Sei in: Altro

Vademecum dosaggi ormonali ginecologici

Estradiolo: 17-beta-estradiolo o E2


L'estradiolo (17-beta-estradiolo o E2) è l'ormone femminile per eccellenza ed il principale degli estrogeni, gruppo di sostanze che comprende anche l'estrone (E1) e l'estriolo (E3). La sintesi dell'estradiolo avviene in massima parte nell'ovaio da parte delle cellule della granulosa del follicolo ed anche successivamente da parte del corpo luteo post ovulatorio.

Lo stimolo principale alla sintesi e secrezione di estradiolo è costituito dall'FSH con cui l'E2 determina un feed-back positivo a basse dosi e negativo ad alte. Oltre all'estradiolo di origine ovarica una quota minore viene prodotta dal corticosurrene e nell'uomo dal testicolo, inoltre una percentuale non indifferente si ottiene, soprattutto nelle donne in menopausa, dall'aromatizzazione periferica (muscolo e tessuto adiposo) degli androgeni. L'estradiolo, come il testosterone, viene veicolato nel sangue da alcune protreine in particolare dalla SHBG.

Gli effetti fisiologici dell'estradiolo sono quelli di indurre lo sviluppo e mantiene il trofismo uterino, mammario, vaginale e dei caratteri sessuali secondari; inoltre in pubertà promuove la maturazione scheletrica. Nell'adulto la crescita proliferativa dell'endometrio è estrogeno dipendente e ciò è fondamentale per consentire le successive modifiche determinate, in seconda fase del ciclo, dal progesterone. Inoltre a livello del canale cervicale l'E2 induce la produzione di muco che consente il passaggio degli spermatozoi dalla vagina alla cavità uterina.

La determinazione ematica dell'estradiolo consente di valutare la funzionalità ovarica in un ciclo spontaneo o sotto induzione ormonale, in particola modo viene utilizzata in tutti i cicli indotti per le tecniche di fecondazione in vitro.


Valori normali:

nell'uomo 15 - 50 pg/ml

nella donna

fase follicolare 30 - 120 pg/ml
picco ovulatorio 90 - 330 pg/ml
fase luteinica 65 - 180 pg/ml
in menopausa 10 - 50 pg/ml
LH


Il LH (dall'inglese luteinizing hormone), detto anche ormone luteinizzante, è un ormone prodotto e liberato nel sangue dall'ipofisi, una ghiandola situata alla base del cervello. Essa interviene agendo sugli organi bersaglio della riproduzione, ovvero l'ovaio nella donna e il testicolo nell'uomo. Il LH agisce insieme al FSH, un altro ormone ipofisario (si veda informazione FSH).


Nella donna, durante la prima fase del ciclo, vale a dire la fase follicolare, il FSH provoca la maturazione dei follicoli contenuti nell'ovaio e la produzione di estrogeno. Quando il livello di estrogeno raggiunge un certo valore, esso causa la rapida liberazione di LH al livello dell'ipofisi. Questa ondata di LH (si parla di picco preovulatorio) induce l'ovulazione, ovvero l'espulsione dell'ovulo maturo dall'ovaio. A questo punto si entra nella seconda fase del ciclo, la fase luteale.



Questa fase dell'ovulazione è fondamentale, poiché se non avviene, non c'è possibilità di fecondazione. Il momento dell'ovulazione può essere individuato attraverso un semplice test che consiste nel determinare il livello di LH nelle urine. Il test è utile per seguire la cura di una sterilità femminile ed è utilizzato nelle tecniche di procreazione assistita.

Una volta avvenuta l'ovulazione, la struttura resistente del follicolo si trasforma in corpo giallo, che produce due ormoni, l'estrogeno e il progesterone, il cui ruolo è di assicurare le prime fasi di sviluppo di una gravidanza. Se la fecondazione non è avvenuta, questo corpo giallo scompare e inizia un nuovo ciclo con la secrezione di FSH e LH.

Valori normali nelle donne:

Periodo del ciclo
FSH (UI/ml)
Estradiolo (pg/ml)

Fase follicolare (1a settimana)
2-9
20-94

Fase follicolare (2a settimana)
2-9
57-260

Picco preovulatorio
18-60
100-420

Fase luteale
1-10
60-230
FSHR (Recettore del FSH)

Recettore FSH: polimorfismi Asn680Ser e Thr307Ala


Il genotipo del recettore dell’FSH (FSHR) svolge un ruolo importante nel determinare la risposta ovarica ad una stimolazione con l’ormone FSH. Esistono due polimorfismi a singolo nucleotide localizzati a livello dell’esone 10 del gene FSHR:

- il polimorfismo Asn680Ser, determinato da una variazione nucleotidica A→G in posizione 2039, che produce una variazione aminoacidica da Asn a Ser in posizione 680;

- il polimorfismo Thr307Ala, determinato da una variazione nucleotidica A→G in posizione 919, che produce una variazione aminoacidica da Thr ad Ala in posizione 307.

I suddetti polimorfismi sono tra loro in cosiddetto linkage disequilibrium, cioè a Ser680 è associata anche 307Ala, rendendo molto frequenti due combinazioni alleliche delle quattro possibili: Thr307”“Asn680 e Ala307”“Ser680.

