanno dei Bisogni Fondamentali che devono essere rispettati e soddisfatti durante tutta la vita (ancor di più e a maggior ragione durante l’infanzia). Questi Bisogni di base sono, in un certo senso, le direzioni verso le quali si sviluppa la persona, vista come organismo complessivo. Ognuno di questi Bisogni è indispensabile perché il bambino e la bambina possano svilupparsi senza danni. Ma anche da adulti conserviamo gli stessi Bisogni, e dobbiamo tenerli presenti tutti se vogliamo vivere bene.








Grazie al contributo essenziale del Funzionalismo Moderno oggi è possibile sapere come i bambini, nel vivere quotidiano, tendono a soddisfare questi Bisogni di Base. Conoscere quali sono i modi attraverso i quali si concretizzano nella vita i Bisogni di Base è di grande aiuto per i genitori (ma anche insegnanti e operatori dell’infanzia) che vogliano seguire attivamente lo sviluppo dei loro figli e operare il più possibile per dar loro una crescita armonica e piena.



Le Esperienze di Base



Le esperienze di Base sono i modi attraverso i quali si concretizzano i Bisogni (che, ricordiamo, altro non sono che le linee generali lungo le quali si deve sviluppare la vita umana). Le Esperienze di Base sono esperienze concrete di vita, esperienze concrete di relazione che rendono possibili queste Direzioni di sviluppo. I Bisogni, insomma, si incarnano nelle varie Esperienze di Base, nelle occasioni più specifiche e dettagliate che proprio queste rappresentano.


In altre parole, le Esperienze di Base sono i “mattoni” della vita, le fondamenta su cui il bambino costruisce e sviluppa tutto se stesso. Sono esperienze che possiamo considerare i “prototipi” per tutte le successive più importanti situazioni di vita, esperienze che, consolidandosi e rafforzandosi nel loro ripetersi positivo, vanno a formare il patrimonio interno a cui in seguito si può attingere per affrontare le circostanze più varie dell’esistenza.


Esse vanno dal “Lasciare”, dal potersi “Abbandonare” all’Essere “Tenuti” e “Contenuti”, dall’Essere “Nutriti” e “Amati”, al “Contatto”, dall’ “Aggressività Affettuosa” alla “Forza Calma”, dall’ “Assertività” al poter “Cambiare l’altro”, etc.



Andiamo adesso ad analizzare più in dettaglio una delle tante Esperienze di Base la cui importanza viene spesso sottovalutata: l’Esperienza dell’Essere Contenuti e Tenuti.




Essere Contenuti ed Essere Tenuti.



Quelle relative al Contenimento sono tra le più arcaiche Esperienze di Base. Già nell’utero materno si vive a lungo e pienamente la condizione dell’ Essere Contenuti , una condizione che genera un senso di tranquillità e di sicurezza pressoché assoluti. Ma tutti i cuccioli, anche dopo la nascita vivono innumerevoli occasioni di sentirsi “all’interno”: all’interno di qualcosa di morbido e caldo. Pensiamo a quanto sia piccolo un neonato e come si debba sentire totalmente avvolto quando sta in braccio a contatto con il corpo di un adulto.


Anche più tardi i bambini continuano a ricercare la sensazione dell’Essere contenuti. Si accucciano vicino al corpo della madre, quasi sotto di lei; amano mettersi sotto un cuscino, in un cantuccio protetto, ricoperti da qualcosa che contiene, avviluppa e ricostruisce il senso di tranquillità antico. È molto frequente che da piccoli ci si rifugi sotto le lenzuola, anche con la testa, quando di notte si ha paura. Ci sono persone che a letto riescono a dormire solo con il lenzuolo o la coperta che li ricopre, o addirittura solo se sono strettamente incalzati.


L’Essere Contenuti è una delle tante Esperienze fondamentali per lo sviluppo dell’essere umano che, come le altre, non viene mai del tutto abbandonata durante l’esistenza. Le persone continueranno a cercare occasioni in cui possono sentirsi contenute.


Per esempio è piacevole accucciarsi ogni tanto vicino al proprio partner o tra i cuscini del letto o su un divano; è salutare di tanto in tanto potersi concedere di fare “il piccolino”, il cucciolo, con la presenza di qualcuno o qualcosa più grande di noi che ci avvolge e quasi annulla ogni pensiero.


