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Uomini e donne non sono colpiti dalle malattie allo stesso modo. Vi sono infatti alcuni disturbi prettamente maschili che è importante conoscere, per sapere a cosa dobbiamo fare attenzione e quali accorgimenti prendere per prevenirne la comparsa.


TESTOSTERONE: IL RE DEGLI ORMONI


Il testosterone (T) non è un “elisir” che, una volta assunto, dona per magia muscoli e forza.
Il testosterone è un ormone, anzi il “Re” degli ormoni maschili, il più importante e attivo, che influenza e condiziona la vita e la salute dell’uomo a tutte le età.
Viene prodotto nei testicoli, grazie al lavoro delle cellule di Leydig tramite un processo molto complesso che si basa su una serie di stimolazioni ormonali regolate dal sistema nervoso centrale.


Il comando per produrre testosterone è impartito da una ghiandola situata alla base del cervello, detta ipofisi , che utilizza due “aiutanti” per trasmettere gli ordini: l’ FSH (ormone follicolo stimolante) e l’ LH (ormone luteinizzante). Quando il loro messaggio stimolatorio giunge ai testicoli, essi prontamente, a meno che non ci siano problemi specifici, si mettono al lavoro e producono testosterone.
Il testosterone prodotto si lega, in parte, a specifiche proteine che lo rendono inattivo, mentre una piccola frazione (1-3% del totale) resta “libera” ed è proprio questa a tenere in forze e in piena attività un uomo.


In condizioni normali i testicoli producono circa 5-7 milligrammi di testosterone al giorno e il livello normale circolante di testosterone nel maschio adulto oscilla tra circa 300-1100 ng/dl per litro di sangue.
La secrezione di testosterone varia nell’arco della giornata, seguendo un ritmo circadiano : raggiunge valori molto elevati nelle prime ore della mattina, tra le 7 e le 9, per poi scendere al minimo nel tardo pomeriggio. Ecco a cosa sono dovute le erezioni mattutine.


Come tutte le cose belle finiscono, anche la secrezione di testosterone diminuisce nel corso della vita di un uomo, di circa l’1% a partire dai 35-40 anni . Ciò è dovuto al normalissimo processo di invecchiamento dell’organismo. Se invece la carenza di testosterone si verifica in giovane età oppure è molto marcata, si parla di ipogonadismo maschile.


Nell’età adulta, fino alla vecchiaia, i livelli di testosterone giocano un ruolo importante nel mantenimento di fertilità, buona salute e vitalità.


Il testosterone contribuisce a garantire la fertilità, agendo sulla maturazione degli spermatozoi nei testicoli. Inoltre influenza qualità e quantità dello sperma prodotto, poiché agisce sulle vie seminali e sulla prostata, che si occupano appunto della produzione di sperma.


Desiderio, erezione e soddisfazione sessuale sono regolati da questo ormone , che ha infatti la funzione di “sincronizzare” il desiderio sessuale con l’atto vero e proprio, regolando inizio e fine dell’erezione. Per questo motivo spesso il calo della libido (il desiderio) viene associato ad un deficit di testosterone.


Anche benessere, energia e stati dell’umore sono direttamente dipendenti dai livelli del testosterone in circolo, poiché produce effetti sul sistema nervoso centrale.


Contribuisce infatti a creare una sensazione generale di benessere e buon umore, oltre ad influenzare socialità, motivazione e affettività dell’uomo.


Questo effetto benefico complessivo sull’uomo è dovuto proprio all’azione anabolizzante del testosterone, che stimola la sintesi delle proteine e attiva così crescita e mantenimento dei tessuti. Agisce infatti direttamente su muscoli, ossa e componenti del sangue: emoglobine, globuli rossi e anticorpi.


In assenza di malattie specifiche, l’avanzare dell’età comporta una riduzione fisiologica della produzione di testosterone. A differenza di quanto accade nella donna quando entra in menopausa, il calo di T nell’uomo si manifesta in modo lento e continua progressivamente nel corso della vecchiaia.






Il testosterone , oltre a determinare le funzioni riproduttive e il tono muscolare, contribuisce in modo significativo al benessere della mente maschile. Infatti, il “re degli ormoni” agisce direttamente sulle strutture celebrali, sostenendo le capacità cognitive e la salute psichica dell’uomo. Tanto che, chi ha la fortuna di mantenere anche nella terza età un livello di testosterone più alto della media,presenta notevoli vantaggi a livello celebrale. I ricercatori americani del “National Institute of Aging” hanno infatti accertato che uomini anziani con livelli di testosterone nel sangue più alti della media hanno migliori funzioni cognitive spaziali e memoria per gli stimoli verbali e visivi.


