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Linfonodo sentinella

Alcune informazioni sulle neoplasie della Mammella



Le neoplasie della mammella sono oggi quelle più frequenti nella popolazione femminile. Tuttavia, la prevenzione e la diagnosi precoce possono permettere una terapia chirurgica e medica tale da garantire una reale guarigione della malattia.


Nessun altro tumore solido ha visto una così rapida progressione nella diagnostica e nella terapia come il cancro della mammella negli ultimi due decenni. Oggi, la grande maggioranza


delle donne con cancro della mammella può guarire dal proprio tumore con terapie accettabili ed evitando mutilazioni.


Uno degli elementi essenziali di questa battaglia è la multidisciplinarietà, cioè la capacità di più figure professionali di lavorare insieme per affrontare le molteplici problematiche che oggi si presentano (chirurgo, oncologo, radioterapista, medico nucleare, chirurgo plastico, psicologo). La chirurgia rimane l’approccio iniziale per la maggior parte delle pazienti, ma viene associata o meno ad altre terapie, come la chemioterapia, l’ormonoterapia o la radioterapia, da sole o in combinazione tra loro.


Oggi, la maggior parte dei tumori della mammella è guaribile, senza disfigurazioni.


Esistono fondamentalmente due tipi di trattamento chirurgico.


La chirurgia conservativa (tumorectomia, quadrantectomia): in questo caso il chirurgo rimuove il tumore con una piccola area di tessuto sano circostante per non lasciare alcuna cellula tumorale nella mammella residua, oppure la mastectomia: in questo caso il chirurgo rimuove l’intera mammella. In genere la mastectomia viene effettuata con la ricostruzione immediata da parte del chirurgo plastico proprio per evitare le conseguenze psicologiche di trattamenti radicali.


La ricostruzione immediata può essere effettuata :



1. con protesi: dopo la mastectomia il chirurgo plastico prepara una tasca muscolare (al di sotto del muscolo pettorale) sotto la quale inserisce la protesi definitiva.



2. con espansore: dopo l’intervento viene posizionato un palloncino ripieno di soluzione fisiologica che periodicamente sarà gonfiato durante le visite ambulatoriali in modo da


preparare la pelle ad accogliere la protesi definitiva che sarà posizionata dopo almeno 6 mesi.



La scelta del tipo di trattamento chirurgico dipende dal tipo di tumore, dalla sua estensione, dalla localizzazione, dall’età della paziente e da alcuni fattori di rischio e soprattutto dai desideri della paziente, compatibilmente con l’entità della malattia.



Le tecniche di rimodellamento della mammella permettono oggi di acquisire un buon risultato estetico ed una simmetria il più possibile soddisfacente. A volte per raggiungere questi risultati si opta per una mastopessi controlaterale durante lo stesso intervento chirurgico.



“Il tipo di terapia chirurgica dipende da vari fattori. Non sempre un trattamento più radicale vuol dire essere di fronte ad una malattia più grave, anzi, a volte, trattamenti più


radicali vengono scelti proprio per garantire la massima guaribilità”.



Linfoscintigrafia per la ricerca del Linfonodo Sentinella



Presso il nostro Centro di Medicina Nucleare, il giorno prima dell’intervento viene effettuata una piccola iniezione non dolorosa a livello della cute della mammella con un ago da insulina. Ciò permette l’identificazione del primo linfonodo di drenaggio, il “linfonodo sentinella”, che viene rimosso durante l’intervento attraverso una piccola incisione ascellare, oppure attraverso la stessa incisione mammaria.



Lo studio dei linfonodi ascellari rappresenta una fase molto importante dell’inquadramento della sua malattia perché fornisce informazioni essenziali riguardo alla sua stadiazione, e quindi alla eventuale necessità di terapie successive.


Fino a qualche anno fa tutte le donne affette da cancro della mammella venivano sottoposte routinariamente all’asportazione di tutti i linfonodi ascellari.



Gli studi condotti negli ultimi anni hanno invece dimostrato che tale procedura è inutile oltre ad essere correlata all’insorgenza di alcune complicanze (linfedema, parestesie, dolore, ecc..), per cui la rimozione dei linfonodi viene oggi effettuata solo in caso di positività del “linfonodo sentinella”, cioè del primo linfonodo che riceve linfa dalla mammella. Il linfonodo sentinella sarà sottoposto ad esame durante l’intervento chirurgico direttamente dal patologo: se risulterà indenne non si procederà ad asportare altri linfonodi, a meno che non siano particolarmente aumentati di volume.



Nel post-operatorio il linfonodo sentinella verrà analizzato con molteplici sezioni e colorato con tecniche particolari che permettono l’identificazione persino di pochissime cellule tumorali.



In caso di positività del linfonodo sentinella sarà necessaria la “linfectomia ascellare”, cioè l’asportazione dei linfonodi del cavo ascellare per consentire un migliore controllo della malattia e per evitare che essa si ripresenti.



In questo caso verrà posizionato un drenaggio al termine dell’intervento: esso ha lo scopo di raccogliere e convogliare verso l’esterno la linfa che continuerà a raggiungere l’ascella.


Attualmente il Linfonodo Sentinella rappresenta una rivoluzione nel trattamento chirurgico delle donne con cancro della mammella.