Bilancio depositato il
Zanardi è nato a Bologna da Dino, idraulico, e Anna, sarta. [1] Da bambino si trasferì con la famiglia a Castel Maggiore , a pochi chilometri dal capoluogo emiliano: qui sviluppò la passione per i motori, appassionandosi alla Formula 1 . Aveva anche una sorella maggiore, Cristina, morta a seguito di un incidente stradale nel 1979. [2] Diplomatosi come geometra, Alex è sposato dal 1996 con Daniela; la coppia ha un figlio, nato nel 1998.
Il 15 settembre 2001, durante una gara del campionato CART al Lausitzring , in Germania , Zanardi perde improvvisamente il controllo della vettura, che viene centrata dal pilota Alex Tagliani ; l'incidente gli costa l' amputazione di entrambi gli arti inferiori. Dopo 16 operazioni chirurgiche e 7 arresti cardiaci, Zanardi riesce a sopravvivere e il grave infortunio non gli impedisce di proseguire la sua carriera come pilota, e successivamente come paraciclista.
Nel 2003 viene pubblicata la sua prima autobiografia ...però, Zanardi da Castel Maggiore! , proseguita nel 2016 con Volevo solo pedalare: ...ma sono inciampato in una seconda vita , entrambe scritte da Zanardi in collaborazione con il giornalista Gianluca Gasparini.
Il 19 giugno 2020, durante una staffetta di beneficenza in handbike , [3] rimane coinvolto in un incidente sulla Statale 146 a Pienza , in Toscana , perdendo il controllo del mezzo e scontrandosi con un camion; [4] sottoposto a un intervento neurochirurgico e maxillo-facciale al policlinico le Scotte di Siena , rimane in gravi condizioni in terapia intensiva e con prognosi riservata . [5] Dopo circa un mese di coma farmacologico e ulteriori tre operazioni, a fine luglio viene trasferito dapprima in un centro specializzato di Lecco [6] e, a seguito di alcune complicazioni, in terapia intensiva all' Ospedale San Raffaele di Milano . [7] A novembre dello stesso anno, avendo raggiunto una «condizione fisica e neurologica di generale stabilità», viene trasferito all' Azienda ospedaliera di Padova : qui nel gennaio 2021 riacquista la coscienza. [8]
A dicembre 2021 Zanardi rientra a casa, dove prosegue la sua riabilitazione seguito da professionisti e dalla famiglia.
Automobilismo [ modifica | modifica wikitesto ] Carriera [ modifica | modifica wikitesto ] Gli anni nei kart [ modifica | modifica wikitesto ]A quattordici anni il padre gli regalò il suo primo kart e Zanardi cominciò a praticare regolarmente la sua passione con alcuni amici. Il suo esordio avvenne a Vado , in una gara sponsorizzata dalla Pubblica assistenza nel 1980 . Dopo un paio di anni di apprendistato, in cui affinò il suo stile di guida, tanto da guadagnarsi il soprannome di Parigino per la sua abilità nella gestione del mezzo, [9] cominciò a ottenere risultati di rilievo e nel 1982 si iscrisse al campionato nazionale, nella categoria 100cc.
Nonostante un mezzo scarsamente competitivo nonché la sola assistenza del padre che gli faceva da meccanico, a fine anno riuscì a concludere terzo in classifica generale; attirò così l'attenzione del proprietario di un'azienda produttrice di pneumatici per kart, che gli garantì la sponsorizzazione necessaria per passare alla categoria 100 Super e fare le prime apparizioni in gare di livello internazionale. [10]
Dopo aver disputato una buona stagione nel 1983 e una più altalenante nel 1984, Zanardi cominciò a cogliere diversi successi: correndo come pilota non ufficiale per il team di Achille Parrilla, riuscì a conquistare il titolo italiano nel 1985, vincendo tutte le gare tranne una, [11] e si impose al Gran Premio di Hong Kong, risultato che ripeté nel 1988. Si riconfermò inoltre campione italiano e vinse il campionato europeo nella categoria 135cc. nel 1987.
Proprio in quell'anno fu protagonista di un episodio singolare in una gara a Göteborg : protagonista di un lungo duello con Massimiliano Orsini, all'ultimo giro venne speronato da quest'ultimo, che si ritirò. [12] Nel tentativo di portare comunque a termine la gara, decise di spingere il kart fino al traguardo, ma venne bloccato dal padre di Orsini, che era nel frattempo entrato in pista scavalcando le barriere; [13] questo episodio permise a Michael Schumacher , fino a quel momento in terza posizione, di laurearsi campione europeo nella categoria 100cc.
Le formule minori [ modifica | modifica wikitesto ]Nel 1988 esordì nella F3 italiana , con una Dallara - Alfa Romeo del team di Coperchini, grazie anche all'aiuto del padre di Max Papis , con cui aveva stretto amicizia ai tempi dei kart, che lo sostenne finanziariamente e ad alcuni sponsor personali. [14] Durante questa stagione ebbe, però, alcune difficoltà ad adattarsi al nuovo tipo di vetture e non andò oltre un quinto posto. [12] L'anno seguente passò nella squadra di Ruggero Zamagna e si ritrovò a pilotare una Ralt - Toyota , con cui ottenne le prime soddisfazioni, come la pole position nella gara inaugurale di Vallelunga , conclusa poi al secondo posto, ma per via delle fragilità del motore nipponico e anche a causa del passaggio da parte della scuderia a una benzina senza piombo [12] per la prima vittoria dovette attendere il 1990.