Ma c’è di più: il testosterone potrebbe addirittura essere implicato nella protezione del cervello da malattie neurodegenerative tipiche della terza età. Ad esempio sembra che negli anziani, livelli più alti di testosterone libero siano associati con una riduzione del rischio di contrarre il morbo di Alzheimer.


In questo caso, il ruolo protettivo del testosterone non sarebbe dovuto solo alla stimolazione celebrale svolta dall’ormone, ma, da studi sperimentali di laboratorio, sembra che il testosterone sia anche in grado di impedire la sintesi della proteina beta-amiloide, responsabile delle lesioni celebrali tipiche di questa malattia.


Pertanto, molti ricercatori stanno valutando la possibilità di usare terapie a base di testosterone per contrastare lo sviluppo dell’Alzheimer .


A questo proposito, all’Alzheimer’s Desease Center (Università di Los Angeles, California) è stato studiato l’effetto del trattamento con testosterone su pazienti allo stadio iniziale della malattia.


Alla fine dello studio, i ricercatori hanno constatato che la qualità della vita dei malati trattati con l’ormone era significativamente migliorata e che alcuni pazienti hanno mostrato anche un recupero a livello cognitivo e un’attenuazione dei sintomi psichiatrici della malattia.



Possibile legame tra calo di testosterone e Alzheimer


Recenti studi mettono in evidenza la correlazione tra calo di testosterone e insorgenza del morbo di Alzheimer.


Sappiamo che l’avanzare dell’età e particolari condizioni quali l’ipogonadismo contribuiscono alla diminuzione dei livelli di testosterone. Il calo di questo ormone comporta diverse alterazioni psico-fisiche e un generale deterioramento della qualità della vita. Alcuni ricercatori stanno studiando da tempo se l’abbassamento del testosterone possa avere qualche legame con l’insorgenza dell’Alzheimer.


L’Alzheimer è un processo degenerativo che distrugge lentamente e progressivamente le cellule cerebrali. Questa forma di demenza, molto diffusa nei paesi occidentali, è in grado di danneggiare alcune attività fondamentali del cervello come la memoria, la parola, il pensiero e le capacità cognitive in generale. Può provocare inoltre stati di confusione, cambiamenti di umore e disorientamento spazio-temporale.


Secondo lo studio condotto da due team di ricercatori americani, del National Institute on Aging e del National Institutes of Health Usa, bassi livelli di testosterone libero possono essere associati alla comparsa dell’Alzheimer. I ricercatori hanno misurato il testosterone libero nel sangue di circa 600 uomini di età compresa tra i 32 e gli 87 anni.


Durante lo studio, durato 19 anni, la malattia è stata diagnosticata in 54 uomini, la maggior parte dei quali aveva bassi livelli di testosterone libero già prima della comparsa dell’Alzheimer.


L’ipotesi della correlazione tra carenza di testosterone e Alzheimer viene inoltre supportata da un’ulteriore ricerca condotta in Italia, presso l’ Università di Cagliari, che illustra come negli anziani malati di Alzheimer vi sia una maggiore quantità della proteina SHBG (Sex Hormone Binding Globulin) che serve a legare il testosterone rendendolo inattivo.


Alla luce di questi risultati prende corpo l’ipotesi di utilizzare la terapia ormonale sostitutiva a base di testosterone per curare gli effetti del morbo di Alzheimer. I risultati ottenuti da un gruppo di ricercatori di Seattle, pubblicati sulla rivista Neurology, indicano, infatti, che nei pazienti in cui il testosterone viene aumentato del 29,5% rispetto al livello di partenza, memoria, abilità verbali e cognitive migliorano in modo evidente.


Ulteriori studi serviranno comunque a valutare la completa efficacia della terapia sostitutiva a base di testosterone e l’eventuale possibilità di utilizzare questo ormone androgeno anche come terapia preventiva.


L’ormone dell’energia, il testosterone , ha quindi un ruolo preponderante nel mantenimento del benessere fisico dell’uomo. Ma la sua azione non si ferma ai muscoli e al vigore del corpo. Ai livelli di testosterone nel sangue sono infatti associati anche:


  • tono dell’umore
  • motivazione
  • concentrazione
  • sfera affettiva


tutti aspetti che riguardano il benessere psichico, e che l’uomo, rispetto alla donna, tende a non considerare con particolare interesse.


Questo effetto benefico complessivo sull’uomo è dovuto proprio all’azione anabolizzante del testosterone, che stimola la sintesi delle proteine e attiva così crescita e mantenimento dei tessuti. Agisce infatti direttamente su muscoli, ossa e componenti del sangue: emoglobine, globuli rossi e anticorpi.
Il corpo e la mente devono lavorare in sinergia per poter garantire la salute e il benessere.


(fonte: //www.uomoinsalute.it)




Approfondimento: Ormoni maschili e libido


Approfondimanto: Testosterone e tumore alla prostata




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