Supporto integratori
Pier Mario Biava è un medico, ricercatore illustre dell’Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico Multimedica di Milano. Alla base del suo percorso, la critica verso il modello dominante nella medicina occidentale, medicina deumanizzata-cosificata in un riduzionismo che ha preso il sopravvento su ogni altro tipo di pensiero, che guarda agli organismi viventi come ad un insieme di meccanismi biochimici, in cui ciascuna cellula costituisce un’entità individuale, per cui può essere trattata indipendentemente dal contesto in cui si trova. Biava ha accolto invece la visione olistica nella quale il tutto caratterizza il contesto che determina il comportamento delle parti e questo lo conduce inevitabilmente ad un discorso filosofico sul cancro, interpretato come patologia della significazione, metafora di un’epoca, la nostra, in cui il male maggiore sembra proprio la perdita di senso, a tutti i livelli.
La riprogrammazione delle staminali è una linea di ricerca che si basa sulle prime ricerche realizzate da Pier Mario Biava circa 15 or sono.
Cosa ha scoperto Pier Mario Biava?
Nell’utilizzo di un modello animale da laboratorio, un pesce classificato come Brachydanio Rerio più comunemente conosciuto come Zebrafish, per le ricerche sulla nascita e sviluppo dei tumori, Pier Mario Biava si accorse che mentre i tumori impiantati nell’organismo di Zebrafish crescevano e proliferavano, impiantati nelle sue uova venivano in qualche modo contrastati fino a dissolversi del tutto. L’intuizione che seguì portò lo scienziato a cercare quali sostanze all’interno delle uova di Zebrafish avevano queste proprietà.
Dopo lunghe ricerche trovò che alcune sostanze proteiche all’interno delle uova svolgono proprio il ruolo di programmare le staminali affinchè compiano il giusto percorso di sviluppo. Così, ipotizzando che le cellule tumorali abbiano origine da cellule staminali alterate, capì che attraverso la somministrazione di queste sostanze a bassissime concentrazioni è possibile riprogrammare le cellule staminali tumorali.
Quando iniziò queste ricerche Pier Mario Biava si trovava pressochè solo, soprattutto in Italia; attualmente le ipotesi che stanno alla base delle sue ricerche sono state ampiamente accettate e tutti gli scienziati concordano nel dire che la lotta al cancro deve dirigersi verso le staminali tumorali, responsabili della malignità della malattia.
Gli estratti di Zebrafish, un pesciolino tropicale che ha circa l’80% dei geni in comune con l’uomo, sono già oggi utilizzati da diverse strutture ospedaliere e da diversi specialisti oncologici. Non trattandosi di terapie collocate nelle linee guida il loro utilizzo dipende dalla sensibilità e dalle conoscenze del singolo specialista che ha in carico il paziente.
Per quanto riguarda alcuni tumori, come l’epatocarcinoma, i risultati raggiunti indicano che il 36% dei pazienti risponde alle terapie, di cui la metà circa ottiene una risposta completa, nel senso che la malattia al successivo controllo radiologico non è più rintracciabile nel corpo del paziente.
Per eseguire queste terapie bisogna sospendere o rinunciare ad altre terapie “tradizionali” ?
No! Gli estratti di Zebrafish non antagonizzano alcun farmaco, anzi, in molti casi sinergizzano. Le terapie tradizionali non devono mai essere pregiudicate o sospese se non è lo specialista a indicarlo.
Gli estratti di Zebrafish possono dare disturbi di qualche tipo?
No. Non sono mai state registrate tossicità a carico di alcun organo o dell’organismo nel suo insieme, anzi, nei casi di alcuni pazienti sofferenti a causa di terapie a base di chemioterapici hanno migliorato la qualità della vita.
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Gli estratti di Zebrafish sono già oggi utilizzati da diverse strutture ospedaliere e da diversi specialisti oncologici. Non trattandosi di terapie collocate nelle linee guida il loro utilizzo dipende dalla sensibilità e dalle conoscenze del singolo specialista che ha in carico il paziente. Per quanto riguarda alcuni tumori, come l’epatocarcinoma, i risultati raggiunti indicano che il 36% dei pazienti risponde alle terapie, di cui la metà circa ottiene una risposta completa, nel senso che la malattia al successivo controllo radiologico non è più rintracciabile nel corpo del paziente.
L’intuizione di Biava risale agli anni ’80 e successivamente, dopo vari studi sperimentali, si è approdati alla immissione in commercio di un integratore le cui finalità sono duplici: da una parte migliorare la tolleranza alla chemioterapia e combattere la cachessia neoplastica , dall’altra controllare e stabilizzare la crescita neoplastica.
Partendo dal presupposto che nella vita fetale, durante la genesi degli organi, vari fattori nutrizionali contribuiscono alla differenziazione cellulare il prof. Biava ha sperimentato omogenati di tessuti embrionali di vari tipi di pesci dimostrando che questi rallentavano la crescita neoplastica.
La terapia nell’uomo consiste nella somministrazione di 30 gtt. 3 volte al giorno, assorbite sotto la lingua , di un integratore ottenuto da embrioni di Zebrafish raccolti ed emulsionati negli stadi di medio-blastula-gastrula. I risultati clinici riportati e pubblicati da Biava confermano in generale il miglioramento del Performane Status cioè delle condizioni generali del paziente ed in alcuni casi il rallentamento o la stabilizzazione del tumore.
Il Synchrolevels va assunto a digiuno prima dei tre pasti alla dose di 30 gtt. ed assorbito sotto la lingua ed anche per questo prodotto non vi sono controindicazioni in quanto è a tutti gli effetti un alimento naturale.
Fonte Centro di Medicina Biologica
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