I fiumi 2
I fiumi italiani rispetto a quelli delle altre regioni europee , sono assai più brevi perché l' Italia è una penisola lungo la quale si eleva la catena degli Appennini che dividono le acque in due versanti opposti.
In compenso sono numerosi: ciò è dovuto alla relativa abbondanza delle piogge di cui fruisce l'Italia in generale e alla presenza della Catena Alpina nella parte nord del paese, ricca di nevai e di ghiacciai .
La loro importanza (portata, lunghezza, ecc.) dipende naturalmente anche dai caratteri del suolo, cioè più precisamente dalla sua ripidità e dalla sua maggiore o minore permeabilità.
// Caratteristiche dei fiumi italiani
Si possono fare le seguenti considerazioni:
- I fiumi più larghi e di maggiore portata appartengono alla regione alpina data la disposizione e l'elevatezza del rilievo.
- Lungo la penisola , invece, data la disposizione della catena appenninica ed il diverso declivio dei due versanti, i corsi d'acqua sui versanti adriatico e jonico percorrono brevi valli trasversali e, tranne il Reno , non superano mai i 200 km in lunghezza, mentre una decina appena supera i 100 km; sul versante tirrenico invece, sono mediamente più lunghi perché i contrafforti appenninici e la fascia sub-appenninica sono più ampi.
- I fiumi che si versano nel Tirreno sono più lunghi anche perché per il primo tratto, seguono valli longitudinali (valli appenniniche) e corrono poi trasversali rispetto all'asse della catena, nella zona sub-appenninica.
- Data la collocazione delle sorgenti ed il regime della piovosità locale, i fiumi d'Italia si dividono in:
- fiumi alpini : di origine glaciale, soggetti a piene nella stagione primaverile ed estiva. I laghi che frequentemente occupano le parti più depresse delle valli alpine servono a smorzare l'impeto dei fiumi e a chiarificare le loro acque torbide. Infatti, data la rapidità delle valli da cui i fiumi scendono, notevole è la velocità delle loro acque e sensibile la loro attività di erosione e di trasporto di detriti rocciosi. La decantazione è appunto il processo, per cui questo materiale viene abbandonato nei laghi di cui tali fiumi sono immissari.
- fiumi appenninici : soggetti a piene improvvise primaverili ed autunnali di contro a magre estive piuttosto accentuate nell'Appennino Settentrionale, quasi assolute in quello meridionale, fatta eccezione per alcuni corsi d'acqua ( Aterno-Pescara , Sele , Volturno , Liri - Garigliano , per limitarsi a quelli che sfociano direttamente in mare, cui s'aggiungono Velino , Nera , Aniene tutti nel bacino del Tevere , ecc.) che sono alimentati da grosse sorgenti carsiche che scaturiscono al margine di zone caratterizzate da rocce permeabili fessurate. Mancano infatti sull'Appennino nevai e ghiacciai (l'unico ghiacciaio, seppur esiguo, è quello del Calderone, sul versante settentrionale del Corno Grande , nel massiccio del Gran Sasso , in Abruzzo); non sempre poi l'acqua piovana si raccoglie in alvei fluviali costituiti da terreno impermeabile, tale cioè da permettere una discreta media portata annua.
(*) in parte in territorio svizzero
Nella lista non sono compresi la Drava e l' Isonzo , non avendo almeno 100 km del loro corso in territorio italiano.
Per una lista di fiumi italiani strutturata ad albero, esplicativa delle affluenze, si veda Elenco dei fiumi italiani .