Diversi studi hanno associato la variante Ser680 ad una ridotta risposta alla stimolazione ovarica a seguito di somministrazione di FSH, dovuta ad una parziale resistenza del recettore all’ormone. Quindi le pazienti che presentano la variante Ser680 richiedono un dosaggio maggiore di FSH ricombinante per produrre una crescita follicolare ottimale ed un’adeguata concentrazione sierica di Estradiolo. Infatti, il numero medio di fiale di FSH somministrate per ottenere una stimolazione efficace è risultato più alto nelle pazienti di genotipo Ser/Ser che nelle pazienti Asn/Ser o Asn/Asn. La variante Ser680, influenzerebbe anche i livelli sierici di Estradiolo, ridotti nelle pazienti Ser/Ser, per cui le pazienti con genotipo Asn/Asn, ottenendo dei valori di estradiolo più elevati, potrebbero presentare un rischio maggiore di OHSS, sebbene questa ipotesi è tuttora controversa. Alcuni autori hanno inoltre riscontrato una maggiore frequenza dell’allele Asn680 in forme gravi di OHSS, suggerendo che il polimorfismo Asn680Ser possa rappresentare un marker predittivo sulla gravità dei sintomi in casi di OHSS, in quanto i soggetti Asn680 sarebbero più suscettibili a forme gravi di OHSS.

Inoltre, nelle pazienti con ciclo mestruale normale e genotipo Ser/Ser, sono stati riscontrati valori basali di FSH significativamente più alti che nei genotipi Asn/Ser e Asn/Asn. Ciò viene spiegato con il fatto che la variante Ser/Ser del recettore dell’FSH è meno sensibile all’azione dell’FSH, e che i maggiori livelli basali di FSH costituiscono una naturale compensazione dell’organismo per determinare una normale crescita follicolare.

L’analisi del genotipo del recettore dell’FSH permette di modulare in maniera individuale la somministrazione di FSH e quindi di aumentare l’efficacia e la sicurezza della terapia. Infatti, le pazienti con un genotipo “low-responder” devono essere stimolate utilizzando un dosaggio di FSH 1.5 volte maggiore rispetto al gruppo con genotipo “high-responder”. Probabilmente questo dosaggio potrebbe essere eccessivo per il gruppo “high-responder”, e viceversa, il dosaggio ideale per questo gruppo potrebbe non risultare efficace per il gruppo “low-responder”.
FSH - Follicule Stimulating Hormone

Il FSH (in inglese follicule stimulating hormone), o follicolo stimolante, è un ormone prodotto e liberato dall'ipofisi, una ghiandola situata alla base del cervello. Essa interviene agendo sugli organi bersaglio della riproduzione, ovvero l'ovaio nella donna e il testicolo nell'uomo. Il FSH agisce insieme al LH, un altro ormone sempre di origine ipofisaria (si veda informazione LH).


Nella donna, il FSH partecipa al processo di regolazione del ciclo mestruale. Questo ciclo è sotto il controllo di una parte del cervello, chiamata ipotalamo, che agisce come un computer. Attraverso un neurormone, il GnRH (in inglese gonadotropin releasing hormone) o gonadorelina, l'ipotalamo controlla direttamente l'ipofisi, favorendo la produzione e la liberazione del FSH.

IPOTALAMO produce GnRH
IPOFISI produce FSH e LH
OVAIO produce Estrogeno

Nell'uomo, il FSH stimola la maturazione degli spermatozoi a livello del testicolo

Le ovaie contengono un elevato numero di strutture chiamate follicoli. Nella prima fase del ciclo, la fase follicolare, il FSH contribuisce alla maturazione dei follicoli, di cui solo uno si trasforma generalmente in ovocito (ovulo). Questo ovocito produrrà a sua volta due ormoni, l'estrogeno e il progesterone. Quando il livello di estrogeno raggiunge un certo valore, esso causa la rapida liberazione di LH al livello dell'ipofisi e ciò induce l'ovulazione. A questo punto si entra nelle seconda fase del ciclo, la fase luteale (si veda informazione LH).


Durante l'infanzia, il FSH è praticamente inesistente. Esso si manifesta nella pubertà e viene prodotto per tutta la vita dell'adulto. Il dosaggio del FSH consente di mettere in luce sia un'insufficienza sia, in casi molto rari, un eccesso di secrezione.


Valori di FSH troppo bassi sono una delle possibili cause di sterilità. Inoltre sono all'origine di disfunzioni del ciclo mestruale nella donna e di insufficienza testicolare nell'uomo.


Nella donna, un livello di FSH insufficiente impedisce la maturazione dei follicoli ovarici, nonché l'ovulazione, causando la sterilità femminile. Attualmente sono disponibili mezzi efficaci per stimolare la produzione di FSH e provocare l'ovulazione. Questi mezzi vengono utilizzati nelle tecniche di procreazione assistita o PA



Nell'uomo, al livello del testicolo, la mancanza di FSH riduce la produzione di spermatozoi, il che può provocare una sterilità maschile. Tuttavia, il dosaggio di FSH ha un'importanza leggermente minore, salvo in caso di azoospermia (assenza di spermatozoi).


I livelli di FSH aumentano a partire dalla menopausa nella donna e dall'andropausa nell'uomo.


Valori normali nella donna:

Periodo del ciclo
FSH (UI/l)
Estradiolo (pg/ml)

Fase follicolare (1a settimana)
2-10
20-94

Fase follicolare (2a settimana)
2-8
57-260

Picco preovulario
7-18
100-420

Fase luteale
1.5-7
60-230
Delta 4 androstenedione (D4 A)

Il Delta 4 Androstenedione e' il principale androgeno prodotto dall'ovaio. Di conseguenza i livelli plasmatici risultano elevati in caso di iperandrogenismo funzionale di origine ovarica. Un aumento dei livelli si puo' riscontrare anche nelle patologie legate a deficit enzimatici come nel caso di deficit della 11 e della 21 - idrossilasi.

Questo ormone è il più importante androgeno nella donna, è il precursore degli estrogeni ed è in gran parte il responsabile della seborrea e dell'acne nel sesso femminile.