Essere Tenuti è un’Esperienza di Base simile per certi versi alla precedente, nella quale però è presente maggiormente il ruolo attivo del genitore. Il bambino sente che ci si sta occupando di lui, sente che delle mani premurose e salde lo stanno Tenendo: e perciò si tranquillizza e può permettersi di lasciare completamente. Essere Tenuti in braccio è un’esperienza importante che si ripete tantissime volte nella vita infantile, e che riconferma nel bambino ogni volta la sensazione vitale di non doversi occupare (almeno per questo primo periodo di vita) di se stesso e di poter assaporare senza responsabilità e senza pesi la vita e il mondo circostante.


Ma anche da grandi si dovrebbero ricercare sempre momenti in cui non ci si deve tenere completamente da soli, in cui si condividono o si lasciano all’altro pesi e responsabilità. Basta potersi far aiutare da un amico in un incombenza, a prendere una decisione difficile, basta farsi accompagnare ad un appuntamento delicato, per sentire che si è ancora Tenuti e “sostenuti”, anche se in un modo non totale.



Funzioni



Che cosa succede effettivamente al bambino nel momento in cui ha modo di soddisfare questo bisogno? Quali possono essere i segnali che informano il genitore del bisogno del bambino di Essere Tenuto e Fermato?


Anzitutto, nel momento in cui il bambino si sente Tenuto con fermezza, intensità e dolcezza, il tono muscolare si allenta, si rilassa; lo stato d’animo del piccolo diventa uno stato di serena tranquillità; i movimenti si fanno quasi del tutto assenti; il respiro diventa profondo e si concentra nella pancia (respiro diaframmatico), producendo una intensa condizione di rilassamento. In questa stato psicofisico, non c’è senso di allarme (tipico invece, ad esempio, dello stato d’ansia), non c’è pericolo, non c’è nessun bisogno di mantenere l’ attenzione .


Fermare i bambini, dunque, fa loro molto bene quando ne hanno un vero e proprio bisogno, quando la loro eccitazione è aumentata esageratamente e rischia di debordare come se non dovesse fermarsi più. Quei capricci troppo intensi e interminabili, i moti di rabbia che si prolungano oltre la resistenza stessa del piccolo, l’eccitazione per il gioco che spinge ad andare troppo oltre la stanchezza: sono tutte situazioni in cui i bambini rivelano una profonda esigenza di Essere Fermati perché da soli non ce la fanno ad uscire dal corto circuito dell’attivazione.


Se si è veramente dalla parte dei bambini con tutto il proprio affetto, se non c’è nessun tipo di “imposizione”, ma un andare incontro ai loro bisogni profondi, allora fermarli non è dannoso: e i bambini si “arrendono” molto volentieri. Del resto tutti attraversiamo momenti in cui Essere tenuti/Fermati è una necessità e al contempo un piacere che desideriamo a livelli profondi, ma che non sempre riusciamo lucidamente a riconoscere.



Alterazioni



L’Esperienza di Essere Tenuti e Contenuti subisce interferenze dannose quando il bambino, appunto, non viene tenuto in braccio con calma, sicurezza e decisione; ma anche quando viene poco Tenuto in braccio.


Ancora oggi molti genitori credono che sia giusto lasciare piangere a lungo il neonato per abituarlo e non “viziarlo”, e finiscono (anche se inconsapevolmente) per trascurare questo bisogno fondamentale di Contenimento. L’Esperienza di Essere Contenuti, allora, non sarà attraversata dal bambino in maniera positiva e da adulto non se la ritroverà come capacità presente e sviluppata nel proprio bagaglio di funzionamento. Gli sarà difficile, quindi, concedersi momenti in cui, ad esempio, accucciarsi piacevolmente sul proprio divano o tra le braccia del proprio partner. Perderà la risorsa rigenerativa di poter ridiventare un poco piccolino e concedersi giocosamente un aiuto o una coccola. Anzi, l’essere piccolo e bisognoso di aiuto sarà vissuto come una debolezza insopportabile. Spesso nella memoria corporea del bambino resta una vera e propria traccia quando le mani che lo hanno Tenuto non sono state salde e rassicuranti, e da adulti ci si ritrova con una inspiegabile “paura di cadere”.


Ma se in alternativa alla capacità di Essere Tenuti non si sono sviluppati almeno un po’ di Controllo e di Forza , può accadere che da adulti, al contrario, si continui a rincorrere esasperatamente un sostegno. All’apparenza sembra che queste persone riescano a chiedere aiuto, che siano disposte a farsi sostenere; ma in realtà girano ansiosamente a vuoto, chiedendo a chiunque e dappertutto, senza valutare adeguatamente dove effettivamente lo si possa ottenere, senza riuscire a colmare il loro profondo bisogno inappagato. E così restano con la paura di non trovarlo questo sostegno, o con la disperata certezza che per sé il sostegno non c’è e non ci sarà mai.


