Il tufo
Blocchetto di tufo di Riano | |
Categoria | Roccia magmatica |
Sottocategoria | Roccia effusiva |
Minerali principali | sanidino , clinopirosseno . |
Minerali accessori | zeoliti , ilmenite , magnetite , apatite |
Colore | beige, giallo, grigio, bruno |
Utilizzo | Edilizia per costruzioni e pavimentazione |
Varietà | vedi tipi |
Si invita a seguire lo schema del Progetto Scienze della Terra |
Il tufo (in latino: tofus o tophus ) è una roccia magmatica , in particolare è la più diffusa delle rocce piroclastiche .
Sebbene il nome "tufo" vada propriamente riservato a formazioni di origine vulcanica, esso viene utilizzato per indicare rocce diverse, accomunate dal fatto di essere leggere, di media durezza e facilmente lavorabili. In particolare in alcune regioni italiane prive di giacimenti tufacei vulcanici viene chiamato tufo il calcare poroso (es.: il tufo delle Puglie).
Tufi vulcanici
I tufi - intesi come differenti varietà di tufo - risultano formati in maggior parte da lapilli di dimensioni comprese fra i 2 mm e i 30 mm, emessi durante un' eruzione vulcanica . Col nome di tufiti vengono indicate quelle rocce costituite da materiale vulcanico detritico, eventualmente associato anche a conchiglie marine.
La struttura dei tufi è detta cinerica o vitroclastica per l'aspetto della porzione vetrosa che appare finemente suddivisa e frammentaria.
I lapilli di dimensioni minori riescono a imprigionare talvolta quelli di dimensione maggiore e tale solidificazione viene realizzata anche tramite l'azione dell' acqua .
L’ambiente in cui questi lapilli si depositano può essere estremamente variabile e, insieme alla composizione della roccia , determina le caratteristiche di colore, struttura e tessitura dei tufi.
Il tufo in Campania
- Il tufo giallo napoletano , per esempio, è prodotto dall'attività vulcanica dei Campi Flegrei , e si è formato dalla cenere vulcanica di colore biancastro detta "pozzolana" da Pozzuoli ( lapis puteolanus ), sedimentatasi nel mare e successivamente emersa a séguito di pressioni tettoniche, datate fra i 35.000 e i 10.500 anni fa (Secondo Periodo Flegreo). Per questa ragione il tufo giallo dei Campi Flegrei si trova sempre al di sotto degli strati di pozzolana e talora può contenere rari fossili conchigliferi.
- Il tufo verde di Ischia - Sull'isola di Ischia , tipico e diffuso è il tufo verde, una pozzolana biancastra compattata prodotta dalle eruzioni del monte Epomeo avvenuta 55.000 anni fa, il cui sprofondamento nel mare e la sua successiva riemersione (tra 28.000 e 15.000 anni fa) gli ha conferito l'attuale caratteristico colore verde chiaro o verde-grigiastro.
- Il tufo vesuviano di Ercolano - Ai piedi del Vesuvio , nella zona che va da Ercolano fino a Torre Annunziata si ha un tufo brunastro che corrisponde alla colata di fango emersa dal vulcano durante l'eruzione del 79 d.C. , che ha sommerso le città e gli insediamenti antichi delle pendici e della costa in quella zona; ad Ercolano essa raggiunge un'altezza variabile da 12 a 25 metri. A Torre Annunziata invece si possono osservare le sue ultime propaggini: agli scavi della villa di Poppea ad Oplonti infatti il fango solidificatosi in tufo raggiunge solo 5 m di spessore e copre lo strato di lapilli (alto 1,80 m); gli stessi lapilli che a poca distanza hanno completamente coperto sotto 6-8 m l'antica città di Pompei .