Deriva per il 50% dalla secrezione ovarica, per il 30% dalla secrezione surrenalica e per la quota restante dalla trasformazione periferica di precursori. L'ovaio secerne androstenedione particolarmente nel periodo intermedio e luteinico del ciclo, ciò può forse spiegare i periodici peggioramenti dell'acne femminile in fase ovulatoria e premestruale. La produzione di androstenedione può aumentare in premenopausa con conseguente ritorno dell'acne e lieve virilizzazione.
Dall'androstenedione ad opera dell'enzima 17-beta-idrossisteroido-ossido-reduttasi si forma testosterone. Androstenedione e testosterone rappresentano tappe intermedie bella biosintesi degli estrogeni.

I valori normali di androstenedione nella donna sono normalmente compresi fra 1,33 e 5,27 nanomoli/L e sono più bassi nell'uomo.

Valori compresi tra 10 e 20 nanomoli/L, associati a gonadotropina luteinizzante (LH) elevata, orientano verso una possibile diagnosi di ovaio policistico. Valori al di sopra di 30 nanomoli/L sono orientativi invece per un tumore surrenalico o ovarico ormonosecernente.
Testosterone
condizioni del prelievo: prelievo di sangue venoso, paziente a digiuno

interesse del dosaggio: il testosterone è il principale ormone androgeno, è prodotto dai testicoli e in piccola parte dalle ghiandole surrenali maschili; nella donna è prodotto in piccole quantità dalle ovaie e dalle ghiandole surrenali. Il testosterone controlla la spermatogenesi e il mantenimento dei caratteri sessuali maschili. Nella donna il dosaggio consente l’esplorazione dell’irsutismo, nell’uomo l’insufficienza testicolare

variazioni patologiche dei valori:
(nell’uomo) > diminuzione
- insufficienza testicolare: orchite, resezione testicolare, insufficienza gonadotropica
(nella donna) > aumento
- irsutismo (iperandroginia)
- ovaio policistico
- tumore ovarico o delle ghiandole surrenali

valori di riferimento:

uomo 20-45 anni
nmol /l 10-30
µg /l 3.00 - 8.50

donna 20-45 anni
nmol /l 0.50 - 3.10
TORCH
condizioni del prelievo: prelievo di sangue venoso

interesse del dosaggio: il TORCH Test è un valido screening per alcune malattie infettive che possono causare difetti congeniti nei neonati e condizioni patologiche negli adulti. Consiste in un monitoraggio per ricercare la presenza di IgG - immunoglobuline di classe G, e IgM - immunoglobuline di classe M, nei confronti di toxoplasmosi, rosolia, citomegalovis ed herpes simplex, i principali responsabili di patologie fetali. Il test può evidenziare se una persona ha recentemente contratto un’infezione, l’ha avuta in passato, oppure non è mai stata esposta al virus. I soggetti con infezione recente a uno degli agenti del TORCH avrà l’anticorpo IgM per l’agente specifico, mentre quelli che hanno avuto l’infezione nel passato avranno l’anticorpo IgG, presente per tutta la vita. Se nessuna delle due immunoglobuline è rilevata, non vi è stata infezione da questi microrganismi.

valori di riferimento: i risultati sono “positivo” o “negativo”, e indicano rispettivamente la presenza o l’assenza degli anticorpi IgG e IgM per ciascuno degli agenti infettivi. La presenza degli anticorpi IgM nella donna gravidanza suggerisce una nuova infezione con virus o parassiti; in questo caso è indispensabile effettuare ulteriori indagini per confermare il risultato, in quanto un anticorpo IgM può essere presente per altre ragioni. L’anticorpo IgG nella donna gravida può essere segno di una passata infezione con uno degli agenti infettivi. In questo caso in genere si ripete l’analisi dopo due-tre settimane per confrontare il livello dell’anticorpo: se il secondo campione mostra un aumento dell’anticorpo IgG, probabilmente indica un’infezione contratta di recente, se i valori sono stabili, l’infezione è stata contratta nel passato.

L’interpretazione di un test per gli anticorpi IgM è più complessa a causa del maggior rischio di falsi positivi; per poter considerare valida la diagnosi, i risultati positivi dovrebbero perciò essere confermati da test specifici aggiuntivi. La rilevazione degli antigeni (sostanze che causano la produzione di un anticorpo) specifici o la coltura dei microrganismi possono essere effettuati, a differenza del TORCH Test, più precocemente nell’insorgenza del processo infettivo, e sono più specifici.
SHBG
condizioni del prelievo: prelievo di sangue venoso, non deve avvenire immediatamente dopo un pasto

interesse del dosaggio: la concentrazione dell’ SHBG è il fattore più importante nel determinare la percentuale degli ormoni sessuali steroidi attivi nella circolazione. Nelle donne, le concentrazioni ridotte sono presenti nella sindrome da ovaio policistico (PCOS), nel mixedema associato a ipotiroidismo, nella sindrome di Cushig. Nella valutazione di condizioni associate a squilibrio degli ormoni sessuali il dosaggio dell’SHBG è considerato in rapporto alla concentrazione di testosterone totale, utile per indagare lo stato androgenico femminile.

valori di riferimento:

(nell’uomo: 18,6 - 117 nmol/l)
nella donna: 14,9 - 103 nmol/l

TSH
condizioni del prelievo: prelievo di sangue venoso, non deve avvenire immediatamente dopo un pasto. Segnalare le eventuali terapie in corso

interesse del dosaggio: il TSH è un ormone prodotto dall’ipofisi sotto l’influenza di vari fattori. Agisce sulla tiroide soprattutto stimolando la secrezione degli ormoni tiroidei. Il suo dosaggio con metodi ultrasensibili, associato a quello degli ormoni T3 e T4, consente di studiare gli ipo- e gli iper-tiroidismi. Ciò consente di scoprire valori di TSH molto bassi, ed evita di sottoporsi a test di stimolazione. Il dosaggio permette inoltre di seguire il trattamento dei pazienti distiroidei, soprattutto degli ipertiroidismi. Poiché i suoi valori sono molto elevati 30 minuti dopo la nascita e riducono durante i primi 5 giorni di vita, il TSH consente di effettuare uno screening neonatale per la fenilchetonuria, l’ipotiroidismo congenito (test di Guthrie).