Elenco dei fiumi italiani per portataMaggiori fiumi italiani | |||
Fiume | mc / s | ||
Po | 1.540 | ||
Ticino | 350 | ||
Tevere | 239 | ||
Adige | 235 | ||
Tartaro-Canalbianco-Po di Levante | 218 | ||
Adda | 187 | ||
Isonzo | 170 | ||
Oglio | 137 | ||
Tanaro | 132 | ||
Piave | 125 | ||
Liri - Garigliano | 120 | ||
Arno | 110 | ||
Dora Baltea | 110 | ||
Nera | 108 | ||
Reno | 95 | ||
Brenta | 93 | ||
Livenza | 85 | ||
Volturno | 82 | ||
Isarco | 78 | ||
Sesia | 70, 4 [1] | ||
Tagliamento | 70 | ||
Toce | 70 | ||
Sele | 69 | ||
Mincio | 60 | ||
Velino | 60 | ||
Aterno - Pescara | 57 | ||
Sile | 55 | ||
Stura di Demonte | 47 | ||
Serchio | 46 | ||
Secchia | 42 | ||
Bormida | 40 | ||
Magra | 40 | ||
Trebbia | 40 | ||
Panaro | 37 | ||
Chiese | 36 | ||
Crati | 36 | ||
Aniene | 35 | ||
Fella | 35 | ||
Stura di Lanzo | 32 | ||
Ombrone Grossetano | 32 | ||
Calore Irpino | 31 | ||
Bacchiglione | 30 | ||
Brembo | 30 | ||
Calore Lucano | 30 | ||
Dora Riparia | 26 | ||
Simeto | 25 | ||
Rapido o Gari | 25 | ||
Orco | 24 [1] | ||
Serio | 23 | ||
Cervo | 22 [1] | ||
Metauro | 21 | ||
Cordevole | 21 | ||
Chiascio | 20 | ||
Tanagro | 20 | ||
Esino | 18 | ||
Santerno | 16 | ||
Idice | 16 | ||
Olona | 15 | ||
Lambro | 12 | ||
Mella | 11 |
I fiumi del versante adriatico
Sfociano nel Mar Adriatico :
Il Po nasce dal Monviso e raggiunge il Mar Adriatico , dopo aver percorso circa 652 km e drenato un bacino di quasi 75.000 km², con portate medie annue dell'ordine di 1.540 m 3 /s, certamente inferiori a quelle di diversi fiumi europei (peraltro tutti più lunghi del Po) - circa 1/6 del Volga , 1/4 del Danubio , i 2/3 del Reno e del Rodano -, ma assai superiori a quelli di altri fiumi europei ben più lunghi e con bacini assai più estesi del Po: circa il doppio dell' Elba e dell' Oder ; il triplo del Tago , del Duero e dell' Ebro ; circa il doppio della Senna o della Garonna ; addirittura quattro volte la Loira o la Mosa e sei volte la Guadiana ; circa tanto quanto la Vistola , la Peċora e la Dvina Settentrionale . In effetti il Po presenta, a fronte di una lunghezza, tutto sommato modesta su scala europea e mondiale, la caratteristica di drenare un bacino relativamente vasto e, soprattutto, impostato su territori montani relativamente elevati con presenza anche di cospicui ghiacciai che ne assicurano una buona alimentazione estiva (la parte delle Alpi, di cui drena almeno metà del versante mediterraneo; molto più marginalmente l'Appennino Settentrionale che offre il suo tributo prevalente con le piogge autunnali e primaverili). Fra i fiumi italiani è quello che ha il rapporto fra superficie di bacino e lunghezza maggiore, pari a 115 km²/Km; il Tevere, che in Italia, fra i dieci maggiori fiumi che mettono foce direttamente al mare, lo segue in questa speciale classifica, si ferma a 42 km²/Km, l'Arno supera appena i 34, l'Adige non supera i 30, il Piave non arriva a 19, il Reno non arriva a 24; solo il Sele, peraltro assai più corto degli altri, ha un rapporto di oltre 31 km²/Km. Supera raramente la larghezza di 1 km (ad esempio a Casalmaggiore) ed è in media profondo da 2 a 4 m tra Saluzzo e la confluenza con il Ticino ; dopo di che raggiunge (saltuariamente) i 9–10 m di profondità. All'altezza di Ficarolo si stacca il Po di Volano , primo ramo del delta; prima di gettarsi nell'Adriatico, a 35 km dal mare, il corso principale si suddivide in due grandi rami, che danno poi luogo ad altri cinque canali: Po di Maestra, Po di Pila, Po di Tolle, Po di Gnocca, Po di Goro . Mentre gli affluenti di sinistra (alpini) hanno una portata media maggiore e più costante, quelli di destra (appenninici) vanno soggetti ad improvvise e talvolta disastrose piene primaverili ed autunnali , che determinano pesantemente le piene del Po. Per preservare dalle inondazioni le campagne che esso solca, sono state costruite lungo il suo corso medio ed