- Il tufo sorrentino - Alla costiera sorrentina, tutta la zona compresa tra Meta e Sorrento corrisponde ad un esteso ed alto banco tufaceo di colore bruno-grigiastro, che cade a picco sul mare con una falesia alta dai 50 ai 100 m. Il banco tufaceo non ha nulla a che vedere con i circostanti rilievi calcarei dei Monti Lattari , le cui bianche rocce esso ricopre in profondità. In effetti l'altopiano corrisponde ad un antico " graben " ("fossa") che in tempi geologici recenti si è andato colmando parzialmente con prodotti vulcanici provenienti dai Campi Flegrei e dal Somma-Vesuvio, e da altri apporti vulcanici ma di carattere alluvionale, provenienti dal dilavamento delle montagne circostanti. Si è formato circa 35.000 anni fa, in gran parte a séguito di un unico evento eruttivo, sotto forma di nube ignimbritica.
- Il tufo di Teano-Roccamonfina - In Provincia di Caserta nella zona di Teano si rinviene un tufo di colore bruno o grigio o violaceo, derivato dai prodotti cineritici del vicino vulcano di Roccamonfina che si sono compattati nel corso dei millenni, divenendo appunto roccia tufacea. In direzione sud-est, nella zona in prossimità di Capua , questi banchi tufacei si rinvengono ai piedi dei monti calcarei dove naturalmente ricoprono le rocce calcaree che proseguono il loro andamento in profondità, e dove talora vengono estratti da piccole cave in piano a cielo aperto.
- Il tufo grigio di Nocera - Il tufo grigio di Nocera si è formato in seguito alle eruzioni del periodo Archiflegreo (circa 33-35 mila anni fa). Sin dall' antichità ha rappresentato uno dei principali materiali da costruzione dell' Agro Nocerino Sarnese . Il principale punto di estrazione è rappresentato dalle tufare di Fiano , a nord della città di Nocera Inferiore . Noto anche perché in esso è stato rinvenuto un minerale, denominato dal suo scopritore "Arcangelo Scacchi": Nocerite .
Il tufo, abbondantissimo nei distretti vulcanici del Lazio , cominciò ad essere usato come materiale da costruzione sin dal VII secolo a.C. , dai prisci Romani , dagli altri Latini e dagli Etruschi , perché è una roccia piuttosto resistente ma leggera e lavorabile. In epoca romana veniva usato anche come base per ottenere malte idrauliche. È stato usato pure per costruzioni più recenti come le città di fondazione nel Pontino.
I tufi del Lazio sono principalmente il frutto dell'azione del Vulcano Sabatino nel periodo che va all'incirca fra 600.000 e 300.000 anni fa. A secondo della zona ove si sono depositati i piroclasti si classificano vari tipi di tufo.
- Tufo stratificato di La Storta lapilloso ed a tratti pomiceo;
- Tufi stratificato varicolore di Sacrofano più o meno semilitoide (peperino);
- Tufo di Castelnuovo scoriaceo e con elementi pomicei, di colore grigio;
- Trachite di Morlupo deposito lavico bolloso grigio, di limitata ampiezza e spessore;
- Tufo giallo della via Tiberina coriaceo e con leucite , ricco in zeoliti (cabasite e phillipsite) derivate dalla trasformazione del vetro;
- Tufo di Riano grigio chiaro, compatto.
- Tufo di Civita Castellana tufo etrusco
- Tufo di Gallese rosso, a scorie nere.
Anche i calcari formati da sedimenti precipitati grazie all'azione dell'acqua formano rocce chiamate tufi, che generalmente includono tracce di vegetali o di conchiglie fossilizzate .
Vengono chiamati impropriamente tufi (se di colore bianco o Carparo se più ambrato), delle rocce arenarie tuttora ampiamente utilizzate nell'edilizia (p. es. in Puglia ; oppure in Sicilia nella zona di Marsala ).
Una forma a grana più fitta e pregiata è denominata Pietra leccese e viene usata in sostituzione del marmo in campo artistico.
Voci correlate Altri progetti
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