valori di riferimento:

0.15 - 4.9 mU arb /l

variazioni patologiche dei valori:

> aumento (TSH > 5 mU /l)
- ipertiroidismo primitivo, ovvero insufficienza della ghiandola tiroide (con FT3 e FT4 diminuiti)
- ipotiroidismo infraclinico o trattamento iniziale (con FT3 ed FT4 nella norma)
- tumore ipofisario (con FT3 e FT4 aumentati) o insensibilità ipofisaria agli ormoni tiroidei o
adenoma tireotropo
> diminuzione (TSH < 0.1 mU /l)
- ipertiroidismo (con FT3 e FT4 aumentati)
- ipertiroidismo infraclinico o trattamento iniziale (con FT3 e FT4 nella norma)
- gozzo eutiroideo, depressione endogena, inizio di gravidanza, insufficienza ipofisaria (con FT3 e
FT4 diminuiti)
· Diminution : (TSH < 0.1 mU /l)
Hyperthyroïdie (avec FT3 et FT4 + )
Hyperthyroïdie infraclinique ou traitement débutant (avec FT3 et FT4 normales)
Goître euthyroïdien, dépression endogène, début de grossesse Insuffisance hypophysaire (FT3 et FT4 - )

Farmaci che possono interferire con il dosaggio: corticoidi, serotoninergici, dopaminergici, oppiacei, somatostatie, somatotropine, metoclopramide, sulpiride, noradrenalina
T3 ED FT3
condizioni del prelievo: prelievo di sangue venoso, non deve avvenire immediatamente dopo un pasto. Segnalare le eventuali terapie in corso

interesse del dosaggio: il T3 fa parte, come il T4, degli ormoni prodotti dalla tiroide; una parte del T4 si trasforma in T3. Solo la frazione libera, chiamata FT3 e che può essere dosata autonomamente, è attiva. Il dosaggio di questi ormoni consente di esplorare gli ipo- e iper-tiroidismi

valori di riferimento:

T3 totale : 1.07 - 3.37 nmol /l ovvero 0.7 - 2.2 µg /l
diminuisce con l’età
frazione libera (FT3): 3 - 8.5 pmol /l ovvero 2 - 5.6 ng /l

variazioni patologiche dei valori:
> aumento
- ipertiroidismo, adenoma
- presenza di anticorpi anti-T3 senza ipertiroidismo
> diminuzione
- ipotiroidismo: T3 diminuisce meno rapidamente del T4
- sindrome da bassa T3: persone anziane, patologie epatiche o renali gravi

Farmaci che possono interferire con il dosaggio: trattamento con tiroxina, amiodarone, estroprogestinici, corticoidi, antinfiammatori non steroidei, salicilati, barbiturici, idantoine.

T4 ED FT4
condizioni del prelievo: prelievo di sangue venoso, non deve avvenire immediatamente dopo un pasto. Segnalare le eventuali terapie in corso

interesse del dosaggio: il T4 rappresenta l’80% degli ormoni prodotti dalla ghiandola tiroide, l’altro ormone prodotto è la T3 (triiodotironina). Una parte del T4 si trasforma in T34, e solo la frazione libera, chiamata FT4, che può essere dosata autonomamente, è attiva. Il dosaggio di questi ormoni consente di esplorare gli ipo- e iper-tiroidismi

valori di riferimento:

T4 totale : diminuzione progressiva con l’età
5-20 anni: 90 - 150 nmol /l ovvero 70 - 117 µg /l
20-65 anni : 80 - 140 nmol /l ovvero 62 - 110 µg /l
frazione libera (FT4): 8.6 - 25 pmol /l ovvero 6.7 - 20 ng /l

variazioni patologiche dei valori:
> aumento
- ipertiroidismo, sovraccarico di iodio
- presenza di anticorpi anti-T4 senza ipertiroidismo
- aumento della TBG (proteina legante gli ormoni tiroidei, aumenta nell’ipotiroidismo, durante la
gravidanza, a seguito dell’assunzione di estrogeni o estroprogestinici, nelle malattie genetiche del
fegato, nella porfiria acuta)
> diminuzione
- ipotiroidismo
- carenza di iodio. Grave insulto extratiroideo (diminuisce FT4)
- diminuzione della TBG (proteina legante gli ormoni tiroidei, diminuisce a seguito dell’assunzione
di androgeni e steroidi anabolizzanti, nelle malattie renali, nelle ipoproteinemie e nell’acidosi
scompensata)

Farmaci che possono interferire con il dosaggio: trattamento con tiroxina, eparina, estroprogestinici, corticoidi, antinfiammatori non steroidei, salicilati, barbiturici, idantoine.

BETA HCG
Nella donna in gravidanza si determina una situazione ormonale tutta particolare e complessa.



Il suo corpo reagisce e si modifica piano piano per accogliere meglio il bambino, grazie all'informazione e alla sapiente regia creta dagli ormoni.



Uno dei più importati, nel primo periodo di gravidanza, è la Beta HCG - Gonadotropina Corionica Umana.

E' prodotta dal trofoblasto, un tessuto che con il procedere della gravidanza si trasformerà successivamente nella placenta.



È la presenza di quest’ormone a determinare la positività del test di gravidanza.



La gravidanza inizia con il concepimento, cioè il momento in cui lo spermatozoo incontra l’uovo maturo nella tuba e lo feconda.