inferiore potenti dighe e argini con disposizione perfino in duplice ed anche triplice ordine. Le piene mutano costantemente il fondo dell' alveo . La grande quantità di sabbie (detrito d'erosione) che le sue acque convogliano e la mancanza di una sensibile inclinazione del letto fluviale favoriscono la formazione di banchi e isole instabili che vanno a costruire presso la foce quel delta che testimonia il modo con cui si è venuta formando tutta la pianura padana . Questi fenomeni impediscono un ampio sviluppo della navigazione fluviale sul Po, la quale può essere esercitata con imbarcazioni di media grandezza dalle foci al massimo fin presso Pavia . Peraltro il Po va classificato come un fiume a regime quasi torrentizio, ove si consideri che il rapporto fra portate massime assolute mai registrate (ad esempio i 13.000 m 3 /s durante l'alluvione del Polesine) e quelle minime assolute (214 m 3 /s durante l'estate del 2003) è di 60 volte. In Italia esistono fiumi assai più regolari: ad esempio il Nera , principale affluente del Tevere , ha un rapporto fra portate massime e minime di 20 volte, il Velino di appena 5 volte, il Mincio , affluente del Po stesso, di appena 4 volte, il Sile , tipico fiume veneto di risorgiva, di appena 2 volte. In Europa un fiume come la Senna ha un rapporto che si attesta sulle 20 volte, ma per restare in ambito francese, la Loira supera le 200 volte, avendo portate minime risibili (20 m 3 /s), specie in rapporto alla sua lunghezza e superficie di bacino. Peraltro altri fiumi ben maggiori del Po nel mondo sono caratterizzati da regimi torrentizi: il Gange in India passa da meno di 600 m 3 /s in secca ad oltre 60.000 m 3 /s nella stagione dei monsoni, con un rapporto, pertanto, di 100 volte. Comunque sia il Po rimane per portata d'acqua media, minima e massima uno dei maggiori tributari del Mar Mediterraneo , classificandosi dietro solo al Nilo (lungo ben dieci volte di più ma con una portata media soltanto doppia), e al Rodano rispetto al quale trasporta un terzo in meno di acque. Un confronto può avvenire anche con il Dnepr e il Don (fiumi che peraltro sfociano nel Mar Nero ) tutti assai più lunghi ma con portate, comunque, paragonabili a quelle del Po.
Gli affluenti di sinistra del Po [ modifica ]Gli affluenti di sinistra del Po sono:
- il Pellice , grosso torrente lungo 60 km, che con il suo affluente Chisone apporta al Po una media di 22, 3 m 3 /s;
- la Dora Riparia deriva il proprio nome da quello di uno dei suoi rami sorgentizi: il Ripa . Dalle sue sorgenti situate presso i tre passi del Monginevro , Colle del Frejus e Moncenisio , scende per la Valle di Susa e sfocia nel Po a Torino con un volume medio di acqua di circa 26 m 3 /s;
- la Stura di Lanzo che si origina poco a sud del Gran Paradiso dall'unione dei rami di Viù , di Ala e di Valgrande e che, dopo 65 km di corso, entra nel Po con la copiosa portata media di 32 m 3 /s;
- l' Orco , altro fiume della zona del torinese che nasce dal Gran Paradiso e dopo circa 100 km di corso sfocia presso Chivasso nel Po apportando una media di 24 m 3 /s [1] ;
- la Dora Baltea , importante fiume che scaturisce dal Monte Bianco e che viene riccamente alimentato dai vasti ghiacciai del Monte Rosa , del Cervino , del Gran Paradiso . Essa prende il nome dal Balteo , che scende dalla valle laterale del colle del Piccolo San Bernardo , percorre la Valle d'Aosta e sbocca nella pianura presso Ivrea . Al Po versa mediamente, dopo 160 km di corso che emungono un bacino di 4.322 km², ben 110 m 3 /s, costituendone il quinto affluente per portata media annua;
- il Sesia che origina dal Monte Rosa e percorre una valle (la Val Sesia ) non molto importante da un punto di vista trasportistico in quanto non conduce ad alcun valico stradale. Nei banchi sabbiosi, che esso abbandona lungo il suo corso, si trovano tracce d' oro . Bagna la città di