C’è un’altra importante conseguenza legata al non essere stati ben Tenuti e Contenuti: l’incapacità del bambino a fermarsi di tanto in tanto, a starsene un poco senza dover far niente di speciale, senza inseguire indefinitamente desideri impossibili, in preda ad una continua eccitazione di fondo. Questo tipo di alterazione oggi si sta diffondendo molto nelle nuove generazioni: i bambini vengono troppo spesso lasciati a sé stessi, soli con la televisione e i videogiochi, riempiti di stimoli eccitanti senza posa. Non c’è più un attimo di pausa, di riposo piacevole. I bambini di oggi cominciano a perdere la sensazione piacevole dell’Essere Fermati e diventano sempre più irrequieti, capricciosi, continuamente in movimento, diventano dei bambini “debordanti”. Tenere e Contenere significa anche dare dei “limiti” precisi e chiari. I limiti non sono mai una tragedia per un bambino, se hanno un senso chiaro e comprensibile, se sono posti con naturalezza, fermezza, costanza. Anzi, i limiti sono accolti sempre con grande sollievo e piacere dai bambini perché li aiutano a Fermarsi quando è necessario, a non andare al di là delle proprie forze e delle proprie possibilità, a non cedere continuamente all’eccitazione del nuovo, agli stimoli di una società che continuamente spinge ad andare oltre, a volere di più, a scapito dell’equilibrio interiore, della salute e del benessere profondo.


C’è infine una differente alterazione che può aver inquinato l’Esperienza dell’Essere Tenuti e contenuti, quando il Tenere e il Fermare sono stati al contrario esagerati, ed hanno acquisito connotazioni di vera e propria imposizione, di violenza (fisica o psicologica che sia). Fermare, in questo caso, è diventato un vero e proprio “bloccare”, un comprimere la vitalità del bambino, un arrestarne i movimenti. In questo caso, la rabbia finisce per insinuarsi nell’Esperienza in questione, snaturandola completamente nella sua essenza profonda. La persona, una volta adulta, percepirà come insopportabile anche il minimo contatto fisico volto a Tenerla: lo vivrà come opprimente, come violento, anche se l’altro ci ha messo un’evidente tenerezza. La rabbia tenderà quindi ad uscire con esplosioni di oppositività, di intolleranza, proprio verso quelle situazioni nelle quali si profila una possibilità di lasciarsi andare, di farsi sostenere, di farsi aiutare.



Uno dei vantaggi del conoscere e riconoscere le Esperienze di Base è quindi, senza dubbio, quello di poterne ricavare indicazioni pedagogiche valide, dettagliate, ma allo stesso tempo semplici e concrete. Oggi i genitori si trovano spesso in difficoltà su come educare i loro figli e su come comportarsi nelle varie situazioni.


Le risposte della società sicuramente non sono di grande aiuto. Da una parte si ripetono in modo stereotipato alcuni luoghi comuni non validi, dall’altra arrivano informazioni contraddittorie da televisione e rotocalchi che dibattono l’argomento con voci confuse e contrastanti: tutti si sentono un po’ “psicologi”.


Dall’altra ancora alcuni studiosi suggeriscono di seguire intuizioni e sensazioni interne, che però troppo spesso oggi hanno perso contatto con i veri bisogni dei bambini. E per finire, nel campo della “psicologia”, si è per troppo tempo sostenuta la relatività del pensiero e delle teorie: quasi che tutti possono dire la loro, che non ci sia bisogno di conoscenze scientifiche solide, verificate e aggiornate.


È bene ricordare ancora, invece, che il funzionamento degli esseri umani è scientificamente ben determinato. Se vogliamo dunque che i bambini crescano in maniera armonica e non vadano incontro a sofferenze, è necessario seguire dei percorsi precisi , strade ben determinate. Oggi le conoscenze che abbiamo (anche se dovranno ancora accrescersi) sono sufficienti per darci un insieme esauriente di indicazioni pedagogiche corrette. Non si tratta di avere un decalogo minuzioso di mille regole per i mille eventi della vita quotidiana; non si tratta di imparare migliaia di modi di comportarsi: non avrebbe alcun senso. Quello che invece possiamo fare è delineare le grandi linee lungo le quali procedere correttamente per favorire lo sviluppo positivo dei bambini, le strade chiare e concrete su cui basare un buon rapporto con i figli e una buona educazione.

Dott. Fabio Pratesi, Psicologo - Cecina (Livorno) Tel. 3471419026