L’uovo fecondato, viene poi trasportato nell’utero ad opera delle cellule ciliate che compongono le pareti interne della tuba uterina.



L'ovulo rimane nell’utero sospeso per alcuni giorni e prende successivamnte contatto con la parete uterina.

L'endometrio modificatosi nella seconda parte del ciclo (più morbido e ricco di vasi) favorisce l’annidamento, la cui epoca corrisponde al 7-8 giorno dalla fecondazione.



L’uovo fecondato in questi giorni è cresciuto ed ha moltiplicato le sue cellule ed è passato dallo stadio di morula a quello di blastocisti.



E solo in questa fase, inizia la produzione di Beta HCG.

E' pertanto l’ormone della gravidanza, la sua presenza diagnostica una gravidanza in atto.


MA A COSA SERVE L'ORMONE BETA HCG?

Il Beta HCG è un ormone fondamentale per lo sviluppo e il buon proseguimento della gravidanza.

Esso stimola infatti il corpo luteo, (che è la modificazione del follicolo dopo l’ovulazione) a produrre grandi quantità di progesterone.

Il progesterone ha la funzione di:

- mantenere la muscolatura uterina liscia e rilassata in modo da permettere un buon attecchimento della gravidanza

- lavorare in sinergia con gli estrogeni per stimolare le pareti dell’utero ad aumentare il loro sviluppo.

- aiutare la formazione della placenta e concorrere alla nutrizione del tuo bambino

- rallentare le attività dell’intestino in modo da assorbire più sostanze nutritive.

non provoca solo modificazioni uterine, ma si riflette su molte altre attività corporee.

Nel primo trimestre di gravidanza, tutte le modificazioni corporee che la gravidanza induce sono programmate per permettere un buon annidamento.

Il bambino ha bisogno di mettere solide radici, e il corpo materno ha bisogno di più tempo, più riposo, più sonno.



L’ormone specifico della gravidanza viene quindi prodotto intorno al 21-22° giorno del ciclo, ma attenzione, questo avviene solo se si ha un ciclo regolare e l’ovulazione è avvenuta al 14 giorno.

Se l’ovulazione è avvenuta più tardi anche l’annidamento e la successiva produzione di ormone della gravidanza avverrà più tardi.

Progesterone

condizioni del prelievo: prelievo di sangue venoso, non è necessario essere a digiuno

interesse del dosaggio: il progesterone viene prodotto dalla corteccia adrenale, dall’ovaio durante la seconda fase del ciclo mestruale, e dalla placenta durante la gravidanza. Il suo ruolo consiste nel preparare l’utero alla nidificazione, e le ghiandole mammarie all’allattamento

variazioni patologiche dei valori:
> aumento
- deficit degli enzimi del metabolismo degli ormoni steroidei (malattie ereditarie rare)
> diminuzione
– insufficienza luteale responsabile di sterilità o di aborti ripetuti: insufficienza verificata durante più cicli successivi. Insufficiente secrezione dell’ormone follicolostimolante (FSH), insufficienza ovarica, iperandrogenia, iperprolattinea, deficit degli enzimi del metabolismo degli ormoni steroidei

valori di riferimento: donna

fase follicolare
nmol /l 0.70 - 6.70
µg /l 0.21 - 2.10

ovulazione
nmol /l 2.10 - 13.30
µg /l 0.70 - 4.20

fase luteale
nmol /l 21.00 - 91.00
µg /l 6.60 - 28.70

E' un ormone a struttura steroidea, il principale tra quelli definiti progestinici. E' sintetizzato dall'ovaio e dal surrene.
Nella donna viene secreto in quantità modesta dall'ovaio nella prima metà del ciclo mestruale; dopo l'ovulazine, durante la seconda fase del ciclo, detta appunto luteinica o progestinica, il corpo luteo ne produce quantità elevate.

A cosa serve

Nella donna in età fertile è un buon indicatore del corretto svolgimento del ciclo, e il monitoraggio del progesterone durante il ciclo mestruale, permette, insieme con l'estradiolo, di valutare l'ovulazione. Durante la gravidanza aumenta seguendo una certa curva, dando conto dell'accrescimento del feto, ma non del suo stato di salute. Valori elevati di progesterone possono essere presenti in caso di adenoma ipofisario secernente LH, cisti luteiniche, mola vescicolare

In quel momento il progesterone esercita la sua fondamentale funzione permettendo la creazione delle condizioni adatte alla fecondazione dell'uovo e al suo annidamento nella mucosa uterina (endometrio), eventi che costituiscono l'inizio della gravidanza.

Il proges
terone esplica altre funzioni di minor rilievo, sempre al livello dell'apparato genitale femminile, quali modificazioni di struttura e di attività funzionale delle tube e della mammella. Infine durante la gravidanza il progesterone è prodotto in grande quantità dalla placenta.
Prolattina
condizioni del prelievo: prelievo di sangue venoso, non deve avvenire immediatamente dopo un pasto

interesse del dosaggio: la prolattina è un ormone secreto dall’adenoipofisi e la sua funzione consiste principalmente nello stimolare e mantenere la lattazione. Il dosaggio è indicato nell’esplorazione di amenorrea (assenza di ciclo mestruale), di sterilità e di impotenza, nella galattorrea e nel quadro di alcuni adenomi

variazioni patologiche dei valori:
> aumento
- adenoma prolattino-secernente (tumore ipofisario)
- sindrome di Chiari-Frommel, persistenza di amenorrea e galattorrea a seguito del parto
- origine iatrogena: legato all’assunzione di particolari farmaci come neurolettici, antiemetici, antistaminici, antidepressivi e litio, estrogeni ed estroprogestinici

> diminuzione
- può essere legata all’assunzione di farmaci dopaminergici e di corticosteroidi

valori di riferimento:

uomo 20-45 anni
nmol /l 60-450
µg /l 2-15

donna 20-45 anni
nmol /l 90-600
µg /l 3-20



La Prolattina ed il suo ruolo nella donna

La Prolattina è un ormone peptidico di basso peso molecolare secreto dall'Ipofisi, una piccola ghiandola posta centralmente nella base cranica, in un minuscolo incavo osseo chiamato Sella Turcica. L'Ipofisi è in diretta connessione con le zone più centrali del cervello che attraverso mediatori chimici, strutture nervose e vascolari ne controllano il complesso funzionamento.

