Consultare uno psicologo
Quando e perché consultare uno psicologo-psicoterapeuta
Diversi possono essere i motivi o le situazioni che portano a rivolgersi ad un professionista:
A ) Momento della propria vita in cui ci troviamo ad affrontare una situazione difficile
(lavorativa, famigliare, affettiva) in cui occorre fare una scelta che non ci è totalmente chiara.
Intervento:
lo psicologo-psicoterapeuta può aiutare la persona a comprendere meglio i termini
del problema e quindi fornirgli gli strumenti per orientarlo verso una decisione; idonea e consapevole.
B ) Periodo della propria esistenza in cui ci troviamo confusi. Per intenderci siamo in una situazione simile a quella all’inizio della Divina Commedia: “ Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura che la diritta via era smarrita”.
Siamo di fronte, non ad un problema specifico, ma ad una fase della vita in cui viviamo una sorta di “ smarrimento “. Siamo confusi,non sappiamo bene cosa fare e dove andare.
Le situazioni che prima ci coinvolgevano, ora ci sembrano vuote, ci sentiamo poveri di energia…
Ci troviamo quindi di fronte ad una condizione di vita più profonda che investe non una parte di noi ma tutta la persona.
Forse qualche cosa ci ha ferito dentro, oppure qualche evento esterno ci ha fatto “ ri-toccare “ tematiche antiche…
Intervento:
l’intervento deve essere più profondo; può essere necessario andare a riprendere esperienze vissute nel passato e un pò alla volta riprendere la “ matassa “ della propria vita.
E’ come ri-trovarsi nuovamente e quindi ritrovare la propria vita, i propri interessi … direi i propri profumi
C ) Situazioni difficili che impediscono il normale svolgimento della vita: siamo qui di fronte a situazioni che possono essere invalidanti.
Spesso in concomitanza con sintomi nevrotici ( ansia, angoscia, attacchi di panico, depressione, ipocondria….).
La persona che ne è soggetta può fare fatica a continuare quelle attività che prima svolgeva normalmente ( andare a lavorare, seguire un hobby, fare sport …)
Anche le relazioni sociali subiscono un deterioramento; si ha meno voglia di uscire, di parlare, non ci si diverte più come una volta.
L’influenza negativa si instaura anche all’interno della famiglia, con comportamenti che possono essere o di chiusura o di una continua richiesta di attenzione e rassicurazione.
Diciamo che tutti gli ambiti del vivere ne vengono compromessi: come se una nube oscura ci avvolgesse.
Intervento:
Siamo di fronte a una situazione che necessita di un intervento psicoterapeutico/analitico ( non è più sufficiente il sostegno psicologico ) che, insieme alla persona, vada a scoprire innanzi tutto cosa ha scatenato il disturbo e successivamente attraverso un percorso di rivisitazione dei vissuti, soprattutto passati, vada a riaprire quei nodi che non sono, non solo mai stati risolti, ma forse neanche mai visti. E’ come riandare a vedere il film della nostra vita, fermarsi un pò sulle situazioni pregnanti e, con l’aiuto del terapeuta, sciogliere quei nodi , rivedere le esperienze anche da angolature a cui non avevamo pensato…, e liberare un’energia o emozionalità che era stata bloccata da quella esperienza.
E’ un pò come un gomitolo intrecciato… quando troviamo il capo e lo “ strecciamo “ ritrova la sua pienezza, funzionalità ed elasticità.
D ) Desiderio di conoscersi di più, di fare una ricerca all’interno di noi stessi con l’unico scopo di dare una qualità più consapevole e alta alla propria vita.
E’ una ricerca di maturazione , di spessore. Qui potremo citare i versi dell’Odissea “ Fatti non fummo per viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza “ ( Ulisse – Divina Commedia ).
In questo caso siamo anche di fronte ad una situazione completamente diversa dalle precedenti. Non abbiamo un problema che ci costringe ad andare da un analista, la nostra è una scelta di crescita.
In questo modo si sfata la convinzione che chi va dallo psicologo deve avere problemi “ di
testa “. Non è così!
Intervento:
Qui siamo nell’ambito di un percorso analitico, in cui anche lo psicoterapeuta si spoglia dei panni di “ dottore “ .
Si esce dalla dimensione “ dottore – paziente “ .
L’analista è più il “ compagno “ di viaggio ( visto che lui stesso nella sua analisi ha percorso i sentieri dell’inconscio e dei vissuti umani ) che ora accompagna chi desidera fare lo stesso viaggio.
E’ un viaggio bello, affascinante, profondo. E’ come prendere un treno e girare il mondo. Quanti nuovi paesaggi scopriremo, quanto verde, quanti mari, quante albe e sorgere del sole…