Disordini alimentari : vomiting o sindrome da vomito - cecina (livorno)
“Ogni cosa ripetuta un certo numero di volte diviene un piacere”
Henry Laborit
La ricerca-intervento avviata nel 1993 presso il Centro di Terapia Strategica di Arezzo sui disordini alimentari ha tra i suoi meriti maggiori quello di aver permesso l'identificazione di una forma particolare di disordine alimentare: la Sindrome da Vomito o Vomiting .
Lo studio empirico sulle modalità di persistenza dei disturbi alimentari, nonchè sull'efficacia di varie tecniche terapeutiche, ha permesso di stabilire che il vomito autoindotto - che in letteratura viene considerata una semplice variante di Anoressia e Bulimia - in realtà è un disturbo a sé .
Nello specifico, è emerso che, se inizialmente i soggetti vomitano come condotta compensatoria alle abbuffate per non ingrassare, dopo un certo periodo di ripetizione di questa modalità, scoprono il piacere rituale del mangiare e vomitare , fino a strutturare una vera e propria compulsione basata sul piacere.
Seppur possa sembrare assurdo, il Vomiting è dunque una vera e propria perversione basata sul piacere compulsivo del mangiare e vomitare .
Il prof. Giorgio Nardone ha definito questo disturbo una sorta di “ specializzazione tecnologica” dei disordini alimentari, una “qualità emergente”.
La ricerca ha altresì messo in luce che esistono 2 varianti principali di Vomiting :
- Persone trasgressive compiaciute . Questi soggetti sono consapevoli del piacere estremo che deriva dalla loro perversione e non hanno alcuna intenzione di interromperla.
Di solito giungono in terapia forzati dai familiari, per cui sono riluttanti e si oppongono all'intervento.
Pur non essendo facile lavorare su questa tipologia di Vomiting, è possibile fare ricorso a sottili stratagemmi terapeutici che aggirano la resistenza e l'oppositività dei pazienti portandoli al cambiamento senza che se ne rendano conto.
- Persone trasgressive pentite
- . I “pentiti” sono tali perché si rendono conto del prezzo salato che pagano in nome della loro perversione e decidono di chiedere aiuto per liberarsi di questo “demone”.
Come le persone compiaciute, anche questi soggetti sono consapevoli di come funziona il loro disturbo.
Malgrado la collaboratività dei soggetti, anche in questi casi è necessario avvalersi di stratagemmi terapeutici (come nella quasi totalità delle patologie psicologiche) poiché le sensazioni scatenate dalla patologia annichiliscono la volontà e la ragione.
Dott. GERRY GRASSI, PSICOLOGO, Dottore Magistrale in Psicologia Clinica e di Comunità, Iscritto all'Ordine degli Psicologi della Toscana al n° 5112
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