Ormone largamente diffuso nei vertebrati, ha nelle varie specie azioni molto diverse: tra queste sono stati riportati effetti sul controllo della crescita, su alcuni aspetti comportamentali, sul metabolismo. In particolare, per quel che concerne effetti sul comportamento sono stati descritti induzione del comportamento materno (parental behaviour), legame alla struttura domestica (homing), appagamento e diminuzione della libido nel periodo post-orgasmico.

Il ruolo fisiologico più importante della Prolattina nella donna è quello di preparare durante la gravidanza, in sinergismo con estrogeni e progesterone, la ghiandola mammaria alla lattazione e successivamente al parto quello di mantenere e promuovere la lattazione.
I suoi livelli nel sangue durante la gestazione aumentano progressivamente ed elevate concentrazioni sono state anche riscontrate nel liquido amniotico e nel feto dove potrebbe avere un ruolo importante nella maturazione polmonare e nell'equilibrio idro-elettrolitico.
Durante il puerperio sarà il neonato a stimolarne la produzione attraver
La Prolattina nel puerperio contrasta la riattivazione dell'ovaio e determinso un sofisticato arco nervoso che parte dal capezzolo e raggiunge le regioni diencefaliche.a la tipica assenza delle mestruazioni (amenorrea) che segue il parto per un periodo più o meno lungo, dipendente proprio dal protrarsi dell'allattamento.

Al di fuori della gravidanza e del puerperio non ha una funzione particolare e normalmente i suoi livelli nel sangue sono abbastanza bassi mantenendo comunque un andamento circadiano con concentrazioni più basse al mattino e più alte durante la notte. Una ritmicità circa-annuale (variazioni delle concentrazioni durante l'anno) è stata verificata in alcune popolazioni femminili (giapponesi) e non in altre (americane); nelle donne affette da Mastopatia Fibrocistica questa ritmicità sembrerebbe meno pronunciata.


Le condizioni di incremento fisiologico e quelle legate a situazioni particolari.

La Prolattina può incrementare temporaneamente (iperprolattinemie fisiologiche) in alcune condizioni come lo sforzo fisico intenso, l'attività sessuale, il pasto, lo stress, una eccessiva stimolazione del capezzolo.

Situazioni di incremento temporaneo della Prolattina

Sforzo fisico intenso
Attività sessuale
Stress
Pasto
Eccessiva stimolazione del capezzolo

Un incremento è talvolta riscontrabile in corso di trattamenti farmacologici (iperprolattinemie iatrogeniche) come ad esempio alcune terapie ormonali a base di estrogeni e progesterone (es. contraccezione), alcune terapie per la depressione, disturbi gastro-intestinali, ipertensione arteriosa; questo probabilmente per un'azione di alcuni di questi farmaci sui mediatori chimici diencefalici che controllano la sua secrezione da parte dell'Ipofisi.
Incrementi temporanei posso verificarsi anche in corso di interventi chirurgici e di anestesia generale.

Può anche aumentare anche se moderatamente nel corso di alcune malattie (iperprolattinemie secondarie) come ad esempio l'Ipotiroidismo, l'Insufficienza Renale Cronica, la Cirrosi Epatica, la Policistosi Ovarica.


Le condizioni di incremento patologico (le iperprolattinemie patologiche).

Vi sono condizioni di incremento cronico e patologico della Prolattina legato a malattie che coinvolgono l'Ipofisi o le regioni cerebrali che la controllano (iperprolattinemie patologiche).


La causa più frequente è un piccolo adenoma ipofisario (microadenoma) del diametro solitamente di qualche millimetro costituito da cellule secernenti Prolattina e che nella loro aumentata proliferazione mantengono caratteristiche comunque di benignità. Talvolta possono riscontrarsi anche adenomi di più grandi dimensioni (> 10 mm) chiamati macroadenomi che, sempre con caratteristiche di benignità, possono però determinare disturbi da compressione alle strutture nervose vicine alla Sella Turcica (nervo ottico). Non sono rari comunque anche casi nei quali l'Ipofisi produce una maggior quantità di Prolattina in assenza di un adenoma evidenziabile (la tecnica migliore è la Risonanza Magnetica). Altre volte si ha una iperprolattinemia perchè viene a mancare il controllo inibitorio delle regioni ipotalamiche per malattie infiammatorie, vascolari o tumorali che coinvolgono la base cranica.

Nella pratica clinica quindi è importante fare una attenta diagnosi differenziale per arrivare a comprendere la reale origine, la causa di una iperprolattinemia e stabilire quindi una eventuale strategia terapeutica.



I disturbi più frequenti.

Ma quali sono i sintomi di un incremento persistente della Prolattina nella donna?
Diciamo subito che in molto casi di Iperprolattinemia, particolarmente quando i livelli secretori dell'ormone sono solo leggermente aumentati, può non esserci alcun disturbo; negli altri casi, indipendentemente dalla causa che ha scatenato il suo incremento, si verificano più frequentemente irregolarità mestruali, galattorea e sterilità. Questi stessi sintomi possono verificarsi anche nel caso di incrementi persistenti legati ad altre malattie o cause iatrogeniche (vedi sopra).