Lo stesso anno conobbe anche la futura moglie Daniela che in breve tempo sarebbe divenuta la sua compagna di vita. [12] Con il passaggio al team RC Motorsport riuscì a imporsi in due appuntamenti e sfiorò il titolo italiano, giungendo secondo a tre punti da Roberto Colciago . Partì inoltre in pole position al Gran Premio di Monaco di Formula 3 e vinse la Coppa Europa in prova unica a Le Mans (dopo la squalifica di Schumacher ).
Nel 1991 decise quindi di passare in Formula 3000 , categoria nel quale aveva già esordito a fine 1989 in una gara, guidando per il team "Il Barone Rampante", al volante di una Reynard . Nonostante diversi interrogativi antecedenti l'inizio della stagione, che in particolare riguardavano il fatto che pilota e scuderia fossero praticamente esordienti, [12] vinse la gara d'esordio a Vallelunga , ripetendosi un paio di mesi dopo al Mugello . Nonostante le otto partenze in prima fila su dieci gare (tra cui le pole position di Pau , Mugello, Pergusa e Brands Hatch ) non riuscì a conquistare il titolo, che andò a Christian Fittipaldi , in particolare a causa di problemi di affidabilità che colpirono Zanardi durante la stagione. [12] Venne comunque premiato da Autosprint alla cerimonia dei "Caschi d'oro" come miglior pilota italiano dell'anno ed ebbe modo di testare per la prima volta una vettura di Formula 1 , guidando una Footwork Arrows . [12]
Gli esordi in Formula 1 (1991-1994) [ modifica | modifica wikitesto ] Jordan (1991) [ modifica | modifica wikitesto ]Le convincenti prestazioni in Formula 3000 attirarono l'attenzione di diversi addetti ai lavori di Formula 1 . Zanardi venne infatti contattato, a seguito del Gran Premio del Belgio , sia da Eddie Jordan , manager dell' omonima squadra , che cercava un pilota che sostituisse Michael Schumacher , in procinto di passare alla Benetton , sia dalla stessa squadra anglo-italiana per tutelarsi nel caso il passaggio non fosse andato a buon fine. [15] Fallita l'occasione di esordire al Gran Premio d'Italia , il debutto avvenne al successivo Gran Premio di Spagna , quando Jordan decise di sostituire Roberto Moreno , che non rientrava nei piani della scuderia, con Zanardi per le ultime tre gare stagionali.
Nonostante non fosse riuscito a eseguire alcun test preliminare, [16] in quanto era impegnato a disputare le ultime gare di Formula 3000, il pilota italiano si qualificò ventesimo e in gara ottenne il nono posto. Dopo un ritiro per la rottura del cambio a Suzuka mentre si trovava in ottava posizione e dimostrava una buona competitività, replicò il risultato della gara d'esordio in Australia in una corsa interrotta dopo pochi giri a causa della pioggia.
Minardi (1992) [ modifica | modifica wikitesto ]Nonostante i buoni risultati ottenuti e il desiderio da parte di Eddie Jordan di confermarlo per la stagione successiva , il team irlandese versava in una situazione finanziaria precaria e necessitava di ingenti sponsor di cui Zanardi non disponeva. Il budget per disputare la stagione venne trovato solo grazie all'accordo con la Sasol , che però impose come secondo pilota Maurício Gugelmin . [17] Fu quindi costretto a cercare un'altra scuderia e firmò un contratto con Ken Tyrrell per correre la prima gara stagionale con la sua squadra , ma il maggior introito economico garantito da De Cesaris fece sì che il bolognese si ritrovasse senza un volante. [18] Flavio Briatore gli propose allora di assumerlo come collaudatore e terza guida per la Benetton , affidandogli il compito di svolgere test aerodinamici per lo sviluppo della vettura. [18]
A metà stagione, tuttavia, Gian Carlo Minardi gli diede l'occasione di disputare tre corse in sostituzione di Christian Fittipaldi , infortunatosi durante le prove del Gran Premio di Francia . La scarsa confidenza con la monoposto della Minardi , unita a una forma fisica non perfetta dovuta alla sostanziale inattività agonistica, non favorirono il pilota bolognese nell'ottenere buoni risultati; [19] dopo aver mancato la qualificazione in Gran Bretagna , in Germania fu costretto al ritiro nel corso del primo giro per la rottura del cambio . L'ultima gara stagionale fu, per lui, il Gran Premio d'Ungheria , in cui mancò nuovamente la qualificazione, dopodiché ritornò alla Benetton per proseguire i test, dedicandosi a sessioni di collaudo del nuovo sistema di sospensioni attive che sarebbe stato utilizzato nel 1993.
Lotus (1993-1994)