Le irregolarità mestruali possono essere molto diverse: si va dall'abbreviazione del ciclo (polimenorrea), alle piccole perdite di sangue persistenti (spotting), fino al diradamento (oligomenorrea) o molto più frequentemente all'assenza delle mestruazioni (amenorrea).
Un'altro importante sintomo legato all'Iperprolattinemia è la galattorea, cioè la produzione di latte al di fuori di un evento riproduttivo. La quantità di latte prodotta in questi casi dalle mammelle è generalmente scarsa e bilaterale e può accompagnarsi a turgore e dolenzia delle ghiandole.
Conseguenza dell'azione anti-gonadica e particolarmente anti-ovulatoria della Prolattina è la sterilità cioè la difficoltà o l'impossibilità concepire per mancata ovulazione o grave insufficienza luteale.
Sono state descritte anche alterazioni della sessualità, in particolare diminuzione del desiderio ed anorgasmia.
Disturbi visivi e cefalea sono molto più rari e si verificano sono in presenza di adenomi ipofisari di discrete dimensioni che tendono ad espandersi e comprimere le strutture vicine.


Quali le opzioni terapeutiche?

Quando la causa di una iperprolattinemia è identificabile in un trattamento farmacologico sarà sufficiente sospendere il farmaco responsabile per risolvere il problema. Nei casi associati ad altre malattie l'argomento è certamente più complesso ma la terapia di queste ultime è fondamentale ai fini prognostici.

Nelle iperprolattinemie senza il riscontro di un adenoma ipofisario o dove è presente un microadenoma si usano farmaci (agonisti della dopamina) che attraverso un'azione sui mediatori chimici ipotalamo-ipofisari non solo riducono la produzione di Prolattina ma talvolta inducono anche una regressione volumetrica dell'adenoma. Questi farmaci (bromocriptina, cabergolina) sono usati generalmente per lunghi periodi e sempre sotto controllo specialistico. Il loro successo terapeutico è testimoniato da una abbastanza rapida (pochi mesi) risoluzione dei disturbi.

Nelle situazioni dove è riscontrabile (Risonanza Magnetica) un macroadenoma la terapia di scelta è indubbiamente chirurgica. L'intervento garantisce buone percentuali di successo e viene effettuato per via trasfenoidale (attraverso il naso). Anche in questi casi comunque le terapie mediche trovano impiego, in schemi e modalità di somministrazione dipendenti dal quadro clinico e dalla complessiva strategia terapeutica intrapresa.

Un'altra opzione terapeutica è la radioterapia. E' usata normalmente in condizioni dove l'intervento chirurgico non è indicato o in modo complementare a quest'ultimo.


La lattazione persistente.

Talvolta, specialmente dopo un lungo periodo di allattamento le mammelle continuano a secernere una discreta quantità di latte. Tale secrezione è generalmente bilaterale e sempre successiva ad un evento riproduttivo. Anche se desta notevole preoccupazione nelle mamme, nella gran parte dei casi è legata ad una aumentata sensibilità delle ghiandole mammarie a normali livelli di Prolattina. L'uso di farmaci anti-prolattinemici anche in questi casi si dimostra molto utile.


Gravidanza ed adenomi ipofisari prolattino-secernenti.

L'ipofisi in gravidanza aumenta il proprio volume di circa il 50-70 % e questo per un effetto degli estrogeni sulle cellule secernenti Prolattina. Non è infrequente che una gravidanza insorga anche in pazienti affette da adenoma ipofisario prolattino-secernente, particolarmente quando sottoposte a terapia.

In questi casi se si tratta di un microadenoma i rischi di una sua rapida crescita sono molto bassi (1,6%); se in atto la terapia viene sospesa e si mantiene un attento monitoraggio della situazione clinica con attenzione all'insorgenza di eventuali sintomi, controllando il capo visivo (una eventuale espansione dell'adenoma comprime il nervo ottico), dosando la PRL (tenedo presente che incrementa già fisiologicamente per lo stato gravidico) ed effettuando eventualmente la Risonanza Magnetica Cerebrale.

Diverso è l'atteggiamento clinico in pazienti affette da macroprolattinoma, situazione clinica certamente più complessa. In questi casi la terapia medica viene continuata o intrapresa. I controlli clinici sono più stretti ed in taluni casi dove si assiste ad una rapida crescita può essere necessario arrivare all'intervento chirurgico

Ricordate che......

La Prolattina ha un ruolo molto importante nella donna. La sua valutazione è quindi raccomandata nelle seguenti condizioni: disturbi persistenti delle mestruazioni, secrezioni mammarie lattescenti, persistenza anormale della lattazione dopo il parto, cefalee ed alterazioni del campo visivo, sterilità, disturbi del comportamento sessuale.

Il riscontro di livelli elevati dell'ormone richiede una attenta valutazione clinica ed una diagnostica differenziale particolarmente accurata che deve tener conto di eventuali altre malattie concomitanti, situazioni fisiologiche, interferenze farmacologiche.

Cause di deficit ormonali


FSH, LH, estradiolo (17-beta-estradiolo, E2), prolattina, progesterone, TSH, T3 e T4, FT3 ed FT4, testosterone totale, testosterone libero, delta-4-androstenedione, DHEA-S



Le cause di deficit ormonali possono essere congenite, da stress o dovute dalla sindrome dell'ovaio policistico. In un normale ciclo mestruale, un singolo ovocita (cioè la cellula sessuale femminile), una volta raggiunta la piena maturità durante il processo di follicologenesi, fuoriesce dal follicolo ovarico determinando la cosiddetta "ovulazione". Questo processo è regolato principalmente dall'azione di tre ormoni: l' FSH; l' LH e l'estradiolo.

E' possibile studiare il normale andamento dell'ovulazione eseguendo dosaggi ormonali sul sangue per determinare i livelli di FSH, LH ed estradiolo. E' utile valutare anche i livelli di altri ormoni, come la prolattina, gli ormoni tiroidei, gli androgeni (ossia gli ormoni maschili) che possono influire sull'andamento dell'ovulazione.

I dosaggi ormonali consistono nel misurare la quantità di ormoni presenti nel sangue, per stabilire se le ghiandole che li producono (ipofisi, tiroide, ecc.) funzionano bene o meno. Tramite i dosaggi ormonali è possibile individuare squilibri ormonali che possono causare infertilità. A tale scopo si seguono soprattutto i dosaggi di FSH, LH, estradiolo (17-beta-estradiolo, E2), prolattina, progesterone, TSH, T3 e T4, FT3 ed FT4, testosterone totale, testosterone libero, delta-4-androstenedione, DHEA-S.

È importante che i risultati dei dosaggi ormonali siano interpretati da medici qualificati per ciò, per vari motivi. Anzitutto esistono varie unità di misura, non sempre facilmente convertibili una nell'altra. In secondo luogo il cosiddetto "valore di riferimento" o "valore normale" può variare da laboratorio a laboratorio, quindi un risultato che per un laboratorio è normale può non esserlo per un altro.

Inoltre, il valore normale consiste in un intervallo di valori e non un solo valore; dunque, per capire se il proprio valore rientra nella norma bisogna sapere come procedere. Infine, bisogna tenere conto che il risultato di un'analisi può variare per vari motivi (ad esempio l'ora del giorno in cui è stato fatto il prelievo).


Ormone Follicolostimolante (FSH)

L' FSH (ormone follicolo-stimolante) promuove la crescita dei follicoli ovarici nella prima parte del ciclo mestruale che ha una durata molto variabile.


condizioni del prelievo: prelievo di sangue venoso, non è necessario essere a digiuno. Precisare l’età e la data dell’ultima mestruazione, possono essere necessari dosaggi ripetuti. Il prelievo viene effettuato a metà del ciclo, in parallelo con il dosaggio dell’LH (ormone luteinizzante)

interesse del dosaggio: l’ormone follicolostimolante o FSH viene secreto dall’adenoipofisi sotto l’influenza di un ormone stimolante ipotalamico (LH-RH) e degli organi bersaglio della riproduzione, cioè ovaie e testicoli. Nell’uomo l’FSH interviene nella spermatogenesi, e il dosaggio consente di rilevare un’eventuale insufficienza testicolare (ipogonadismo); nelle donne il dosaggio consente, in associazione con quello dell’ormone LH, di diagnosticare l’amenorrea, la sterilità o l’ipogonadismo

variazioni patologiche dei valori:

(nell’uomo) > aumento
- insufficienza testicolare primitiva
(nell’uomo) > diminuzione
- insufficienza ipofisaria (eunuchismo)
(nella donna) > aumento
- amenorrea da ipogonadismo (insufficienza ovarica)
- menopausa precoce
(nella donna) > diminuzione
- amenorrea da insufficienza ipofisaria
- amenorrea di origine psicogena
– ovaio policistico

valori di riferimento:

donna
fase follicolare
UI/l 27 - 150

fase ovulatoria
UI/l 95 - 600 fase luteale
UI/l 41 - 300

uomo
età adulta
UI/l 22 - 49

Ormone Luteinizzante (LH)

L' LH (ormone luteinizzante) collabora con l' FSH nella stimolazione della crescita follicolare e successivamente determina l'ovulazione, cioè l'apertura del follicolo ovarico e la fuoriuscita dell'ovocita dal suo interno.

condizioni del prelievo: prelievo di sangue venoso, possono essere necessari dosaggi ripetuti

interesse del dosaggio: identificazione del momento ovulatorio

variazioni patologiche dei valori:

> aumento
- ovaio policistico
– menopausa precoce
> diminuzione
– insufficienza dell’ipofisi
– amenorrea (assenza di mestruazioni)
– infertilità per mancanza di ovulazione

valori di riferimento:

25-OH-D3: 50-100 nmol/l, equivalenti a 20-50mg/l


Estradiolo (E2)

L'estradiolo è l'ormone che contribuisce alla regolazione dell'attività di FSH ed LH.

condizioni del prelievo: prelievo di sangue venoso, non è necessario essere a digiuno. Precisare l’età e la data dell’ultima mestruazione

interesse del dosaggio: L’estradiolo è il più importante ormone estrogeno. Il suo tasso aumenta progressivamente durante la prima fase del ciclo mestruale, stimolando l’ovulazione. Nel quadro della procreazione medicalmente assistita è disponibile una tecnica di dosaggio rapido che consente di seguire quotidianamente i trattamenti di induzione dell’ovulazione. Il dosaggio è utile anche nell’esplorazione dell’amenorrea e dell’insufficienza ovarica

variazioni patologiche dei valori:
> aumento
- alcuni tipi di tumore dell’ovaio
- alcuni trattamenti contraccettivi
- alcuni trattamenti dei disturbi della menopausa
> diminuzione
- insufficienza ovarica
- sindrome di Stein-Leventhal (ovaio policistico, irsutismo)
- cicli brevi (fase luteale < 10 giorni)
- amenorrea post-contraccezione o di origine psicogena
- insufficienza ipofisaria

valori di riferimento:

donna
fase follicolare
nmol /l 0.10 - 0.55
µg /l 27 - 150

ovulazione
nmol /l 0.35 - 2.20
µg /l 95 - 600

fase luteale
nmol /l 0.15 - 1.10
µg /l 41 - 300

uomo
età adulta
nmol /l 0.08 - 0.18
µg /l 22 - 49